Cafè vegan femminista chiude

Il locale, anzi il lerciaio, aveva fatto parlare di sé perché faceva pagare ai maschi bianchi il 18% in più rispetto alle donne e si vantavano che il locale fosse un "safe space" per loro e per le lesbye (google tende a censurarmi). Ecco, il locale, anzi lerciaio, ha chiuso recentemente i battenti. Finalmente.
Se già la notizia può far godere come un riccio è interessante vedere quali sono state le motivazioni addotte dalla proprietaria "woke" del lerciaio:

"Il modo in cui il mondo ha reagito alla nostra tassa sul maschio ci ha mostrato quanto è fragile la mascolinità e ha consolidato la necessità di combattere il patriarcato"


Che tradotto in linguaggio corrente suona più o meno come "Abbiamo fallito miseramente ma non è colpa nostra e continueremo ad incolpare il maschio bianco patriarcale che è debole ma comanda da millenni" e pure un "Gnegnegne" di sottofondo.

Poi ha aggiunto che il locale doveva essere, appunto come dicevo prima, un safe space e un posto dove si mettevano in luce i problemi delle donne però ha attirato veramente tante critiche online. Inoltre è diventato il "punching ball" di Melbourne. Insomma ne prendevano veramente tante da ogni angolo.

Ora la reale motivazione della chiusura non l'hanno detta, ma immagino che i motivi principali siano due:

Uno quello finanziario, perché se ti inimichi per lo meno metà della potenziale clientela colpevolizzandola a priori è normale andare in bancarotta, specialmente perché l'intero genere femminile non concorda con la retorica complottista che "tutti gli uomini sono".

Il secondo è che non hanno retto psicologicamente alle conseguenze delle loro azioni, cioè le ripercussioni che tanta idiozia ha creato. Perché se avevano contro l'intera comunità e l'intero web possono pure giocare a fare l'incredibile hulk dicendo "mascolinità fragile" quando si capisce chiaramente che quella frase era una patetica proiezione psicologica.

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