🔄 Licenze bancarie europee post-Brexit
Con l’uscita dall’Unione, le banche con sede nel Regno Unito hanno perso automaticamente il cosiddetto “passaporto bancario europeo”, che permetteva loro di operare liberamente in tutti gli Stati membri. Per continuare a farlo, avrebbero dovuto rinegoziare le licenze con Bruxelles e con ogni singolo paese UE. Un processo lungo, incerto e rischioso.
📌 Da qui, la decisione di molte di trasferire parte delle operazioni in altre capitali europee come Dublino, Francoforte, Milano e Amsterdam. Il sindaco di Milano, all’epoca, si dichiarò favorevole e pronto ad accogliere centri finanziari in fuga da Londra.
📉 Tagli occupazionali e impatto fiscale della finanza britannica
Le stime pubblicate tra il 2016 e il 2017, poi confermate da successive analisi nel 2019 e aggiornate nel 2024, parlano di:
JP Morgan: possibile taglio di 4.000 posti
HSBC: riduzione stimata di 1.000 impiegati
Nomura International: in attesa di decisioni su 2.600 dipendenti
Morgan Stanley e altre banche: pianificazioni non pubbliche ma in corso
Il settore bancario, che garantiva 31 miliardi di sterline annue in tasse e tributi allo Stato britannico, rischiava di perdere una fetta significativa della sua contribuzione, con effetti macroeconomici reali.
❗ Richieste di chiarezza dalle banche internazionali
Nel 2016–2017, le banche si rivolsero direttamente alle regulatory agencies e ai politici, chiedendo chiarezza sul quadro normativo post-Brexit. Ogni decisione strategica comportava miliardi di investimenti, possibili licenziamenti, aperture di nuove sedi, e negoziazioni diplomatiche delicate.
L’incertezza riguardava sia gli aspetti tecnici (licenze, regolamenti, trattative UE), sia quelli politici: quale forza sarebbe salita al governo? Il partito al potere avrebbe tutelato o sacrificato gli interessi della finanza?
🧠 Conclusione
Quando si dice “fuori dall’Europa si rivolgeranno ad altri mercati”, si omette che l’UE garantisce l’accesso a uno dei mercati più ricchi e stabili al mondo, e che trascurarlo significa perdere miliardi di profitti, migliaia di posti di lavoro e la credibilità internazionale.
La Brexit non ha facilitato la vita delle banche — l’ha complicata. E le conseguenze si vedono ancora oggi.
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📚 Fonti aggiornate
🔍 Domande frequenti – Brexit e settore bancario
💼 Cosa significa “perdere il passaporto bancario europeo”? Il passaporto bancario permetteva alle banche britanniche di operare liberamente in tutta l’UE. Dopo la Brexit, quel diritto è venuto meno, costringendo gli istituti a negoziare nuove licenze paese per paese.
🚚 Perché le banche hanno spostato sedi operative fuori dal Regno Unito? Per continuare a servire clienti europei senza interruzioni. La procedura per rinegoziare le licenze era lunga e incerta, quindi molte banche hanno aperto sedi in città come Dublino, Francoforte e Milano.
📉 Quanti posti di lavoro ha messo a rischio la Brexit nella City? Le stime parlano di oltre 10.000 posti. Solo JP Morgan ne ha previsti 4.000, HSBC circa 1.000, e Nomura attendeva decisioni per 2.600 impiegati.
📊 Qual è il peso del settore bancario britannico sull’economia nazionale? Genera circa 31 miliardi di sterline annue in tasse e tributi. Perdere sedi e operazioni significa ridurre entrate e competitività.
🤝 Le banche hanno ottenuto risposte rapide dal governo dopo il voto? No. Il clima di incertezza ha spinto molti gruppi finanziari a fare pressioni su regolatori e politici per ottenere chiarezza. Le decisioni strategiche comportavano miliardi e non potevano aspettare.
🌍 Possono rivolgersi ad altri mercati fuori dall’Europa? Sì, ma con molte meno garanzie. Il mercato UE resta uno dei più ricchi e regolati al mondo. Ignorarlo significa rinunciare a un bacino enorme di profitti e stabilità.