Elizabeth Arquinigo Pardo Licenziata perché attivista contro Salvini?

La vicenda di Elizabeth Arquinigo Pardo, mediatrice culturale e interprete presso la Questura di Milano, ha sollevato un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sulle possibili discriminazioni politiche.

Il caso: licenziamento o discriminazione?

Elizabeth, di origine peruviana, vive in Italia da oltre 18 anni e ha lavorato come interprete per una cooperativa che forniva traduttori alla Questura. Tuttavia, nel febbraio 2019, il suo contratto è stato rescisso improvvisamente, con la motivazione ufficiale di un aumento anomalo delle richieste di asilo da parte di cittadini peruviani.

Elizabeth, però, sostiene che il vero motivo del suo licenziamento sia stato il suo attivismo politico, in particolare le critiche rivolte al decreto sicurezza e al ministro dell’Interno Matteo Salvini.


La questione della cittadinanza e il decreto sicurezza

Elizabeth ha più volte denunciato le lunghe attese per ottenere la cittadinanza italiana, aggravate dal decreto sicurezza, che ha esteso i tempi di valutazione da due a quattro anni.

Tuttavia, il decreto è entrato in vigore solo pochi mesi prima del suo licenziamento, mentre Elizabeth vive in Italia da 18 anni. Questo solleva una domanda: perché non ha fatto richiesta prima?

La legge italiana permette di richiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni, il che significa che Elizabeth ha avuto dieci anni per avviare la pratica prima dell’entrata in vigore del decreto.

Il regolamento sulla neutralità politica

Secondo Elizabeth, il giorno del suo licenziamento, ai suoi colleghi è stato chiesto di firmare un documento in cui si impegnavano a non prendere posizioni politiche.

Se da un lato questo può sembrare una misura restrittiva, dall’altro è coerente con il principio di neutralità richiesto a chi lavora in ambienti pubblici.

  • I poliziotti non possono fare politica in servizio, come dimostrato dal caso dei due agenti che firmarono ai gazebo della Lega e furono richiamati ufficialmente.

  • La Questura ha funzioni di ordine pubblico, quindi anche chi lavora indirettamente per essa potrebbe essere soggetto a regole simili.

Elizabeth era stata avvisata che il suo attivismo era mal visto in quell’ambiente, ma ha continuato a esporsi pubblicamente, il che potrebbe aver contribuito alla decisione di interrompere il suo contratto.

La sentenza del tribunale: discriminazione o motivi operativi?

Nel 2019, il tribunale di Como ha stabilito che il licenziamento di Elizabeth era discriminatorio, ma non per motivi politici, bensì per la sua nazionalità.

Il giudice ha ritenuto che la Questura abbia chiesto la sua sostituzione solo perché era peruviana, in coincidenza con l’aumento delle richieste di asilo da parte di cittadini peruviani.

Conclusione: un caso complesso tra politica e regolamenti

La vicenda di Elizabeth Arquinigo Pardo solleva interrogativi sulla neutralità politica nei luoghi pubblici, sulla gestione delle richieste di cittadinanza e sulle politiche di assunzione nelle istituzioni.

Se da un lato è fondamentale garantire la libertà di espressione, dall’altro è necessario rispettare le regole di imparzialità in ambienti come la Questura.

La sentenza del tribunale ha riconosciuto una discriminazione legata alla nazionalità, ma non ha confermato l’ipotesi di un licenziamento politico diretto.

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Fabrizio Leone
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