Scrive "black lives matter" 100 volte e lo ammettono all'università

Esistono chiari campanelli d'allarme che fanno capire quando la società si è finita di sfasciarsi e ci si sta per affacciare in una nuova epoca buia. Uno è il populismo, un altro è la rabbia, ma quello più incredibile è il politicamente corretto degli ultimi tempi. Un giovane, 18 anni, del Bangladesh, ha scritto "black lives matter" per cento volte, con tanto di hashtag che c'entrava fava, e lo hanno pure ammesso all'università...

Black lives matter nelle università

Abbiamo visto che il movimento del black lives matter è qualcosa di positivo sulla carta, ma che a conti fatti è pesantemente inquinato da pregiudizio, vittimismo, incapacità di distinguere i fatti dalle menzogne e tanto tanto odio razziale verso i caucasici.

Già qui il fatto diventa di una gravità assurda, ma focalizziamoci su altro.
Questo ragazzo, premiato più volte perché blatera e ciarla senza fine di "islamofobia" e "femminismo", ha fatto richiesta per entrare nell'università di Stanford.

Stanford, mica pizza e fichi! L'università che ha sfornato la gente che ha creato Google, Yahoo, HP ma anche EA e Apple, e qui in effetti si inizia a ricevere l'illuminazione sullo stato attuale dell'università...


Nel campo "A cosa tieni di più", what matters for you, ha copia incollato "#blacklivesmatter" per 100 volte. Normalmente qualcuno con un cervello funzionante e non intasato di fanatismo o terrore di essere accusato di razzismo avrebbe mandato a quel paese l'invasato di turno, come fecero in Brasile qualche tempo fa scaricando nel cesso tutti i SJW del paese, ma loro no... lo hanno accolto a braccia aperte e quello si è pure vantato orgoglione (non è un errore) dell'impresa compiuta sul suo account twitter.

Voglio dire, un musulmano con la pelle un po' scura che scrive "black lives matter" non puoi mica silurarlo perché è un imbecille e invece di un discorso sensato, magari parlando sempre della sua idea che tanto alla fin fine non è quello il problema (specialmente in un paese dove una professoressa è stata licenziata perché invece di ripetere il mantra ha detto "All lives matter") ha copincollato un maledettissimo hashtag di Twitter manco fosse mentalmente menomato o cosa.
Mica puoi farlo... un paese dove i giovani diventano violenti e sclerano di fronte un'opinione differente, la generazione snowflake, futuri mentecatti menomati mentali incapaci di discutere con nessuno e capaci solo di fare i nazisti o di nascondersi nei "safe space", non puoi farlo.

Basta che uno sia "femminista" e "antirazzista", anche se stai in due movimenti che di razzismo ne sono impregnati a tutti i livelli.

Nominato da MTV come uno dei 9 giovani che stanno cambiando il mondo. In peggio forse...
Uno che come "modello di riferimento", role model, ha Linda Sarsour, la tizia che benevolmente vuole portare la sharia nel mondo occidentale perché obbligare le donne a non studiare e girare col velo è 100% femminista e civile, che insieme a tante ha ammesso nella sua "women's march" una terrorista clandestina che ha mentito sulla sua affiliazione a gruppi terroristici islamisti.

Insomma un turbinio di melma che ti fa domandare perché hanno tanto paura di passare per "razzisti e islamofobi" da permettere a gentaglia simile di parlare, o da regalare ad un ragazzino un privilegio assurdo solo perché ha fatto una richiesta da mentecatto ma molto SJW...

Gli Stati Uniti sono nei guai... ormai le università sono un covo di poveri dementi violenti e propensi alla distruzione e censura del pensiero altrui. Hanno ragione loro punto e basta, e sono disposti a massacrarti di botte per dimostralo.
Ricorda nulla?

La lezione che danno è che apparire, fare marketing, è molto più importante della sostanza, il che è completamente sbagliato e castra la meritocrazia. Non si ha merito della capacità ma delle filastrocche ripetute a memoria come pappagalli...

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