L'olio di palma è forse l'alimento, se così possiamo definirlo, che ha subito più campagne di disinformazione di sempre, forse più della carne stessa. Hanno martellato tanto che molti produttori lo hanno eliminato dai loro prodotti, ma tutte le storie che raccontavano sull'olio erano vere?
Analizziamo i fatti:
La "scoperta" che coltivare toglie territori alla natura e agli animali
Una delle argomentazioni contro l'olio di palma è che la sua coltivazione ruba territori alla natura, scatenando deforestazioni e impoverimento degli habitat degli animali.Così molti hanno chiesto di boicottarlo, come se gli altri oli si ottenessero facendo spremuta di nuvole o bastasse recitare abracadabra per farlo comparire.
La cosa che rende ancora più stupido questo boicottaggio, specialmente per ragioni "green", è il fatto che se non si usa quello per forza si useranno altri prodotti. E' naturale, se c'è un ammanco questo va sostituito.
Ora l'olio di palma viene impiegato massicciamente perché a temperatura ambiente è solido, costa poco coltivarlo e trasportarlo, ma soprattutto è quello che RENDE DI PIU'!
Del resto il contenuto di grassi idrogenati è piuttosto altino, ma non più del burro e a differenza di questo non ha colesterolo! Come pussiamo affermare che l'olio di palma è devastante per la salute quando il burro ha qualche grammo di grassi saturi in più, 52 per etto contro i 49 dell'olio di palma.
Come se gli altri oli non necessitassero coltivazione
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Ora l'olio di palma viene impiegato massicciamente perché a temperatura ambiente è solido, costa poco coltivarlo e trasportarlo, ma soprattutto è quello che RENDE DI PIU'!
A parità di terreno impiegato nella sua coltivazione si ottiene più prodotto, quindi ha degli immensi vantaggi sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale.
Ma questo "piccolo" ragionamento non è bastato a fermare il boicottaggio, almeno in occidente in cui a quanto pare ci piace tanto darci la zappa sui piedi, e ora si utilizzano più terreni per coltivare l'olio usato per sostituire quello di palma.
Ma detto così non rende bene l'idea del disastro che è stato questo boicottaggio, quindi quantifichiamolo: le palme da olio producono cinque volte (il 500% insomma) di più rispetto ad una piantagione di arachidi, sette volte (700%) rispetto una di girasoli.
Se prima si usava un ettaro di terreno per coltivare le palme, per coltivare i girasoli ne servono SETTE.
Dove è l'ecologia? Dove abbiamo "salvato" le foreste? Dove abbiamo sbagliato?
La soluzione al problema: coltivazioni sostenibili
Come succede con la soia e la foresta amazzonica anche il boicottaggio e la propaganda contro l'olio di palma è impregnata di idee utopistiche di fanciullesca "ingenutità": se smettiamo di usare l'olio di palma smettono di deforestare!Certo, per sostituirlo con cosa? Se quella gente è senza scrupoli continuerà a deforestare, se non capisce che sta facendo danni specialmente. Inutile spostare il problema, l'unica soluzione è coltivare in modo sostenibile, senza abusare dei terreni perché "tanto poi disboschiamo tutto e ne abbiamo altri". E infatti Ferrero ha affermato di approvvigionarsi da coltivatori responsabili.
Perché non si fa così allora: si boicottano gli irresponsabili che depauperano e poi deforestano per poi ripetere lasciandosi dietro lande desolate oppure semplicemente smettiamo di usare un prodotto senza cambiare niente ma mettendo la coscienza a posto, in qualche maniera?
Poi vediamo anche il terrorismo mediatico sui danni dell'olio per le persone:
Ma fa male alla salute!
Come per tante cose l'importante è non esagerare e abusare di questo olio, consumandone piccola quantità.Del resto il contenuto di grassi idrogenati è piuttosto altino, ma non più del burro e a differenza di questo non ha colesterolo! Come pussiamo affermare che l'olio di palma è devastante per la salute quando il burro ha qualche grammo di grassi saturi in più, 52 per etto contro i 49 dell'olio di palma.
Ma soprattutto, perché usiamo ancora il burro pur con le dovute raccomandazioni ma molti hanno eliminato l'olio di palma dai propri prodotti?
La margarina poi era piena di grassi trans, in quantità che in alcune produzioni si avvicinava a quella dell'olio di palma: 40 grammi contro 49. Anche in questo caso nessuna campagna martellante, non hanno passato decenni a fare disinformazione.
Alcuni dei detrattori principali di quest'olio sono stati molti gruppi di vegani animalisti, come vediamo anche dall'immagine che ho allegato in questo articolo. Ma loro usano come alternativa l'olio di cocco, che contiene molti più grassi saturi: 82 grammi ogni etto, contro i 49 grammi dell'olio di palma.
Se l'obbiettivo fosse stato veramente curare la salute delle persone, i principali consigli sarebbero stati di non consumare assolutamente olio di cocco e margarina (almeno quella che si produceva all'epoca della disinformazione dell'olio di palma, piena di grassi trans), non contro l'olio di palma, di cui era sufficiente consumarne piccole quantità.
Un boicottaggio dannoso e redditizio
Come immaginabile, visto che l'olio di palma produce cinque volte più prodotto rispetto altre coltivazioni, il problema della deforestazione e povertà nei paesi produttori si è solamente aggravato.
Tutto questo perché fra chi spingeva per il boicottaggio erano alcune associazioni che, seppur spinte (forse) da buone intenzioni, erano finanziate e probabilmente disinformate da produttori di altri oli che avevano enormi interessi economici ad affondare la concorrenza.
Oggi, alla luce dei risultati disastrosi sia per l'ambiente ed economia dei produttori che per il sapore dei prodotti, molti hanno cambiato rotta puntando per una coltivazione sostenibile piuttosto che il boicottaggio.
Infatti negli ultimi anni la richiesta dell'olio di palma sta crescendo, ma rimane il monito:
Se qualcuno con molti soldi decide cosa dobbiamo pensare e cosa deve accadere, farà in modo di plasmare idee e avvenimenti.