Non ci sono i presupposti per inserire la carne rossa fra i cibi probabilmente cancerogeni

Carne Rossa e Cancro: Sfatiamo i Miti con la Scienza

Negli ultimi anni, il consumo di carne rossa lavorata è stato spesso al centro di accesi dibattiti sulla salute. Diversi studi epidemiologici hanno suggerito un possibile legame tra eccessivo consumo di carne rossa e tumore al colon-retto, portando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a classificarla tra gli alimenti potenzialmente cancerogeni. Tuttavia, una nuova analisi condotta dalla professoressa Sebastiana Failla mette in discussione questa correlazione. Dopo tre anni di ricerca, l'esperta ha esaminato le evidenze scientifiche disponibili, arrivando a conclusioni sorprendenti: le prove attualmente disponibili non sono sufficienti per dichiarare la carne rossa lavorata un rischio concreto per la salute.

La Revisione degli Studi Epidemiologici

Per comprendere meglio la questione, Failla ha analizzato il documento base sul quale si fonda la classificazione dell’OMS, che si basa su 14 studi epidemiologici selezionati tra oltre 800 disponibili. Questo dato è già significativo, poiché indica che la maggior parte degli studi iniziali non è stata considerata affidabile o pertinente.

Gli studi epidemiologici sull’alimentazione sono notoriamente complessi da interpretare, perché dipendono da molte variabili che possono influenzare i risultati:

  • Stili di vita (attività fisica, stress, qualità del sonno).

  • Alimentazione complessiva, che include altri fattori di rischio o protezione.

  • Qualità del cibo e modalità di cottura, che possono alterare le sostanze presenti.

Dai dati analizzati emerge che:

  • Solo 7 studi su 14 hanno evidenziato una possibile correlazione tra il consumo eccessivo di carne rossa e il tumore al colon-retto.

  • Gli altri 7 studi non hanno riscontrato alcun legame significativo.

Questa divisione indica una mancanza di consenso nella comunità scientifica, sollevando dubbi sulla validità delle conclusioni precedentemente diffuse.



Il Ruolo della Qualità e delle Modalità di Cottura

Un aspetto spesso trascurato è la quantità di carne consumata nei vari studi. In molte ricerche, il consumo di carne era ben superiore alla media italiana, con una qualità spesso inferiore rispetto agli standard nazionali. In Italia, la carne rossa proviene principalmente da allevamenti regolamentati, con criteri di qualità e sicurezza alimentare elevati.

Inoltre, il metodo di cottura ha un impatto significativo sui possibili rischi associati alla carne rossa:

  • Temperature troppo alte generano sostanze nocive (come ammine eterocicliche e idrocarburi policiclici aromatici), presenti in molti alimenti, non solo nella carne.

  • Modalità di preparazione errate possono alterare la struttura chimica del cibo, influenzando negativamente il metabolismo.

In altre parole, il rischio cancerogeno non dipende dalla carne in sé, ma dal modo in cui viene consumata e cucinata.

Carne Rossa nella Dieta Mediterranea: Un Modello Equilibrato

La carne rossa ha da sempre avuto un ruolo importante nella dieta mediterranea, dove viene consumata in quantità moderate e accompagnata da alimenti ricchi di antiossidanti, fibre e grassi sani, come verdure, legumi e olio extravergine d'oliva.

Diversi studi suggeriscono che:

  • Il consumo occasionale di carne rossa di qualità non è dannoso, ma può essere parte di un’alimentazione equilibrata.

  • La dieta mediterranea, ricca di verdure e cereali integrali, riduce il rischio di malattie croniche, inclusi alcuni tipi di tumore.

Questo è un punto cruciale: non si tratta di eliminare la carne rossa, ma di inserirla in un contesto alimentare vario e sano.

Posizione di Esperti e Organizzazioni Internazionali

Nel dibattito sulla carne rossa e il rischio di tumori, diverse organizzazioni hanno espresso posizioni non sempre concordanti.

  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato la carne rossa lavorata tra gli alimenti probabilmente cancerogeni, basandosi su studi epidemiologici.

  • Il World Cancer Research Fund (WCRF) ha raccomandato una moderazione nel consumo, senza però indicare soglie di rischio precise.

  • Alcuni esperti suggeriscono che il rischio dipenda più dalla qualità del prodotto e dalle modalità di consumo, piuttosto che dalla carne rossa in sé.

Questa incertezza indica che servono ulteriori studi rigorosi, con metodi di analisi più avanzati e dati più affidabili.

Conclusioni: Serve Maggiore Chiarezza

L’analisi condotta dalla professoressa Sebastiana Failla solleva dubbi importanti sulle conclusioni divulgate negli ultimi anni. In particolare, emerge che:

  • Le prove scientifiche attuali non sono sufficienti per dichiarare la carne rossa lavorata come cancerogena.

  • La qualità del prodotto e il metodo di cottura influenzano molto più del consumo stesso.

  • Una dieta equilibrata, come quella mediterranea, riduce i rischi generali e permette un consumo moderato di carne rossa senza problemi.

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Fabrizio Leone
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