Secondo uno studio condotto su mille donne australiane chi riduce la quantità di carne rossa al di sotto delle quantità consigliate per la dieta è più propenso a sviluppare depressione e ansia del doppio rispetto a chi ne consuma una normale quantità.
Anche escludendo altri fattori, come fumo, condizioni sociali, peso, salute generale e attività fisica la correlazione rimane.
Ma non si parla di tutte le carni rosse, ma di ovini e bovini. Le altre, come il maiale, non hanno questa correlazione. C'è anche il rovescio della medaglia: eccedere regolarmente con le quantità consigliate (circa 400 grammi la settimana, divisi in 4 volte) annulla l'effetto benefico.
Ovviamente la carne deve essere di prima qualità, come le nostre provenienti da buoni allevamenti.
Insomma, sembra che come al solito un consumo ponderato e non eccessivo della carne rossa porti numerosissimi benefici, benefici che molti si perdono e lo danno pure a vedere.
Ricordiamoci di quella gente che parte con problemi psicologici orientandosi ad una dieta "estrema" e che poi addirittura peggiora. Questo studio conferma uno dei meccanismi che portano al peggioramento. Di uno dei tanti perché alla fine sono tante le cause: carenza di colesterolo buono, carenza di vitamina B12 (rara ma accade sempre più spesso) ecc ecc.
In ogni caso va sottolineato come in questo caso l'essere vegetariani o vegani non cambi nulla: anche se si mangia di tutto se si evitano agnello, pecora o vitello e manzo si rischia di incorrere in questo squilibrio.
Più manzo per tutti!
Aspettiamo l'ennesimo titolo sensazionalistico del tipo "la carne ti fa diventare giallo e ti si sgretolano le balle" oppure "se mangi carne in due secondi ti esplode lo sterno ed uno xenomorfo infesta la nave spaziale".
The telegraph
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