Non chiamateli snowflake

La snowflake generation, generazione fiocco di neve, è un termine coniato nei paesi anglosassoni per descrivere i "millenials", i ragazzi che vanno dai 16 ai 24 anni. Sono i SJW, i woke, sono quelli perennemente offesi, perennemente in crisi di nervi, quelli che non ammettono alcun contraddittorio o parere contrario e cercano di reprimerlo con la forza o nascondendosi negli "safe space".
A quanto pare non sono contenti di essere chiamati "snowflake".

Snowflake being snowflake

Il sotto titolo non è scelto a caso, perché ora gli "safe space", letteralmente stanze "sicure" dove nessuno può "mettere a disagio qualcuno con opinioni differenti" o simili, non bastano più.
Ora la generazione snowflake afferma che chiamarli snowflake li mette a disagio e la cosa ha ripercussioni sulla loro salute mentale.

Come può una bagginata simile avere ripercussioni sulla salute mentale di qualcuno? Semplice: è uno snowflake. Snowflakes being snowflakes. Insomma i piagnoni perennemente oppressi e con la sindrome del vittimismo si sono lamentati e ribellati ma hanno solo dimostrato che chiamarli snowflake è la cosa più corretta che si possa fare.

Nell'articolo di The Guardian vengono riportati numerosi dati che regala un quadro devastante di questa generazione del "did you assume my gender" e degli individui con trenta o quaranta patologie mentale autodiagnosticate, tutte assieme:

Il 72% dei giovani afferma che il termine è appioppato in modo ingiusto, secondo loro non calza, però poi il 74% sostiene che un tale termine mina la loro salute mentale. Esatto, si sono contraddetti nel giro di due domande: se non li tange perché se ne fanno così tanto un cruccio da diventare matti?

Almeno metà dei millennials ha sofferto di ansia o stress, comparato con la media di un terzo del Regno Unito. Il 13% sostiene di avere problemi mentali ma non aver cercato aiuto, contro il 7% della media degli adulti.


E dicono che chiamarli "snowflake" sia deleterio.
Ma come dovresti chiamare qualcuno che si offende così facilmente? 
Come dovresti chiamare qualcuno che mette alla gogna pubblica un ragazzo autistico per il solo fatto che ti ha chiesto di battere il cinque?
Come dovresti chiamare quelli che si rintanano negli "safe space" così che nessuno possa dissentire con le loro opinioni?

Drago? Leone?
Beh il termine giusto fa solo rima con leone...

Insomma, snowflake being snowflake. Li chiami mollaccioni e dicono che non devi chiamarli così perché troppo mollaccioni per incassare il colpo.

Linko the guardian che pur essendo delle loro stesse idee non è riuscito a difenderli completamente, figuriamoci come stanno messi.

Commenti

  1. non voglio far partire flames, prendila come una critica costruttiva se puoi, ma secondo me dovresti tornare a scrivere articoli con lo stile iniziale, ultimamente quello costantemente triggerato e soprattutto arrogante sembri tu. mi ricordo che il motivo per il quale ho cominciato a leggerti erano gli articoli interessanti e soprattutto rilevanti, spesso a sfondo divulgativo ma con un tono meno impostato, non una non ben definita lotta di "non classe" contro qualche esaltato che sfocia nel volgare aggressivo. Oltretutto con 'sta storia degli snowflakes condividi il linguaggio (e ti assicuro che passi) da tifoso trumpista educato a MacDonald e AR-15, non so ma la qualita' sembra molto degenerata. Non si ricava nulla da un articolo cosi' e' solo sfogo, va bene se capita una volta per parlare di una coglionata fuori misura, ma cosi' sembra che tu abbia solo trovato un bersaglio per sfogarti come farebbe un ultras.

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    1. Solo perché non vedi l'utilità di una cosa non significa non ci sia.

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    2. "Lo stile iniziale" cioè quando si incazzava ben peggio coi veganimalardi: beh, visto il tipo di soggetti che si trattavano e si trattano ora, stai a dar ragione a Palle

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