Manspreading: da metropolitana a diplomazia internazionale
Un tempo, il manspreading era considerato un problema di spazio vitale sui mezzi pubblici. Gli uomini che sedevano con le gambe larghe venivano accusati di invadere il territorio altrui, mentre le foto di donne occupanti quattro posti con borse e gambe distese passavano inosservate.
Oggi, però, il manspreading ha assunto un nuovo significato: un gesto di supremazia maschile. Secondo questa logica, Putin non si sarebbe limitato a sedersi comodamente, ma avrebbe lanciato un messaggio di potere attraverso la posizione delle sue ginocchia.
La scienza dietro il manspreading (spoiler: non è un complotto)
Per chi non lo sapesse, gli uomini tendono a sedersi con le gambe leggermente aperte per un motivo molto semplice: evitare di comprimere parti anatomiche delicate. Non è una strategia di conquista, né un segnale di aggressione. È biologia di base.
Eppure, questa spiegazione sembra non convincere alcuni gruppi, che preferiscono vedere in ogni postura maschile un atto di oppressione sistemica.
Putin e il manspreading universale
Un dettaglio interessante è che Putin adotta questa postura con chiunque, non solo con Clinton. Se davvero fosse un gesto di predominanza, allora ogni incontro diplomatico dovrebbe trasformarsi in una gara di chi allarga di più le gambe, culminando in una rissa per decretare il maschio alfa della stanza.
Ma, stranamente, questo non accade.
Conclusione: quando la postura diventa politica
L’idea che manspreading = dominio è solo l’ennesima interpretazione forzata di un gesto naturale. Se davvero fosse un segnale di potere, allora dovremmo iniziare a studiare la psicologia delle persone che si sdraiano sui divani, perché potrebbero essere i veri leader occulti del mondo.
Nel frattempo, Putin continuerà a sedersi come gli pare, e il mondo troverà nuovi modi per trasformare la postura in propaganda.