giovedì 25 aprile 2019

Cafè vegan femminista chiude

Il locale, anzi il lerciaio, aveva fatto parlare di sé perché faceva pagare ai maski bianki il 18% in più rispetto alle donne e si vantavano che il locale fosse un safe space per loro e per le lesbye (google tende a censurarmi ultimamente, fatelo lo sforzo di capire). Ecco, il locale, anzi lerciaio, ha chiuso recentemente i battenti.

Se già la notizia può far godere come un riccio è interessante vedere quali sono state le motivazioni addotte dalla proprietaria "woke" del lerciaio:

"Il modo in cui il mondo ha reagito alla nostra tassa sul maskio ci ha mostrato quanto è fragile la mascolinità e ha consolidato la necessità di combattere il patriarkatoh"


Che tradotto in linguaggio corrente suona più o meno come "Abbiamo fallito miseramente ma non è colpa nostra e continueremo ad incolpare il maskio bianko patriarkale" e pure un "Gnegnegne" di sottofondo.

Poi ha aggiunto che il locale doveva essere, appunto come dicevo prima, un safe space e un posto dove si mettevano in luce i problemi delle donne (inventandosene...) però ha attirato numerose critiche online ed è diventato anche il "punching ball" di Melbourne.

Quindi avevano contro sia la città dove lavoravano che internet...
Ora la reale motivazione della chiusura non l'hanno detta, ma immagino che i motivi principali siano due:

Uno quello finanziario, perché se ti sputtani metà del pubblico dandogli del cane è normale andare in bancarotta, specialmente perché l'intero genere femminile non concorda con la retorica coglionesca che "tutti gli uomini sono" e ci aggiungiamo tutti i mali del mondo.

Il secondo è che non hanno retto psicologicamente al backlash, cioè le ripercussioni, che le loro dichiarazioni stronze hanno provocato. Perché se avevano contro l'intera comunità e l'intero web possono pure giocare a fare l'incredibile hulk dicendo "huehuehue mascolinità fragile" ma si capisce chiaramente che quella frase era una patetica proiezione psicologica.
Alla faccia della mascolinità fragile...

Insomma queste si sono mandate in bancarotta da sole riuscendo anche ad uscirne con la psiche a pezzi e con nessuna prospettiva di essere aiutate, anche perché le "femministe" con i capelli blu con laurea in gender studies di solito stanno da burger king al minimo salariale o fanno le blogger per qualche fogna indescrivibile del web, quindi non hanno poi tutti quei soldi da dargli per aiutarle.

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