Ettore Weber è morto per una fatalità

La notizia della morte di Ettore Weber, esperto addestratore, ha ovviamente scatenato una marea di reazioni ignoranti e il solito odio viscerale degli "animalisti". La prima ignoranza è partita dai giornalisti stessi (e ovviamente la cosa non stupisce) che parlano di "aggressione" o "attacco" da parte delle tigri...

Prima di scrivere questo articolo ho parlato con Giacomo Ferrari, anche lui un esperto addestratore di grandi felini, che mi ha spiegato cosa in realtà è successo, a grandi linee, in quella sfortunata circostanza:


Le tigri hanno un modo di comunicare che è ovviamente diverso da quello che hanno le persone: comunicano tramite linguaggio corporeo, atteggiamenti, ruggiti e anche zampate.
La zampata della tigre è come una nostra leggera spinta, significa "allontanati".

Fra tigre e tigre non crea problemi, fra tigre e uomo la forza della tigre fa la differenza perché la tigre non riesce a "dosare" la sua forza.

Di zampate le tigri ne tirano tante, questa volta però quando Ettore camminava vicino la tigre che lo ha fatto cadere, non si sa bene perché, questa ha tirato una zampata più forte del solito.
Molto probabilmente, sostiene Giacomo, la tigre voleva solo allontanarlo, quindi parlare di "aggressione" o "attacco" è sbagliato.

Anche quando si sono avvicinate le altre tigri all'uomo caduto a terra non si è trattato di un attacco, ma le tigri erano incuriosite da quello che succedeva e hanno iniziato a giocare.
La fatalità ha voluto che le tigri colpissero il povero Ettore proprio al collo, uccidendolo sul colpo.
Le tigri quindi, trovandosi di fronte ad un corpo inerme hanno continuato con il loro "gioco", che si è trasformato in predatorio. Se Ettore non fosse morto e si fosse difeso fisicamente e urlando alle tigri probabilmente le avrebbero potute fermare. Però purtroppo, fatalità dopo fatalità, Ettore Weber è morto prima di poterlo fare...





Giacomo mi ha detto che puoi buttare pure una coperta alle tigri che loro ci giocheranno come hanno fatto, purtroppo, con Ettore, perché appunto non c'è alcuna risposta.

Insomma si è trattato di un incidente. Le tigri non avevano probabilmente nessuna intenzione di uccidere l'addestratore, a cui erano sicuramente affezionate, ma si è trattato di una serie di sfortune, la prima la zampata più forte del solito che ha fatto cadere Ettore (ma potrei anche ipotizzare che forse, anche complice il caldo, Ettore possa aver sopportato male il colpo stesso o essere stato preso di sorpresa, ma sono mie supposizioni) e successivamente le tigri che si sono avvicinate a lui spinte da curiosità lo hanno purtroppo ucciso. Dobbiamo ricordarci che sono comunque animali che hanno una certa mole, forza e anche artigli.

Si, le tigri si affezionano al loro addestratore. Spesso le fanno nascere loro stessi e stanno insieme per tutta la vita. Me lo ha confermato Giacomo. Motivo in più per scartare l'ipotesi "aggressione".
E vista l'affezione e anche la fatalità dell'accaduto, un vero e proprio incidente, si confuta anche la credenza purtroppo molto diffusa che l'addestratore sia stato aggredito perché maltrattava gli animali.

Prima di tutto gli addestratori non usano assolutamente metodi violenti ma usano il metodo dolce (e non si chiama così per eufemismo), in secondo luogo non solo le tigri si affezionano all'addestratore, ma anche vice versa.
Del resto, le fanno nascere loro e ci stanno insieme praticamente tutti i giorni senza vacanze o week end, è normale che ci si affezionino e gli vogliano bene, no?

Aggiungo: l'ultimo incidente mortale prima di questo risale al 2000.
Le aggressioni da parte di cani sono 70 mila l'anno, ma nessuno accusa l'intera categoria dei "canari" (amanti dei cani) di maltrattare i propri animali per questo. Sarebbe bello che non si facesse anche con addestratori e circensi...
Per chi volesse approfondire ulteriormente la disinformazione ai danni di circensi e altri.