Stavolta il nemico pubblico numero uno è Starbucks, reo di aver approdato in suolo italico con i suoi caffè improponibili e oggettivamente troppo cari. La cosa non è stata apprezzata da tutti e le reazioni sono state quantomeno fantasiose, ne voglio prendere in esame una emblematica:
Noi abbiamo il caffè originale!!!
Ho trovato per caso questo commento nell'evento "Inaugurazione Starbuks in Italia" su Facebook, dove un certo Jacopo ha esternato il suo pensiero curioso:"Startbucks e' stata inventata da uno stro**o che si stava bevendo un espresso in un bar di Milano, e ha avuto la grande idea di prendere del caffe' scadente col bicchiere di carta invece che in tazza e venderlo in America."
Starbucks è nata per portare in America qualcosa come la caffetteria italiana, dopo che il CEO aveva visitato i locali di Milano. Ovviamente americanizzando il tutto, cioè rendendo il caffè acqua sporca e i prezzi esorbitanti. Effettivamente ha ragione, ma avrebbe potuto prenderlo come apprezzamento e omaggio forse.
"Noi abbiamo l'originale, non ce ne frega molto del fo***to caffe' con la cannella, venduto da persone tristi (perché lavorano in una catena) col cappellino verde."
Si ok non ti piace non andarci... Domino's pizza del resto qui ha fallito miseramente, se fanno caffè tanto orrendo chiuderanno anche loro. No?
"Queste catene della min**ia arrivano, ci danno roba più scadente e più cara, si prendono i soldi e tolgono mercato alle attività locali."
Non possono togliere mercato se fanno prodotti scadenti che non piacciono, di nuovo cito Domino's pizza. Se ti fai mettere in difficoltà da gente che non ha mercato e offre prodotti scadenti significa che i tuoi sono più scadenti. Credo che il "mercato" di starbucks siano solamente studentelli snob disposti a farsi infinocchiare 10 euro per un caffè di mezzo litro di cui vedi il fondo del bicchiere in cartone come fosse acqua di fogna.
"Poi ci si lamenta che c'e' crisi. W i caffe' e i bar italiani. "
Che c'entra la crisi? Appunto che c'è crisi molta meno gente andrà a prendere la roba che costa di più.
Supportare le piccole realtà locali e non le multinazionali
Il commento si chiude così:
"Support the people not the corporations."Beh su questo punto posso essere pure d'accordo nonostante l'opinione colorita. E' vero che il denaro circola, ma se circola sempre e comunque nelle tasche di pochi i cui dipendenti sono pagati pochissimo allora l'economia ne risente rispetto allo scenario del denaro che circola in tasca a 20 volte più persone che mediamente guadagneranno di più di un dipendente sfruttato.
L'importante è che il denaro circoli, e se si concentra tutto in poche mani non circolerà.
Ma il "caffè" di Starbucks è buono?
Devo essere sincero, ho assaggiato il loro caffè freddo. Mi è capitato a prezzo stracciatissimo tramite canali che ora non nomino, ma sono riuscito a portarne a casa due da un supermercato. Erano in scadenza (e qualcuno qui avrà già intuito di che canali parlo), segno che nessuno li aveva voluti. E infatti il prezzo era esorbitante, non ricordo con precisione ma superava i 3 euro. Superiore a qualsiasi altra alternativa.
Detto questo non era cattivo, anzi erano buono. Molto lontani dal caffè tradizionale, ma come bevanda erano assolutamente bevibili. Ma ci sono alternative più economiche. Con un prezzo inferiore ne varrebbe la pena. Quello e definirlo "caffè" sono i problemi principali del marchio in Italia, secondo me.
Starbucks nel 2024 ha chiuso in rosso
Segno che Jacopo non era l'unico a non apprezzare il caffè americano, la catena ha chiuso il 2024 con una perdita di 1,86 milioni di euro. Nonostante questo ha aumentato i ricavi di 46,7 milioni di euro con le tredici nuove aperture. La catena stava investendo molto per espandersi, ma ora prevede di aprire solamente 5 nuovi punti vendita. Ora sono 47 in totale.
Il piano iniziale della catena era di arrivare a 300 punti vendita entro i primi dieci anni, ora sono quasi passati quei 10 anni e stanno nemmeno a metà strada. Insomma, Starbucks non si è espansa molto e inizia ad arrancare. Il caffè in Italia è ancora visto come tradizione intoccabile dai più, anche se la catena di è ritagliata una clientela affezionata (al finocchio, opinione mia).
Immagino siano degli studenti, perché tutti gli altri trovano caffè scadenti a prezzi esorbitanti.
La catena ha un futuro incerto (a meno di un miracolo non sopravvivrà) in Italia, penso che difficilmente si adatteranno al mercato italiano, un po' come è successo a Domino's pizza (magari ne parlo in separata sede).
Se anche dovessero offrire caffè più vicini alla tradizione italiana rimarrebbe sempre il problema principale: perché pagarlo 8 euro quando al bar caffè e pasta li pago meno di 3 euro?
Conclusione
Starbucks si è scontrata con un muro culturale praticamente invalicabile. Se dovessero chiamare i loro "caffè" con un altro nome e abbassare i prezzi adattandosi alla mentalità ed economia italiana potrebbero avere una mezza speranza di continuare ad esistere nel Belpaese, altrimenti il loro destino è segnato.
📚 Fonti e approfondimenti
Per chi desidera approfondire la situazione economica di Starbucks in Italia e il dibattito culturale sul caffè americano, ecco alcune fonti affidabili e contestuali:
- Retail&Food – Starbucks Italia chiude il 2024 in rosso: analisi del bilancio 2024 di Siren Coffee Srl, con focus su investimenti, ricavi e piano di espansione ridimensionato.
- Analisi Corporate – Bilancio consolidato Starbucks 2024: dati globali su fatturato, utile netto e andamento dei punti vendita, con ripartizione geografica e confronto con l’anno precedente.
- Starbucks Investor Relations – Risultati finanziari globali 2024: comunicato ufficiale della casa madre con dati su vendite, margini operativi e andamento del programma fedeltà.
