Il fascistometro di Michela Murgia: analisi critica e impatto sulla visione del fascismo

Il Fascistometro di Michela Murgia: Analisi Critica e Impatto sulla Percezione del Fascismo

Negli ultimi anni, il linguaggio politico ha subito trasformazioni significative, portando spesso a una semplificazione eccessiva dei concetti storici. Un esempio emblematico è il Fascistometro ideato da Michela Murgia, un test che mira a "misurare" quanto fascista possa essere una persona sulla base di una serie di affermazioni. Il concetto può apparire ironico, ma presenta implicazioni profonde sulla percezione del fascismo nella società contemporanea.
Questo articolo analizza le criticità del Fascistometro, il rischio di banalizzazione storica e le possibili conseguenze politiche e sociali di una simile operazione.

Come funziona il Fascistometro?

Il Fascistometro è composto da un elenco di affermazioni suddivise in diverse categorie, ciascuna delle quali riflette presunti atteggiamenti riconducibili al fascismo. Gli utenti devono selezionare le affermazioni che ritengono condivisibili, al termine delle quali il test assegna loro un punteggio percentuale di "fascismo". La logica dietro questa misurazione, però, solleva interrogativi significativi:

  • Esiste un criterio oggettivo per stabilire cosa sia effettivamente fascista?

  • Quali sono i rischi di una classificazione così generica?

  • In che modo influisce sulla percezione storica del fenomeno?

Molti utenti che hanno eseguito il test hanno segnalato come, indipendentemente dalle risposte fornite, il risultato finale tenda comunque ad attribuire loro un certo grado di fascismo. Questo aspetto ha alimentato dubbi sulla reale validità del metodo adottato e sulla sua capacità di fornire una valutazione accurata.


Michela Murgia


La banalizzazione del fascismo

Uno degli effetti più preoccupanti del Fascistometro è la desensibilizzazione rispetto al concetto di fascismo. Storicamente, il fascismo evoca immagini drammatiche: le leggi razziali, la censura, la repressione politica, le guerre e il culto della violenza. Associare questa ideologia a opinioni più generiche—spesso condivise anche da esponenti di sinistra—rischia di indebolire la condanna morale di ciò che il fascismo rappresenta.

Ad esempio, alcune affermazioni presenti nel test riguardano posizioni sul suffragio universale, sull’accoglienza dei migranti e sul rapporto tra criminalità e immigrazione. Sebbene questi siano temi su cui si può discutere e avere opinioni divergenti, inserirli in una valutazione sul grado di fascismo di una persona può creare confusione e distorcere la percezione storica del fenomeno.

Questa operazione, inoltre, può provocare un effetto contrario: persone che fino a quel momento non si sarebbero mai identificate con il fascismo potrebbero arrivare a normalizzare il termine, accettandolo come parte del loro pensiero politico.

Le conseguenze politiche e sociali

La classificazione indiscriminata di interi gruppi sociali come "fascisti" rischia di accentuare la polarizzazione politica e di minare il dibattito democratico. In un contesto in cui il confronto diventa sempre più esasperato, etichettare posizioni diverse come estremiste può limitare la possibilità di dialogo e creare divisioni insanabili.

Un fenomeno preoccupante osservato in diverse nazioni europee è la crescita del consenso verso movimenti estremisti. In Svezia, per esempio, i neonazisti hanno raggiunto il 18% dei voti e sono entrati nel governo. Questo dimostra che la desensibilizzazione rispetto a certe terminologie può contribuire indirettamente alla loro legittimazione politica.

Inoltre, quando concetti chiave come il fascismo vengono svuotati del loro significato storico, si perde la capacità di individuare con precisione le vere minacce democratiche. Questo comporta un duplice rischio:

  1. Perdita di credibilità – Se tutto viene etichettato come fascismo, diventa difficile riconoscere e combattere autentiche manifestazioni neofasciste.

  2. Normalizzazione dell’estremismo – Se il termine fascismo viene associato a opinioni comuni, alcune persone potrebbero iniziare a percepirlo come una posizione politica accettabile.

Conclusione: Un dibattito aperto

L'iniziativa del Fascistometro solleva una domanda essenziale: è possibile mantenere una memoria storica accurata senza distorcere il significato di concetti fondamentali? Mentre la satira e la provocazione possono essere strumenti di critica politica, è importante evitare di indebolire il peso delle parole e il loro valore storico.

Per affrontare il fenomeno in modo costruttivo, sarebbe utile incentivare un dibattito più approfondito, basato su riferimenti storici solidi e su un confronto democratico aperto. Solo così si può evitare che strumenti come il Fascistometro contribuiscano a una divisione ancora più marcata della società.


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