Nel 2015 pubblicai un articolo su Tess Holliday, la modella plus-size spesso presentata dai media come paladina del body positivity. Oggi si è nuovamente distinta per la sua affermazione di soffrire di anoressia nervosa — nonostante un evidente e persistente stato di obesità — ha generato una nuova ondata di attenzione mediatica e incredulità pubblica. Ma quanto c’è di vero nella sua affermazione? Considerando il suo aspetto fisico, si fatica a conciliare l’immagine pubblica di Tess Holliday con una diagnosi di anoressia nervosa. Ma soprattutto: è giusto affidare temi così delicati a testimonial così controversi?
Anoressia atipica: una diagnosi reale ma difficile da raccontare
Secondo il DSM-5, esiste una forma di anoressia definita “atipica” in cui il paziente presenta tutti i sintomi psicologici e comportamentali della malattia, ma senza un significativo sottopeso. Si tratta di una condizione clinicamente valida, spesso sotto diagnosticata, specialmente in soggetti sovrappeso o obesi, per via di pregiudizi radicati nell'immaginario collettivo.
In pratica sono soggetti che fanno troppa attività fisica, mangiano pochissimo e hanno perso tanto peso in poco tempo, segni tipici dell'anoressia nervosa, ma si presentano comunque come "in linea", cioè nel peso forma. Ma la loro salute è messa comunque a rischio dalla repentina perdita di peso.
Tess Holliday quindi potrebbe soffrire di Anoressia atipica?
Guardando i contenuti pubblicati sui suoi canali social, Holliday appare spesso in contesti alimentari abbondanti e sedentari, elementi che sembrano in contrasto con i comportamenti tipici dell’anoressia nervosa.
E questo senza tirare in ballo le precedenti controversie a cui il personaggio ci ha abituati, ma ci arriveremo.
Il ruolo dei media: amplificatori o manipolatori?
Quando i giornali si affrettano a rilanciare titoli come “Tess Holliday rivela: sono anoressica”, il rischio non è solo quello di diffondere disinformazione, ma di plasmare l’opinione pubblica con una narrazione semplificata e fuorviante. La questione non è se Holliday abbia o meno una diagnosi clinica, cosa di cui comunque dubito personalmente, ma quanto sia utile e responsabile affidarle il ruolo di portavoce.
I disturbi alimentari sono malattie serie. Vanno affrontati con competenza, cautela e rispetto per i pazienti. Quando il giornalismo cede all’effetto shock, perde la sua funzione sociale e si avvicina pericolosamente alla propaganda. Oppure hanno ceduto ad un "finanziamento privato" e hanno agito da megafono molto poco superpartes.
Conclusione: criticare non vuol dire negare
L’anoressia atipica esiste. Ma per favorirne la comprensione pubblica serve chiarezza, responsabilità e voci competenti. Tess Holliday può aver vissuto un disagio reale, ma ciò non basta per farne una testimonial efficace o credibile. Chi racconta questi temi — stampa, influencer, opinionisti — ha il dovere di farlo con rigore e onestà, e non inseguendo solo visibilità.
Prima di affidare a Tess Holliday il ruolo di testimonial sui disturbi alimentari, sarebbe opportuno ricordare le accuse di truffa e manipolazione che l’hanno accompagnata per anni.
Ultimo aggiornamento: Settembre 2025
📚 Fonti e approfondimenti
- Roba da Donne – Tess Holliday e lo stigma dell’anoressia atipica: intervista e riflessione sulla diagnosi e la percezione pubblica.
- Metropolitan Magazine – Tess Holliday confessa di soffrire di anoressia nervosa: dichiarazioni e reazioni sociali.
- Fanpage Donna – Tess Holliday e la lotta contro l’anoressia nervosa: analisi del messaggio body positivity e delle critiche ricevute.
Queste fonti offrono una panoramica completa sul dibattito attorno alla figura di Tess Holliday e alla diagnosi di anoressia atipica, evidenziando le tensioni tra comunicazione mediatica e realtà clinica.