venerdì 14 dicembre 2018

La scuola di Influencer

Vedo un servizio di Nemo che tratta delle influencer, ma ancora meglio di una di loro che ha aperto una "scuola di influencer". Un servizio meraviglioso, detto sinceramente e non ironicamente eh, perché si capiscono molte cose.

Inizia con un collage e la prima frase è "puoi guadagnare dai 5 fino a 20-25-30 mila euro al mese". E già si parte alla grande. Perché le cose stanno cambiando e il mercato si sta saturando di influencer, e il pubblico rimane sempre lo stesso, e quello non ha testa per seguire tutti, un po' come ci fu la bolla dei gamer su youtube qualche tempo fa: erano tutti gamer, ma alla fine ne sono emersi pochi, alcuni hanno messo su un orticello e altri sono rimasti con un mazzo di coglioni in mano.



Fanno l'esempio di Chiara Ferragni che da sola muove 30 milioni di euro. C'è un problemino che in molti hanno già analizzato: Chiara Ferragni ha ormai un grosso seguito ma ha sfruttato amicizie professioniste del settore moda della madre, amicizie con le agenzie, follower comprati dall'India che hanno creato effetto pecora aumentando anche i suoi follower reali. Chiaro che con la consulenza degli esperti, i contatti e diversi espedienti ha fatto parlare da sé e ora è famosa perché la credevano famosa... ma non è una ricetta facile da ripetere.

Parlano del suo matrimonio con Fedez, altro personaggio famoso, che è stato seguito da 3 milioni di persone. Ci rendiamo conto che 3 milioni di persone su 14 milioni che la seguono e non so quanti altri milioni di fan di Fedez siano una parte molto ristretta di quei numeri e che chi paga lo sa ormai benissimo?

In ogni caso non è un esperimento che è possibile replicare, è come se adesso parlassi dell'industria del PC portando come esempio Bill Gates e Steve Jobs: miliardari a livello mondiale (Steve prima della dipartita ovviamente) ti voglio vedere raggiungere il loro livello...

Ma di chi era la frase sui guadagni mensili? Era di Giulia Nati, che dice di essere la seconda influencer più ripostata al mondo. Avrei da domandare quanti di questi repost sono fatti da utenti pagati per farlo ma vabbè questi discorsi li ho già fatti e magari sono troppo crudeli perché stanno insinuando.





"Ogni foto può valere dai 700 fino ai 2500 euro".
Forse valeva, in passato, prima che le aziende un po' troppo naive si accorgessero appunto degli utenti comprati, dei finti follow e delle interazioni poco spontanee...
Insomma era un periodo d'oro di novità e ignoranza in cui le aziende sperperavano denaro senza saperlo, ma adesso hanno tirato la cinghia. Tanto che credo che molte "influencer" cadranno e rimarranno solo quelle veramente famose e anche loro vedranno i loro lauti guadagni parecchio ridimensionati.

E qui veniamo al tema principale, cioè la "scuola di influencer" messa su proprio da questa Giulia, la "Giulia Nati academy". 500 euro di corso per imparare anche boiate e ovvietà se mi domandate, ma andiamo per ordine.

Intervistano delle ragazze che sono andate a seguire il corso, e sono fiduciosissime di ottenere pure dei risultati! Una addirittura dice che a 17 anni quello è il suo investimento principale:
"Se a 17 anni sono qui in questa accademia, pagata con i miei soldi, è per poter dire che mi sono costruita da sola il mio futuro".
Convinta forte eh, come se il "mestiere" potrà esistere ancora per molto, come se non ci sarà concorrenza, come se non si intaserà il mercato. Beh oddio quello è un problema che ormai si presenta in tutti i campi, però questo è parecchio inflazionato perché oltre al guadagno a sei cifre c'è l'illusione che "basta un account instagram e farsi qualche foto".

