Vaccini e costi sanitari: il paradosso economico del no-vax
La dichiarazione che fa riflettere
Durante una conferenza sui vaccini a Lecce, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha fatto un'affermazione che ha attirato molta attenzione: "Se fossimo davvero cinici e interessati solo ai soldi, tutti i produttori di medicinali vorrebbero un Paese completamente no-vax."
Un concetto che potrebbe suonare controintuitivo, ma che evidenzia una realtà spesso sottovalutata: senza vaccinazioni, il settore farmaceutico guadagnerebbe molto di più, perché aumenterebbero le spese per farmaci e cure mediche. Questa osservazione, fatta da chi lavora nel settore, porta a una domanda cruciale: quanto costa davvero il mancato vaccino?
Il costo della mancata vaccinazione
Quando le persone evitano i vaccini, il rischio di malattie aumenta e, con esso, le spese sanitarie. Contrarre un'infezione prevenibile significa spesso dover ricorrere a farmaci, ospedalizzazioni e terapie costose. Le case farmaceutiche, che producono medicinali per la cura delle malattie, vedrebbero aumentare i loro profitti in un mondo senza vaccini.
Secondo le stime, per ogni euro "risparmiato" evitando un vaccino, si finirebbero per spendere tra 16 e 17 euro per gestire le malattie che si sarebbero potute evitare. Un caso concreto?
Nel 2015, lo Stato italiano ha investito 317 milioni di euro per i programmi di immunizzazione.
Senza questo intervento, la spesa sanitaria sarebbe stata di oltre 5 miliardi di euro.
![]() |
Se non li vaccini finiranno decisamente una fine peggiore |
Un esempio pratico: il costo della pertosse
Prendiamo il caso del vaccino contro la pertosse: vaccinare un bambino costa circa 15 euro. Se il piccolo non viene immunizzato e contrae la malattia, il rischio di ricovero ospedaliero aumenta considerevolmente. Il costo di una degenza ospedaliera, sommato ai farmaci e alle cure necessarie, può facilmente superare migliaia di euro. Senza contare le eventuali complicazioni che potrebbero avere conseguenze a lungo termine.
Eppure, il movimento no-vax insiste sul fatto che i vaccini rappresentino un grande guadagno per le case farmaceutiche. Ma è davvero così? I numeri dimostrano il contrario. I vaccini hanno costi nettamente inferiori rispetto ai farmaci necessari per curare le malattie che essi prevengono. Inoltre, evitando le infezioni, si riducono ospedalizzazioni, terapie intensive e giornate di lavoro perse.
Sfatare i falsi miti sui vaccini
Non siamo più nel Medioevo. Grazie ai continui progressi nella medicina, oggi i vaccini sono più sicuri, efficaci e controllati rispetto al passato. Gli effetti collaterali sono estremamente rari e, nella maggior parte dei casi, si limitano a una leggera febbre o fastidi temporanei.
Uno dei miti più diffusi è la presunta correlazione tra vaccini e autismo. Studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che non esiste alcun legame tra vaccinazioni e disturbi dello sviluppo neurologico. Eppure, questa credenza viene ancora alimentata da fonti poco affidabili, generando paura e disinformazione.
La vera questione, dunque, non è se i vaccini siano un guadagno per il settore farmaceutico, ma piuttosto quanto la mancata vaccinazione costi in termini economici e sociali.
Conclusione: i vaccini proteggono la salute e l’economia
Vaccinarsi è un atto di responsabilità individuale e collettiva. I dati dimostrano che l’immunizzazione:
Riduce la diffusione delle malattie
Protegge le fasce più vulnerabili della popolazione
Permette allo Stato di risparmiare miliardi di euro in spese sanitarie
Evita sofferenze inutili e complicazioni gravi
Ignorare questi numeri significa sottovalutare i rischi di una società senza vaccinazioni. La scelta non riguarda solo la salute personale, ma ha un impatto concreto su tutto il sistema sanitario ed economico.
🔹 Prevenire è sempre meglio che curare. E costa decisamente meno.
La stampa sul costo dei vacciniFonte