Nanomacchine che combattono i tumori
Sembra la trama di un film ma è realtà: sono state costruite delle nanomacchine che individuano le cellule tumorali e le distruggono. Nanomachines, son!
Questi "nanobot", per ora testati sui topi (quindi ci vorranno parecchi anni prima di vederli applicati all'uomo) trovano le cellule tumorali e ci iniettano delle sostanze coagulanti, così da bloccare il flusso sanguigno.
Questa tecnica finora si è dimostrata molto efficace nel ridurre le masse tumorali, ma molto meglio riescono ad impedire che queste si espandano.
L'uso di nanomacchine non è concentrato solo nella lotta a cancri e tumori, ma anche per sbloccare arterie in zone poco accessibili, fare biopsie poco invasive e fare analisi in zone del corpo altrimenti inacessibili.
La tecnologia è ancora acerba, visto che bisogna avere la certezza matematica che queste nanomacchine bersaglino solo cellule malate e non sane, bisogna trovare il modo di indirizzarle direttamente nella zona del tumore e ancora più difficile fare in modo che rimangano in loco, cosa molto ardua visto il flusso sanguigno costante.
Al momento sembrerebbero più indicati per zone con un minore circolo di sangue, come il tratto urinario, il cervello o gli occhi.
Si sta pensando di usare dei virus come dei vettori per trasportare le nanomacchine verso le cellule malate, oppure usando campi magnetici per farle arrivare e rimanere in loco.
Insomma, oltre a passare i trial di ricerca devono essere migliorati e non di poco, prima di divenire una seria terapia contro i tumori.
In ogni caso, come sempre, faccio le mie considerazioni classiche sulla ricerca medica:
Supportatela sempre, non date ascolto ai trogloditi che affermano che la medicina non si muove da decenni, non è vero niente! Il tumore sta diventando sempre più curabile, l'aspettativa e la qualità della vita aumentano sempre di più, le cure diventano più efficaci e meno invasive.
E tutto mentre gruppi di cavernicoli vomitano le loro menzogne contro medicina e ricerca per i loro interessi personali, siano essi esaltati "animalisti" o affaristi della "medicina alternativa".
Alternativa che, a differenza della normale, è completamente certa: è certo che non cura una benemerita fava.
Financial Times
Questi "nanobot", per ora testati sui topi (quindi ci vorranno parecchi anni prima di vederli applicati all'uomo) trovano le cellule tumorali e ci iniettano delle sostanze coagulanti, così da bloccare il flusso sanguigno.
Questa tecnica finora si è dimostrata molto efficace nel ridurre le masse tumorali, ma molto meglio riescono ad impedire che queste si espandano.
L'uso di nanomacchine non è concentrato solo nella lotta a cancri e tumori, ma anche per sbloccare arterie in zone poco accessibili, fare biopsie poco invasive e fare analisi in zone del corpo altrimenti inacessibili.
La tecnologia è ancora acerba, visto che bisogna avere la certezza matematica che queste nanomacchine bersaglino solo cellule malate e non sane, bisogna trovare il modo di indirizzarle direttamente nella zona del tumore e ancora più difficile fare in modo che rimangano in loco, cosa molto ardua visto il flusso sanguigno costante.
Al momento sembrerebbero più indicati per zone con un minore circolo di sangue, come il tratto urinario, il cervello o gli occhi.
Si sta pensando di usare dei virus come dei vettori per trasportare le nanomacchine verso le cellule malate, oppure usando campi magnetici per farle arrivare e rimanere in loco.
Insomma, oltre a passare i trial di ricerca devono essere migliorati e non di poco, prima di divenire una seria terapia contro i tumori.
In ogni caso, come sempre, faccio le mie considerazioni classiche sulla ricerca medica:
Supportatela sempre, non date ascolto ai trogloditi che affermano che la medicina non si muove da decenni, non è vero niente! Il tumore sta diventando sempre più curabile, l'aspettativa e la qualità della vita aumentano sempre di più, le cure diventano più efficaci e meno invasive.
E tutto mentre gruppi di cavernicoli vomitano le loro menzogne contro medicina e ricerca per i loro interessi personali, siano essi esaltati "animalisti" o affaristi della "medicina alternativa".
Alternativa che, a differenza della normale, è completamente certa: è certo che non cura una benemerita fava.
Financial Times