Nel 2025, il dibattito sulla tutela delle opere dell’ingegno è più acceso che mai: tra intelligenza artificiale generativa, “dupe culture” e controversie su mascotte e personaggi iconici, i confini tra ispirazione e plagio sono sempre più sfumati. In questo contesto, il caso giudiziario tra Big Red, mascotte della Western Kentucky University, e il Gabibbo di Antonio Ricci torna a far parlare di sé come esempio emblematico di scontro tra creatività, diritto d’autore e cultura pop. Ripercorriamo la vicenda che ha attraversato oltre 15 anni di tribunali, tra accuse di plagio, sentenze definitive e colpi di scena legali.
La Nascita del Contenzioso
Il motivo è semplice ed è meglio riassumibile con un'immagine di "Big Red":
La Sentenza del 2017
Il contenzioso si è concluso nel 2017 quando la Corte di Cassazione ha rigettato l'accusa di plagio. Con quella sentenza, è stato stabilito che il Gabibbo non costituisce un plagio del Big Red e che il Big Red non raggiunge livelli di creatività tali da essere considerato un'opera dell'ingegno soggetta a diritto d'autore.
Il Nuovo Contenzioso e la Sua Risoluzione
Dopo la sconfitta, Ralph Carey ha iniziato un nuovo contenzioso per ottenere il riconoscimento come ideatore del Big Red e un risarcimento per lesione del proprio diritto non patrimoniale. Questo nuovo contenzioso è stato dichiarato nullo il 15 maggio 2021, e Carey è stato condannato al rimborso delle spese legali.
Inoltre, Carey è stato querelato per falso materiale in atto pubblico poiché i documenti presentati differivano da quelli depositati negli archivi dell'università del Kentucky, portando a una condanna.