The woman king è un film revisionista

Qualcuno ne ha già sentito parlare: "The woman king" è un film che parla delle eroiche gesta delle donne guerriero del regno Dahomey che combattono i colonialisti europei. Detta così sembra nemmeno troppo male. E invece NO, va molto male.


Non appena fu annunciato il film e il primo trailer che glorifica le gesta delle guerriere africane sbucò nel web qualcuno che fece subito della grassa ironia sul fatto che le "amazzoni" africane in realtà non abbiano sconfitto nessuno, ma furono sterminate  riuscendo ad uccidere nell'ultima battaglia si e no una trentina di francesi.

Insomma le loro battaglie non sono una vera e propria ricostruzione storica fedele... Ma quello è proprio il problema minore, quella è la glassa di azione e "girl power" che hanno dato alla pellicola. E' la pellicola in sé ad essere una porcheria di proporzioni siderali.

Il vero problema di questa produzione infatti è che il regno Dahomey è tutt'altro che un buon esempio da seguire, qualcosa a cui guardare con orgoglio o ammirazione: quella gente andava per villaggi e capitali di regni limitrofi a compiere scorribande che nemmeno i pirati. Eliminavano chiunque, saccheggiavano i villaggi e vendevano i prigionieri come schiavi.

Erano schiavisti! Ma di quelli belli accaniti. Basavano la loro intera economia sulla tratta, e avevano un esercito sempre e comunque armato e pronto ad invadere e terrorizzare i malcapitati di turno. Quella gente seminava terrore.

La loro avidità raggiunse livelli tali che addirittura gli inglesi gli fecero pressioni perché la finissero con (visto che loro lo abolirono nelle colonie, pare non per altruismo comunque) e si dedicassero magari alla produzione di olio di palma.

Ma erano molto restii al cambio perché pur provando a commerciare in olio di palma non riuscivano ad avere una rendita nemmeno lontanamente simile a quella che avevano tramite lo schiavismo, così in poco tempo tornarono allegramente a fare incetta totale dei poveri disgraziati con cui confinavano.

Disgraziati che venivano non solo venduti o usati come schiavi nel regno stesso, ma erano costretti a diventare soldati o vittime sacrificali per i loro rituali.

No non è un eufemismo, i dahomey facevano sacrifici umani, e nemmeno pochi.
Per la morte di un re arrivarono a sacrificare 1500 uomini nel giro di due anni, ovviamente tutti schiavi prigionieri di guerra.

Insomma il film "il regino" glorifica uno fra i regni più sanguinari e bestiali della storia dell'Africa, a quale pro è facile da capire: intendevano usare la presenza di una divisione dell'esercito al femminile come esempio e ispirazione per le donne. Ovviamente scremando qualsivoglia aspetto negativo ruotava loro attorno, tanto la gente è ignorante e non capisce nulla... E invece no.

Il film malgrado le premesse non è stato un gran flop al botteghino, nonostante i "woke" a malapena sanno sbucciare una banana in tre, ma non lo si può definire nemmeno un gran successo nonostante la nomination agli oscar.

Non è stato un disastro nonostante la giusta rabbia della comunità africana nel vedere glorificato dei sanguinari schiavisti che hanno spazzato via interi villaggi mansueti e perché gli pesava lavorare onestamente, e che hanno contribuito alla tratta atlantica in modo massiccio: si ipotizza dal 2,5% al 15% del totale.

Hanno puntato sul "girl power" ma le guerriere "amazzoni" erano tutte comunque agli ordini del re, erano loro mogli addirittura, ma di terz'ordine: non potevano dormire con lui né portare i loro figli, ma essendo sposate con lui non potevano dormire formalmente con nessun altro. Insomma il girl power se lo sono dovuto inventare di sana pianta e si sa che le bugie hanno le gambe corte.

L'attrice Lupita Nyong'o avrebbe dovuto partecipare alla pellicola ed era già stata scritturata, quindi incuriosita della storia di questo regno "fra i più potenti dell'Africa dell'epoca" se l'è studiata scoprendo il mare di melma che i produttori cercavano di indorare e si è immediatamente chiamata fuori dalla pellicola dissociandosi pubblicamente. Non solo, ha fatto l'ulteriore passo di girare un documentario per meglio raccontare la storia e gli orrori del regno Dahomey.

Tutto questo è grottesco. Il film è stato recensito in maniera molto positiva nonostante il revisionismo storico attuato. Vorrei vederli glorificare un film dove donne naz***e eliminano gente innocente nel sonno, perché sinceramente personalmente non vedo molta differenza.

Lettura molto interessante, che rimanda a fonti africane e di autori neri.