Will Smith, Richard Williams e il colorismo

Devo ammirare l'impegno profuso dai ritardati ogni giorno per spostare in basso il livello di ritardo raggiunto, superandosi ogni volta e dimostrando che aveva ragione Einstein quando diceva "non c'è limite alla stupidità umana". Stavolta sono riusciti a polemizzare contro Will Smith perché non è abbastanza nero per interpretare Richard Williams e hanno iniziato a blaterare di "colorismo".

Il film, King Richard, parla del padre di Serena Williams e Venus Williams, entrambe giocatrici di tennis (Serena più famosa della sorella, ma forse perché il tennis non lo seguo).
Ovviamente l'uomo è nero, così come lo è Will Smith, però Will non è abbastanza nero, uno undici, e quindi è razzismo. Anzi no colorismo, qualsiasi cosa significhi.

A comprovare questo c'è la foto condivisa su twitter dell'annuncio della parte di Will:

Che dire? E' indubbio che Will di carnagione sia più chiaro di Richard, è altrettanto vero che è un attore formidabile e che può sempre abbronzarsi (ebbene si, anche i neri si abbronzano).
Probabilmente non diventerà mai scuro come il signor Williams, però da qui a parlare di "colorismo" ce ne passa parecchio.

Ma che razzo è il colorismo?
Secondo urban dictionary sarebbe una sorta di razzismo presente fra i neri stessi, che sembrano preferire e trattare meglio i neri di pelle più chiara rispetto quelli con la pelle molto scura.
Razzismo fra membri della stessa etnia o nazionalità basata sul colore della pelle (ma non era il maskio bianko patriarkale l'unico razzista presente al mondo?).

Ora dico la mia:
Will Smith è un bravissimo attore che piace a tutti o quasi e che attirerebbe molte persone a guardare il film. Insomma interpreterebbe benissimo la parte mentre da notorietà alla pellicola stessa, non sempre succede basti vedere in Italia dove mettono il belloccio cane che ulula alla luna e tutta la produzione è mondezza fetida.
E' razzismo aver scelto lui? No, è logica di mercato.
Fra l'altro, come detto prima, volendo si può far abbronzare pure Will per farlo avvicinare al tono della pelle di Richard Williams.

La scelta può non piacere, nessun problema i gusti sono gusti anche se molti sono stati definiti rasisti quando si sono lamentati di Achille scuro come la pece, ma urlare al razzismo decisamente no.
Non in una industria che ormai sta infilando stronzate libtard qua e là e che ha sempre avuto il culo strettissimo a non ricevere critiche in merito.
Almeno nelle dichiarazioni e intenti pubblici, si sa che l'eventuale scheletro nell'armadio lo si trova sempre.

Insomma, come al solito ci troviamo di fronte l'ennesima protesta del webbe inutile come la merda incastrata sotto le scarpe ma ugualmente maleodorante.
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