Il caso della papera "Ugly" e il razzismo da supermercato
Waitrose ha messo in vendita un trio di papere di cioccolato per Pasqua:
Papera di cioccolato al latte chiamata "Crispy".
Papera di cioccolato bianco chiamata "Fluffy".
Papera di cioccolato fondente chiamata "Ugly".
Un chiaro riferimento alla favola del Brutto Anatroccolo di Hans Christian Andersen, dove il piccolo anatroccolo, inizialmente deriso per il suo aspetto, cresce e si trasforma in un magnifico cigno.
Ma ovviamente, nel 21° secolo, nulla può essere lasciato alla semplice interpretazione letteraria. Alcuni clienti hanno urlato al razzismo, sostenendo che accostare il colore scuro al concetto di brutto fosse offensivo.
La reazione indignata e il ritiro del prodotto
La polemica è esplosa sui social, con utenti che si chiedevano:
"Perché proprio la papera scura deve essere quella brutta?"
"Non potevano chiamarla in un altro modo?"
Waitrose, nel tentativo di placare la tempesta, ha deciso di ritirare il prodotto e riproporlo senza i nomi.
Ma gli indignati non si sono fermati. Perché dovrebbero? Il ciclo della polemica funziona così: una volta trovato un bersaglio, lo si morde e non si molla.
Quando la sensibilità diventa eccesso
Non è la prima volta che accade qualcosa del genere. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a:
Liquirizie ritirate perché il personaggio sulla confezione era nero.
Cartoni animati censurati perché contenevano stereotipi ormai superati.
Film criticati perché non abbastanza inclusivi.
La domanda è: dove si traccia il confine tra sensibilità e assurdità?
Se tutto diventa offensivo, si rischia di svuotare di significato le vere battaglie contro il razzismo, trasformando ogni discussione in una caccia alle streghe.
Conclusione: il paradosso della polemica
La papera di cioccolato fondente di Waitrose non era un manifesto razzista, ma un semplice riferimento a una favola. Eppure, nel mondo ipersensibile di oggi, anche il cioccolato può diventare un problema.
Forse sarebbe il caso di concentrarsi su questioni più serie, invece di trasformare ogni prodotto da supermercato in un caso mediatico.
Nel frattempo, aspettiamoci la prossima polemica: magari il cioccolato bianco sarà accusato di suprematismo.
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