Inflazione o agflazione? Una questione di definizione
L’aumento dei prezzi degli ultimi anni è stato spesso attribuito a un’inflazione “classica”, ma molti economisti parlano invece di agflazione: un termine che indica l’aumento dei prezzi causato da speculazioni su beni primari (energia, grano, carburanti), piuttosto che da un eccesso di domanda.
Esempi evidenti:
Gas e carburanti: rincari giustificati dalla guerra in Ucraina, ma spesso amplificati da dinamiche speculative.
Grano e cereali: aumenti sproporzionati rispetto all’effettiva dipendenza dall’import ucraino. L'Italia importa quantità di grano risibili dall'Ucraina, eppure i prezzi sono schizzati comunque alle stelle.
Petrolio: prezzi alla pompa in crescita nonostante il barile ai minimi storici.
In questo contesto, alzare i tassi per “raffreddare i consumi” è una risposta sbagliata a un problema mal diagnosticato.
Nel 2025, il potere d’acquisto degli italiani è sceso del 12% rispetto al 2020, mentre i profitti delle aziende energetiche sono saliti del 90%. Fa rabbia pensare che i potenti colpiscono i poveri che sono stati colpiti da altri potenti. Ma questa è la realtà.
Grafico: andamento dei tassi BCE 2022–2025
Fonte: Finanza Digitale
Come si vede dal grafico, dopo una fase di rialzi iniziata nel 2022, la BCE ha iniziato a tagliare i tassi nel 2025, con una riduzione complessiva di oltre 200 punti base in sei mesi.
Il retrofront è stato però tardivo, anzi l'aumento vertiginoso dei tassi non si doveva fare punto e basta:
Gli effetti della stretta monetaria
🏠 Famiglie
- Tasso BCE: 0%
- Tasso medio mutui: 1,3%
- Rada media mutuo: 500€ mese
- Consumi: in calo per pandemia
- Tasso BCE: 4,5%
- Tasso medio mutui: 4,92%
- Rada media mutuo: 750-886€ mese
- Consumi: in calo per carovita
- Tasso BCE: 2%
- Tasso medio mutui: 3,17-3,54%
- Rada media mutuo: 599-804€ mese
- Consumi: +1,5% (dopo cinque anni di calo)
🏢 Imprese
- Tasso medio finanziamenti: 2,34%
- Accesso al credito: Facilitato da misure anticovid
- Investimenti: Sospesi per incertezza pandemica
- Tasso medio finanziamenti: 5,45%
- Accesso al credito: Difficile, -6,6% credito PMI
- Investimenti: Congelati per costi e dazi
- Tasso medio finanziamenti: 3,56%
- Accesso al credito: Migliorato, ma con spread territoriali
- Investimenti: In ripresa moderata ma cauti
📉 Tassi BCE nel tempo
Data | Tasso BCE | Inflazione Area Euro |
---|---|---|
Gen 2020 | 0% | ~1,3% |
Set 2023 | 4,5% | ~4,3% |
Lug 2025 | 2% | 2,0% |
Stipendi stagnanti, inflazione “fantasma”
I salari reali sono in calo da oltre 30 anni, soprattutto in Italia. Se i redditi non crescono, come possono alimentare l’inflazione? La risposta è che non lo fanno. Eppure, la BCE ha agito come se il problema fosse la domanda interna, ignorando il ruolo della speculazione e dei margini di profitto, in aumento vertiginoso specialmente a seguito di lockdown Covid e la guerra in Ucraina.
Profitti record dal 2020 al 2025: chi ha davvero guadagnato dalla crisi
Dal 2020 a oggi, mentre famiglie e PMI affrontavano pandemia, inflazione e stretta monetaria, alcuni settori industriali hanno registrato aumenti di profitti a doppia o tripla cifra. Non si tratta di un fenomeno uniforme, ma di una crescita concentrata in comparti strategici:
Energia e gas: secondo Confcommercio, tra il 2019 e il 2025 i costi dell’energia elettrica per le imprese italiane sono aumentati del 107%, mentre quelli del gas sono cresciuti del 90,4%. Questo ha generato margini straordinari per i grandi operatori energetici, soprattutto durante la crisi ucraina, quando i prezzi sono saliti ben oltre i costi reali di approvvigionamento.
