lunedì 18 marzo 2019

Licenziata perché attivista contro Salvini

Leggo su Open l'intervista a Elizabeth Arquinigo Pardo che pare si sia scagliata più volte contro il decreto sicurezza e il ministro dell'interno, cioè Salvini, e ora lamenta di aver perso il lavoro per questo motivo. Il tutto sollecitato a quanto pare da Salvini stesso, o comunque dal ministero dell'interno.

Leggo l'articolo e rimango perplesso, alcune cose non mi tornano o per lo meno avrei apprezzato approfondimenti.
Perché l'articolo inizia male, inizia molto male: "è convinta di essere stata punita per il suo attivismo". Prove? Dichiarazioni del ministero dell'interno? Nulla, questa dichiara e questi la intervistano, così su due piedi e senza verificare/approfondire. Sinceramente è un comportamento che non mi piace, può essere messo su da un blogger semisconosciuto con dei bias grossi come una capanna ma non da una testata giornalistica nazionale condotta nientepopodimeno che da Enrico Mentana.


E non continua in modo migliore:
"... ha 28 anni e una domanda di cittadinanza che giace, impolverata, su qualche scrivania del ministero dell'Interno. Il decreto sicurezza di Matteo Salvini ha portato da due a quattro anni i tempi di attesa dell'esito della richiesta di cittadinanza. Un rallentamento che porta non pochi disagi a chi, come Elizabeth è cresciuta e ha studiato in Italia e aspetta con impazienza di essere riconosciuto come cittadino. La giovane - di origini peruviane, in Italia da 18 anni - ha criticato aspramente il decreto e il suo autore, Salvini. Al ministro dell'Interno, è arrivata a scrivere una lettera che poi è diventata un libro "

Vorrei capire una cosa: in Italia da 18 anni e aspetta la cittadinanza per un decreto entrato in vigore qualche mese fa? Questo scusatemi ma è un tirare per i capelli i fatti in modo implausibile, che c'entra il decreto sicurezza se le leggi precedenti non l'hanno aiutata nemmeno prima? 18 anni che sta qui...
Il libro, linkato, mi fa credere che alla signorina interessi non poco della pubblicità.

Lei afferma di essere stata licenziata per le sue "posizioni politiche", lavorava come interprete per la Questura di Milano, anzi no lavorava per una agenzia che forniva traduttori alla Questura.

Era precaria, stava sostituendo una persona che era in maternità e infatti lei stessa afferma di aver sperato di lavorare per almeno sei mesi, invece a metà Febbraio viene licenziata (aveva iniziato a Dicembre). Dice di essere stata definita "persona non più gradita" e che quel giorno avevano fatto firmare ai suoi colleghi un documento in cui si chiedeva ai firmatari di non prendere posizioni politiche, di far parte di associazioni politiche o manifestazioni politiche.

Ora, parlando di Questura, mi sembra una cosa alquanto logica: se per i due poliziotti che firmarono ai gazebo della Lega in divisa si sollevò un casino della madonna e i due ricevettero un richiamo ufficiale è perché non possono prendere una parte politica. Non fanno politica, difendono i cittadini senza distinzione.
Si può fare un discorso tanto diverso per la Questura, viste anche le sue funzioni di mantenere l'ordine pubblico? Anche per degli interpreti ma che comunque lavorano in quell'ambiente?

Inoltre la donna era stata già avvisata che il suo attivismo era visto di cattivo occhio in quell'ambiente, ma evidentemente ha seguitato imperterrita nelle sue attività politiche.
"Penso che le mie idee abbiano dato così fastidio da far approvare un regolamento ad hoc"
Oppure prima di lei bastava dire "guarda che fare politica non è gradito" a far desistere chi la faceva mentre lei sbattendosene magari li ha costretti a rendere la cosa scritta e ufficiale...

Ma io dico, costava veramente tanto fermarsi qualche mese visto che lavorava in un edificio pubblico? Come le è potuto sembrare normale dare contro il ministero dell'interno pur lavorando per un'istituzione che risponde direttamente a quel ministero?
Ma che prendi a schiaffi in faccia tua madre che ti porta il piatto di pasta e ti aspetti pure che continui a portarti la pasta e non ti prenda a calci? Giusto per fare un'allegoria.

Le mie sono tutte supposizioni ovviamente, ma ad un giornalista che lavora per una testata non viene in mente di contattare il ministero dell'interno e chiedere delucidazioni riguardo il fantomatico sollecito che nessuno ha visto?

Insomma, prendono e intervistano questa qui che ha fatto politica in una sede dove non è attività ben vista, politica anti ministro dell'interno in un lavoro che svolgi per il ministero dell'interno e che per prima dice di essere già stata avvisata tempo prima, e pubblicano con tanto di link al suo libro sostenendo pure che non ha la cittadinanza dopo 18 anni per colpa di Salvini e del suo decreto messo su qualche mese fa. Tutto senza una verifiche o approfondimenti.
Scusate eh, ma per quanto io apprezzi Mentana e la sua lotta contro la disinformazione no vax questo non mi sembra giornalismo ma pettegolezzi da parrucchiera e dichiarazioni ardite "pur di dar contro a quello là".

E chi mi conosce sa bene che quando c'è stato da criticare Salvini l'ho fatto, e anche aspramente, sarebbe bella cosa non leggere commenti ridicoli ma è una vana speranza.

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