La Bolla degli Influencer Sta per Esplodere? Declino, Follower Falsi e Nuove Strategie di Marketing Digitale
Gli influencer del web sono diventati il simbolo di un’epoca in cui l’apparenza e la visibilità online sembrano valere più del contenuto. Vengono pagati per indossare scarpe, per mangiare in ristoranti e per mostrare prodotti che spesso non hanno scelto. Ma oggi, quel sistema che sembrava inarrestabile mostra crepe evidenti. La cosiddetta bolla degli influencer sta perdendo pressione, e non è solo una mia opinione: lo confermano dati, inchieste e decisioni di grandi aziende.
Chi sono davvero gli influencer?
Non parlo di artisti affermati come Snoop Dogg o Tom Cruise, che influenzano il pubblico grazie alla loro carriera e talento. Mi riferisco a quella categoria di social influencer che ha costruito la propria notorietà esclusivamente attraverso i social media, spesso senza competenze specifiche, ma con un buon algoritmo e un’estetica curata.
Questa seconda categoria ha goduto di un’attenzione sproporzionata, ma ora si trova di fronte a un ridimensionamento inevitabile. I brand stanno finalmente analizzando con più attenzione il ROI delle campagne influencer, e molti si sono accorti di aver pagato cifre esorbitanti per una visibilità che, in realtà, era gonfiata.
Il problema dei numeri: follower gonfiati e falsi
Avere 10.000 follower non significa raggiungerli tutti. Lo so per esperienza: la mia pagina Facebook ha quasi 10.000 like, ma i post raggiungono al massimo la metà degli utenti, e solo se vengono condivisi. Senza condivisioni, le visualizzazioni crollano. E questo è il primo inganno: l’engagement reale è spesso molto inferiore ai numeri esibiti.
Poi c’è il fenomeno dei follower falsi, particolarmente diffuso in Italia. Secondo uno studio di Inbeat.co, Chiara Ferragni avrebbe circa il 41% di follower inattivi o fake. La Ferragni ha contestato questi dati, definendoli fake news, ma non ha fornito prove concrete per smentirli. E non è la sola: altri influencer italiani mostrano percentuali di falsi seguaci ancora più alte.
Il test di Rolling Stone: influencer fake e soldi veri
Per testare quanto fosse possibile manipolare il sistema, Rolling Stone Italia ha creato un account falso chiamato Chiara Stone:
“Dopo solo 48 ore hanno valutato il nostro profilo 85 dollari per post e 200 dollari per video.” — Rolling Stone Italia, inchiesta su Chiara Stone.
La redazione ha creato un profilo Instagram completamente falso, comprando follower e like, e ha ricevuto offerte pubblicitarie reali da piattaforme di influencer marketing. Il test ha dimostrato quanto sia facile monetizzare numeri artificiali e ingannare il sistema.
Le aziende iniziano a reagire
Non tutti i brand sono rimasti a guardare. Unilever, che gestisce marchi come Axe e Dove, ha dichiarato di non voler più collaborare con influencer che utilizzano follower falsi.
“Non lavoreremo più con influencer che comprano follower. La loro forza sta in una connessione autentica con le persone, ma certe pratiche come l’acquisto di follower possono facilmente minare queste relazioni.” — Keith Weed, Chief Marketing Officer di Unilever.
Questa dichiarazione è stata rilasciata durante il Cannes Lions Festival del 2018, dove Unilever ha annunciato tre impegni chiave per aumentare la trasparenza nel marketing digitale:
Collaborare solo con influencer che non comprano follower
Evitare piattaforme che non promuovono contenuti responsabili
Sostenere infrastrutture digitali trasparenti
Anche Instagram ha cercato di contrastare il fenomeno, ma con risultati limitati: la piattaforma stessa beneficia della popolarità degli influencer e non ha interesse a smascherarli troppo apertamente.
Problema | Effetto sul mercato | Reazione dei brand |
---|---|---|
Follower falsi | Visibilità gonfiata, ROI illusorio | Unilever e altri rifiutano collaborazioni non trasparenti |
Engagement reale basso | Scarsa conversione e coinvolgimento | Investimenti spostati verso micro-influencer autentici |
Profili creati solo per monetizzare | Affidabilità compromessa | Richiesta di metriche verificate e audit indipendenti |
Scarsa trasparenza algoritmica | Difficoltà nel misurare l’impatto reale | Pressioni su piattaforme come Instagram per maggior controllo |
Il paradosso dell’influenza
La cosa più assurda è che il numero di follower influenza la percezione del valore. Se un profilo ha milioni di seguaci, viene automaticamente considerato autorevole, anche se quei numeri sono artificiali. È il principio della social proof distorta: “se piace a tanti, deve essere buono”. Ma se quei “tanti” sono bot, il ragionamento crolla.
Perché questo tema è rilevante oggi
Il fenomeno non è affatto superato. Anzi, con l’avvento di AI generative e motori di risposta come ChatGPT, Gemini e Perplexity, il modo in cui i contenuti vengono scoperti sta cambiando. E se i contenuti degli influencer continuano a essere citati da questi sistemi, è fondamentale che siano verificabili, autentici e trasparenti. Altrimenti, rischiamo di perpetuare una narrazione basata su numeri falsi anche nei risultati AI.
🎯 Conclusione: verso un marketing più consapevole
La bolla degli influencer non è esplosa del tutto, ma ha perso volume. I brand stanno diventando più selettivi, i consumatori più critici, e le piattaforme più attente (almeno in teoria). Gli influencer non spariranno, ma dovranno adattarsi a un ecosistema più trasparente, dove contano i contenuti autentici, l’engagement reale e la fiducia costruita nel tempo.
E sì, continuo a pensare che pagare qualcuno per indossare scarpe sia una delle cose più assurde del marketing moderno. Ma almeno ora sappiamo che dietro quei numeri scintillanti può nascondersi… il nulla.
Fonti Verificate
Domande Frequenti
Gli influencer stanno davvero perdendo rilevanza?
Sì, soprattutto quelli che basano la propria visibilità su numeri gonfiati e follower falsi. I brand stanno investendo in creator più autentici e trasparenti.
Chiara Ferragni ha davvero follower falsi?
Secondo alcune analisi, circa il 41% dei suoi follower sarebbero inattivi o fake. La Ferragni ha contestato i dati, ma non ha fornito prove contrarie.
Il test di Rolling Stone è reale?
Sì. La redazione ha creato un profilo fake e ha ricevuto offerte pubblicitarie reali, dimostrando quanto fosse facile monetizzare numeri falsi.
Il marketing influencer è destinato a sparire?
No, ma subirà un’evoluzione. I brand punteranno su creator autentici, contenuti di valore e trasparenza nei dati.