E poi, dopo la promessa che in una settimana massimo tre le "studentesse" avrebbero rivoluzionato il loro profilo partono con le regole fondamentali:
Mai repostare, cioè mai condividere roba di altri, che se funziona come facebook è una cosa che fanno in molti, principalmente si sa che se condividi non hai una visibilità tua ma la stai dando ad altri (e molti rubano materiale per questo, ma è un altro discorso).
Usare nomi semplici, senza trattini punti caratteri o numeri. Una regola valida come l'altra ma che sanno tutti, cani e porci, e trovi consigli simili in decine di articoli online, in italiano e non.
Dice che è brutto e non professionale, può darsi ma il discorso si espande anche nella facilità con cui ti troveranno nel web: un nome assurdo non se lo ricorderà nessuno.
Cogliere l'attimo, che in realtà è il momento della pubblicazione. Anche questo un discorso valido, fa l'esempio che se il suo pubblico è fatto di donne che lavorano lei pubblica durante l'orario della pausa pranzo. Ma sono cose che sanno tutti, su Facebook basta guardare l'orario di picco dell'utenza e sai a che orari è meglio pubblicare, in genere se pubblico all'ora di pranzo so che un articolo verrà letto di più rispetto al pubblicarlo qualche ora dopo, ma non ho pagato 500 euro a qualcuno per saperlo, e se me lo domandi te lo dico gratis, anzi te l'ho detto senza pagare.

Poi vanno in strada dove dà consigli su come fare le foto per avere "maggiori interazioni".
Anche in questo caso magari ha dato consigli buoni, non mi sono sembrate boiate anche se non sono di certo un fotografo, però ancora vedo consigli e nozioni che sono veramente qualcosa di veramente comune e risaputo da tutti.

E poi passano al ritocco delle foto, come se già uno scatto studiato ad arte non fosse sufficientemente lontano dalla realtà. Ma considerazioni a parte anche questo è qualcosa che fanno tutti e sanno tutti.

Insomma, questa ragazza che se posso dare un parere si è deturpata il viso con il botulino non ha detto nulla di troppo importante, e a leggere sul sito web aggiunge altre informazioni, più complesse, ma che gira e rigira trovi qualcuno che te le dà. Creazione di un blog, come aggiornare il blog, forse con le tecniche di copywriting può dare informazioni che in effetti alcuni sono un po' restii a dartele gratuitamente (mai trovato troppe informazioni a riguardo se devo essere sincero) e in effetti scopro che il suo corso non si rivolge solo alle "influencer" ma anche a imprenditori che vogliono imparare social media marketing.
Insomma il servizio si è concentrato sulle influencer.

Questa ragazza non mi sembra affatto stupida, sa bene che un domani gli influencer potrebbero non esistere più (lei essendo piazzata bene se ne frega della bolla) e sta "diversificando" con questi corsi.
Meno furbe le "studentesse" che credono veramente che oggi, dopo il ridimensionamento dei compensi a causa dei follower comprati ma soprattutto tantissima concorrenza, possano anche solo sperare di fare qualcosa e spendono 500 euro per un corso che non le aiuterà affatto.

Perché se c'è una cosa che ho imparato è che l'unicità è l'unica merce che possiamo avere in questo mondo sovraffollato (nel web 7 miliardi di persone si sentono) e se non sei unico di tuo col mazzo che ti calcolano.
Io se non avessi avuto un mio stile con sta gran ceppa avrei superato i 9 mila like su facebook, ma se guardiamo altri io stesso non sono che un bruscolino nel web visto che c'è gente con milioni e milioni di like, eppure c'è "chi sta peggio" e non supera i 30-40 lettori, e magari nel loro piccolo non sono nemmeno pochi perché c'è chi ne ha 10.

E' come se tutti volessero diventare calciatori per guadagnare quanto Ronaldo, ma quelli che fanno i milioni sono pochissimi rispetto quanti ci provano, e fra l'altro dubito che da un giorno all'altro la gente smetterà di andare allo stadio, ma sicuramente molti smetteranno di regalare soldi alle "influencer" per qualcosa che prima avveniva automaticamente.

Perché si, nei paesi, nei quartieri, nelle cittadine c'è sempre stato quello o quella che per un motivo o per l'altro ha lanciato delle mode indossando quello o quell'altro, e ok che alcune aziende hanno cercato di promuoversi pagando questi stronzi sul web perché "scegliessero spontaneamente" la loro roba, ma prima o poi si domanderanno pure "perché pagare migliaia di euro per qualcosa che prima facevano gratis?" o no?
Credo che il fenomeno non scomparirà del tutto, ma questo è un altro discorso.

Quel servizio mi ha messo tanta tristezza, per tutta una serie di motivi.

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