Monster Hunter World non rispetta gli animali
Un prode "articolista" di Forbes, non un sito di un sedicenne, ha scritto un testo sostenendo che benché il gioco sia bello presnta il problema del maltrattamento degli animali. E grazie al gatzo vien da dire, visto che si tratta di un gioco di caccia. Muove due critiche, ma dal mio punto di vista entrambi i punti hanno invece colto nel segno:
Ma questo tizio, al secolo Mitch Wallace, trascende la cosa e non si limita a giocarci, ma si lamenta pure che in un gioco di caccia si cacciano animali che "altrimenti sarebbero rimasti in vita a farsi i fatti propri".
La scoperta del secolo.
E non perde nemmeno tempo, infatti la lamentela parte sin dalle prime righe dell'articolo:
"Nonostante quanto travolgente e difficile Monster Hunter World possa essere, sono stato sempre più consumato dalle sue mire espansive e il profondo level system. Detto questo, c'è qualcosa che mi sta infastidendo non poco, e stranamente ha meno a che fare con menu contorti e più con la premessa di base del gioco: Disturbare, infastidire e distruggere apertamente animali innocenti, molti dei quali stanno solo pensando ai fatti loro."
Quanta filosofia! Peccato sia un gioco. Vorrà dirmi che i poligoni sono esseri senzienti?
Ma è ben conscio del fatto, e mette le mani avanti facendosi notare in prima persona la cosa, rispondendo ad un ipotetico "utente random di internet" spiegando cosa lo infastidisce.
Insomma dice di iniziare a picchiare in faccia un grosso lucertolone e che questo prima minaccia e poi si difende, o tenta, da una "scimmia senza peli" che all'improvviso è piombata nella sua vita. Solo per mettere trofei sull'armatura alla faccia della lucertola che quando si è svegliata non si aspettava niente di tutto questo.
Fermo restando che è sempre un videogioco, in natura TUTTI gli animali si aspettano di essere aggrediti e cacciati. Forse solo i più forti non temono un destino simile, ma anche loro se si ammalano diventano prede facili. Non per niente esiste la paura. Gli unici animali che in natura non temono nessuno sono i più forti o quelli che non hanno nemici naturali, come i canguri o gli emu.
Insomma non solo parla di un gioco ma ne parla a sproposito.
Dopo aver descritto di come gli avesse spezzato il cuore vedere un animale ferito cercare di fuggire in pratica sostiene che quel tipo di animali non dovrebbe esistere in Monster Hunter, ma dovrebbero esistere solo i mega carnivori assetati di sangue perché quando ammazzi loro non vengono i sensi di colpa (in soldoni).
Conclude dicendo che non ha intenzione di smettere di giocarci, e non vuole nemmeno convincere altri a non giocarci, ma che dovremmo valutare a cosa i videogiochi ci insegnano e cosa insegnano ai bambini.
Direi che hanno insegnato bene, no? Se ha fatto quell'effetto a te lo farà a qualcun altro, dubito che sentirsi da schifo per aver attaccato un animale pacifico possa renderti una persona peggiore. Direi che sarebbe stato il contrario se non ci fossero state conseguenze e non ti avessero fatto sentire così.
Fermo restando che è sempre un gioco, l'autore muove due critiche, ma dal mio punto di vista sono aspetti tutt'altro che da criticare: se ti fa sentire in colpa significa che non ti fa fare violenza gratuita senza sottolinearlo, senza evidenziarlo, senza banalizzare la cosa.
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Monster Hunter World e il maltrattamento degli animali
Ora che qualcuno contrario alla caccia giochi un videogioco sulla caccia può anche starci, visto che un gioco è un maledetto gioco e non la realtà.Ma questo tizio, al secolo Mitch Wallace, trascende la cosa e non si limita a giocarci, ma si lamenta pure che in un gioco di caccia si cacciano animali che "altrimenti sarebbero rimasti in vita a farsi i fatti propri".
La scoperta del secolo.
E non perde nemmeno tempo, infatti la lamentela parte sin dalle prime righe dell'articolo:
"Nonostante quanto travolgente e difficile Monster Hunter World possa essere, sono stato sempre più consumato dalle sue mire espansive e il profondo level system. Detto questo, c'è qualcosa che mi sta infastidendo non poco, e stranamente ha meno a che fare con menu contorti e più con la premessa di base del gioco: Disturbare, infastidire e distruggere apertamente animali innocenti, molti dei quali stanno solo pensando ai fatti loro."
Quanta filosofia! Peccato sia un gioco. Vorrà dirmi che i poligoni sono esseri senzienti?
Ma è ben conscio del fatto, e mette le mani avanti facendosi notare in prima persona la cosa, rispondendo ad un ipotetico "utente random di internet" spiegando cosa lo infastidisce.
Insomma dice di iniziare a picchiare in faccia un grosso lucertolone e che questo prima minaccia e poi si difende, o tenta, da una "scimmia senza peli" che all'improvviso è piombata nella sua vita. Solo per mettere trofei sull'armatura alla faccia della lucertola che quando si è svegliata non si aspettava niente di tutto questo.
Fermo restando che è sempre un videogioco, in natura TUTTI gli animali si aspettano di essere aggrediti e cacciati. Forse solo i più forti non temono un destino simile, ma anche loro se si ammalano diventano prede facili. Non per niente esiste la paura. Gli unici animali che in natura non temono nessuno sono i più forti o quelli che non hanno nemici naturali, come i canguri o gli emu.
Insomma non solo parla di un gioco ma ne parla a sproposito.
Dopo aver descritto di come gli avesse spezzato il cuore vedere un animale ferito cercare di fuggire in pratica sostiene che quel tipo di animali non dovrebbe esistere in Monster Hunter, ma dovrebbero esistere solo i mega carnivori assetati di sangue perché quando ammazzi loro non vengono i sensi di colpa (in soldoni).
Conclude dicendo che non ha intenzione di smettere di giocarci, e non vuole nemmeno convincere altri a non giocarci, ma che dovremmo valutare a cosa i videogiochi ci insegnano e cosa insegnano ai bambini.
Direi che hanno insegnato bene, no? Se ha fatto quell'effetto a te lo farà a qualcun altro, dubito che sentirsi da schifo per aver attaccato un animale pacifico possa renderti una persona peggiore. Direi che sarebbe stato il contrario se non ci fossero state conseguenze e non ti avessero fatto sentire così.
Fermo restando che è sempre un gioco, l'autore muove due critiche, ma dal mio punto di vista sono aspetti tutt'altro che da criticare: se ti fa sentire in colpa significa che non ti fa fare violenza gratuita senza sottolinearlo, senza evidenziarlo, senza banalizzare la cosa.
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