Industria bellica: il SIPRI ha rilevato che nel 2023 i 100 principali produttori di armi hanno registrato profitti per 598 miliardi di euro, con un incremento del +4,2% rispetto al 2022. Alcune aziende europee e statunitensi hanno visto crescite a doppia cifra grazie alla domanda legata ai conflitti in Ucraina e Gaza.
Big Tech e Intelligenza Artificiale: nel 2025, secondo [Deloitte](fonte interna), l’adozione dell’IA generativa ha aumentato i margini operativi delle grandi aziende italiane tra il +5% e il +15%, con un impatto potenziale sul valore complessivo stimato tra 149 e 446 miliardi di euro. I settori più avvantaggiati sono finanza, energia e manifattura. Tutto questo a scapito di molti posti di lavoro.
Speculazione finanziaria: il Sole 24 ore e PMI.it confermano che i rincari energetici sono stati amplificati da dinamiche speculative, con bollette aumentate del +56,5% rispetto al 2019 per le imprese del terziario. Questo ha favorito i grandi player del mercato, spesso con posizioni dominanti.
Grande distribuzione: Nel quinquennio 2019–2024, i profitti della grande distribuzione alimentare italiana hanno registrato una crescita costante, con margini tornati ai massimi dal 2019. Secondo l’Area Studi Mediobanca, i principali gruppi della GDO hanno in media incrementato i guadagni del 3%, il triplo rispetto l'inflazione dichiarata. Non solo hanno trasferito integralmente i rincari sui clienti, ma hanno aumentato sostanzialmente i margini. I discount hanno mostrato una redditività superiore: nel 2023 il loro ebit margin medio è stato del 4,8%, contro il 2,3% dei supermercati tradizionali. Tra i leader per utili cumulati spicca Eurospin, con 1,5 miliardi di euro di profitti tra il 2019 e il 2023, seguito da VéGé (1,3 miliardi) e Selex (1,29 miliardi). Anche Esselunga mantiene una posizione dominante, con 15.971 euro/m² di vendite nette sul mercato domestico, il valore più alto tra gli operatori italiani. In sintesi, mentre il carovita ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, ha consolidato la redditività delle insegne distributive, che hanno visto crescere i profitti in parallelo all’inflazione.
Conclusione: una strategia da ripensare
Il taglio dei tassi di giugno 2025 è un’ammissione implicita di quanto sostengo: la stretta monetaria non ha funzionato perché non ci troviamo di fronte ad inflazione ma a speculazione selvaggia. Hanno colpito i più vulnerabili, senza intaccare le vere cause dell’aumento dei prezzi. Se l’obiettivo è la stabilità, servono strumenti nuovi: regolazione dei mercati energetici, lotta alla speculazione e politiche redistributive. Insomma dobbiamo potenziare l'antitrust.
L'antitrust è l'unico strumento che può arginare "l'inflazione", perché in un contesto in cui i consumi sono in calo i prezzi dovrebbero scendere. Ma aumentano. Chiunque abbia studiato anche solo le basi dell'economia sa bene che questo non è normale.
📚 Fonti e approfondimenti
Per chi desidera approfondire l’impatto della politica monetaria della BCE e le dinamiche speculative che hanno influenzato l’economia europea tra il 2020 e il 2025, ecco alcune fonti affidabili e contestuali:
- Confcommercio – Analisi sul caro energia: studio sull’aumento dei costi energetici per le imprese italiane e i margini generati dai grandi operatori.
- Qui Finanza – Mutui e taglio tassi BCE giugno 2025: analisi sull’impatto della politica monetaria sui mutui e sul potere d’acquisto delle famiglie.
- Finanza Digitale – Storico tassi BCE 2006–2025: grafico e tabella aggiornati sull’andamento dei tassi di interesse BCE.
- Banca d’Italia – Bollettino economico BCE n.4/2025: documento ufficiale con analisi sulle decisioni di politica monetaria e le proiezioni macroeconomiche.
- ANSA – Record farmaceutico italiano 2025: dati ufficiali sulla crescita del settore farmaceutico e sull’export record.
Queste fonti offrono una panoramica completa e documentata sulle dinamiche economiche che hanno caratterizzato il quinquennio 2020–2025, evidenziando il ruolo della speculazione, della politica monetaria e delle disuguaglianze strutturali nel determinare l’andamento dei prezzi e dei profitti.