UK: campagna contro accoltellamenti definita razzista

Nel Regno Unito gli attacchi all'arma bianca, cioè accoltellamenti, sono diventati una vera e propria piaga, tanto che le autorità sono corse ai ripari con una massiccia campagna che accompagna diverse misure di sicurezza. Tutto normale, tranne per i "buoni".
Le sopracitate misure di sicurezza consistono, fra le altre cose, nel non vendere i coltelli da cucina ai minorenni, perfino i coltelli giocattolo sono stati regolamentati. Non si può comprare una lama se non si mostrano i documenti e probabilmente l'acquisto viene registrato dalle forze dell'ordine come avviene con le armi di libera vendita.



Ovviamente tutto questo da solo non è sufficiente, serve anche arginare la causa degli attacchi con il coltello. Così il ministero degli interni ha deciso di affiancare queste misure con una massiccia campagna di sensibilizzazione: #knifefree. Senza coltelli.

Questa campagna è stata indirizzata alle catene di fast food di pollo fritto e consisteva in una scatola nera con scritta bianca distribuita in 210 "ristoranti". All'interno di queste scatole sono riportate le storie di ex criminali che si sono lasciati alle spalle una vita miserabile in cui gli attacchi con coltelli erano fin troppo presenti.

Quanto fosse stata efficace non lo so, ma in ogni caso è sempre meglio che non fare niente. Almeno ci hanno provato.

Non è quello che devono aver pensato i fresconi di turno, annoiati dallo stare tutto il giorno sul divano a fare niente e probabilmente accortosi di non aver sputato la sua superiorità morale sul mondo intero.
Hanno subito colto la palla al balzo per offendersi e definire tale campagna razzista!

Io mi sono interrogato a lungo su cosa potesse esserci di razzista nel leggere le storie di persone che sono state ferocemente attaccate con una lama affilata, ma non ho trovato nessuna spiegazione logica a tale farneticazione.

La "logica" degli sveglioni è questa: le catene di fast food vendono pollo fritto.
Lo sanno tutti che esiste lo stereotipo che il pollo fritto lo mangiano solo i neri, quindi è implicito che la campagna fosse indirizzata unicamente a loro. Da questo si evince che chi ha pensato a questa campagna pensa che gli attentatori siano tutti neri quindi è razzista.
Uno undici centoundici!

Non gli è passato nemmeno nell'anticamera del cervello, ammesso che il suo non sia costituito solamente dall'anticamera, che la maggior parte dei responsabili degli attacchi con coltello sono i giovani, e che questi in generale prediligono i fast food sia perché "veloci" sia perché in media costano meno degli altri ristoranti.

Nooooo, assolutamente e senza dubbio sono tutti razzisti! Anche se le statistiche indicano che la clientela media di quei fast food è al 64% composta da giovani dai 24 anni in giù.

Che dire, se ancora c'è gente che da retta a questi deliri partoriti da depravati simili o è come loro o è peggio di loro, non ci sono altre spiegazioni. I salti mortali fatti per poter fare un processo pubblico totalmente inutile e giustificare così la loro miserabile esistenza di "attivista da tastiera" sono patetici.

E sto parlando anche di giornalisti BBC come Yasmin Evans, il deputato David Lammy il ministro dell'interno "ombra" Diane Abbott.

Una scarica di serotonina proveniente dal denunciare il nulla cosmico accusando a mentula canis il prossimo. Una overdose di autocompiacimento e imbecillità che stanno letteralmente rovinando la società visto che ormai, grazie a ruderi umani simili, non si può più nemmeno tentare di arginare la criminalità che ti saltano alla gola.

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