Link tax: analizziamola

Sulla questione link tax si capisce veramente poco, i giornali riportano una cosa mentre AGI ne riporta un'altra, vediamo quindi di spulciare un po' di fonti e cercare di capirci qualcosa su questa faccenda veramente poco chiara e che rischia di essere un disastro:
Prima cosa tutte le testate giornalistiche riportano che i grandi quotidiani online stiano premendo per estendere il diritto d'autore ai link con anteprima, alcuni sostengono addirittura solamente i link, come riporta La Stampa:

Credevo che la guerra fosse stata mossa verso i social network, in primis Facebook, che con le condivisioni che mostrano il titolo e un estratto di una o due righe insieme ad una fotografia.
Ho pensato "stai a vedere che siccome molti leggono il titolo e non entrano nel sito questi si lamentano del mancato introito".


Si, ma non solo. Pare vogliano coinvolgere Google, che "lucrerebbe" sui link ai loro siti.
Sinceramente "denunciare" il "grande sfruttamento" dei motori di ricerca mi pare un'enorme baggianata.

Il motore di ricerca PORTA TRAFFICO, non fosse per i motori di ricerca sono sicuro avrebbero dal 25% al 33% di visite IN MENO rispetto adesso. Se non il 300% o il 500%.
Che senso ha tassare Google?

Fra l'altro non solo si dovrebbe "pagarli del usufrutto", che mi pare già una cretinata clamorosa, ma dovresti chiedere il permesso per linkarli!
In pratica Google, ma anche i social come Facebook, devono prima mettersi d'accordo con la testata giornalistica, pagare l'obolo e poi linkare le notizie del loro sito.
Senza accordo non ci sono link.

Si tratta di una serie di richieste così assurde che si dubita perfino che siano vere, vediamo quindi il sito web ufficiale di questa "link tax":
Pippone iniziale di "protezione del diritto d'autore dei giornali online" e "garantirne i loro investimenti" e bla bla bla, approfondiamo che le premesse sono profumate).

In pratica vogliono garantire alle notizie la stessa protezione di copyright di film e musica, così che la testata possa gestire il tutto come preferisce.
Ma fatemi capire una benedetta cosa: si parla di NOTIZIE, cioè gente che RIPORTA FATTI ACCADUTI. Come è possibile che questi riportino dei fatti accaduti (non dico inchieste, ma le normali notizie) e pretendano pure il copyright?

Cioè Gino cade dalle scale e corro a scriverlo nel mio giornaletto, da quel momento in poi chi vuole dire online che Gino è caduto dalle scale mi deve pagare perché ho il diritto d'autore su quella caduta?

Mi si sta fondendo il cervello... più che chiarire qua si sta facendo ancora più confusione...
Il testo della notizia, appunto, può essere molto simile anche in altri articoli perché appunto STANNO TUTTI RACCONTANDO LA STESSA COSA. Mettere sotto copyright una notizia non può che avere risultati catastrofici

Lasciamo perdere e andiamo al "mithbusting" del sito stesso va:

Mito numero uno: non è una tassa sui link.
Non gli importa se un utente linka o legge o condivide, gli importa di aggregatori di notizie e motori di ricerca che lucrano sul lavoro altrui (dicono loro).
Sugli aggregatori potrei anche dargli ragione, alcuni riportano interamente gli articoli e macinano centinaia di migliaia di visite al giorno generando un certo introito dalle pubblicità esposte, ma soprattutto togliendo visite agli autori originali del testo.
In questo caso gli do ragione, piena ragione anzi!

Un po' meno in caso un aggregatore di notizie riporti solo delle anteprime e poi rimandi il visitatore all'articolo completo per la lettura: è veramente molto difficile che quel link abbia rubato lettori alla testata.
La cosa risulta invece totalmente ridicola in caso di Google che di traffico ne porta e nemmeno poco, incrementando tantissimo i loro introiti, ma in questo punto sono veramente molto fumosi nella loro descrizione.

Eh no, non dipendono da motori di ricerca e social network in modo così esagerato come molti dicono, uno undici centoundici.
Io dico che se il 20% del traffico di una testata giornalistica online è diretto, cioè non proveniente da motori di ricerca o social, è perfino un miracolo.

Ma è quel "il corrente sistema non riconosce il valore che le terze parti ottengono dal contenuto dei pubblicatori" e continua con "per i pubblicatori è insostenibile continuare a finanziare giornalismo di alta qualità senza una giusta parte degli introiti che altri ottengono dai loro contenuti."

Ullallà, non gli basta quindi che da Facebook e Google abbiano ben oltre la metà dei visitatori, pretendono pure una parte dei guadagni stessi di Google e Facebook!
E con i blog come il mio come la mettiamo? Spetta anche a me una fetta di culo o mi attacco al mazzo perché non avendo i miliardi non posso sparare cretinate come questa?

Ma a farmi più ridere è la definizione di "giornalismo di alta qualità"...
Ma quale maledetto high quality che fra titoloni sensazionalistici, articoli scritti malissimo (c'è un typo pure nel sito in cui si difendono mannaggia all'anima de li mortacci loro e della qualità) e vere e proprie bufale hanno reso i social network una fogna ancora più maleodorante di quanto erano già?

Ma seriamente questa gente che ha abbassato il livello del proprio lavoro in quel modo per attirare quanta più gente possibile dai social network adesso pretende addirittura che i social network li paghino direttamente per avere il privilegio di poter far linkare la loro spazzatura?

Se la gente non legge è anche perché ormai i titoli di giornale e la loro descrizione sono TUTTI clickbait, cioè fanno intendere una cosa ma la notizia è un'altra.
Notizia spesso scritta malissimo e piena di inesattezze.
Insomma un lavoro scadente e del tutto ignorabile.
Prendersela con gli altri per le conseguenze delle proprie azioni è veramente da decerebrati, ma questi sono decerebrati con molti soldi quindi fanno pressioni lobbistiche al governo per averne ancora di più.


Link credo che abbiano purtroppo ragione.