Da anni le agenzie di intelligence statunitensi — tra cui CIA, NSA e FBI — mettono in guardia i cittadini sui potenziali rischi legati agli smartphone cinesi, in particolare quelli prodotti da Huawei e ZTE. Il timore principale è che possano essere utilizzati come strumenti di spionaggio, mettendo in pericolo dati sensibili e interessi strategici.
Nel 2025, però, il contesto è ancora più complesso: tra sanzioni, contromisure e nuove tecnologie emergenti, lo scontro tra USA e Cina nel settore digitale ha assunto una portata globale.
Accuse di spionaggio, restrizioni USA e il nodo HarmonyOS
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno inasprito le restrizioni contro aziende cinesi ritenute “a rischio”, vietando l’uso delle loro tecnologie nelle infrastrutture critiche. Dal ban di Google nei confronti di Huawei nel 2019, che ha portato allo sviluppo del sistema operativo HarmonyOS, fino agli aggiornamenti del 2024 che hanno colpito anche app store e chip, la pressione è costante.
⚠️ HarmonyOS, sviluppato come alternativa ad Android, è tuttora oggetto di dubbi da parte dei legislatori americani: si teme che possa includere backdoor non documentate utili alla sorveglianza statale.
Le restrizioni non si fermano agli smartphone. Lo scontro si estende a:
Reti 5G e comunicazioni strategiche
Supercalcolo e intelligenza artificiale
Export di chip e semiconduttori avanzati
Come risponde Huawei nel 2025
Huawei continua a negare qualunque coinvolgimento in attività di spionaggio, accusando Washington di protezionismo economico. L’azienda sottolinea il proprio impegno verso la trasparenza e la cyber-sicurezza, pubblicando regolarmente audit esterni.
Tuttavia, secondo il rapporto FCC 2024, ci sarebbero ancora casi in cui componenti di Huawei e ZTE entrano nel mercato USA tramite società terze o sistemi OEM ricondizionati — aggirando di fatto le restrizioni.
Una guerra tecnologica che tocca tutti
La tensione va ben oltre la sicurezza nazionale. Si tratta anche di controllo industriale e dominio geopolitico.
Punti chiave:
Gli USA impongono dazi e bloccano l’accesso cinese a tecnologie chiave come i chip a 3nm
La Cina risponde accelerando il programma di autonomia tecnologica e imponendo il bando di iPhone in ambito governativo (2024)
L’Unione Europea adotta una posizione intermedia: chiede trasparenza ma non applica sanzioni generalizzate (salvo in ambito 5G)
E per l’utente medio?
Per la maggior parte degli utenti comuni, i rischi di sorveglianza diretta tramite smartphone Huawei o ZTE sono bassi, a meno di lavorare in ambiti sensibili o governativi.
Ma ci sono altri effetti:
Limitazioni su Google Mobile Services nei dispositivi Huawei venduti in Europa
Difficoltà nell’accesso a Google Pay, Maps, Gmail o app bancarie
Incertezza sugli aggiornamenti software a lungo termine
Nel frattempo, Huawei punta sull’ecosistema HMS (Huawei Mobile Services) e sul marketplace AppGallery, con discreto successo nei mercati asiatici e mediorientali, ma ancora poco competitivo in Occidente.
La risposta cinese nel 2025
La Cina ha investito miliardi per rendersi autonoma: nel 2025 ha avviato la produzione di chip a 5nm su scala nazionale, ha sostituito Android con HarmonyOS in gran parte della pubblica amministrazione, e ha accelerato sul fronte AI generativa e 6G.
In parallelo, ha introdotto restrizioni all’uso di software occidentale su dispositivi governativi e nei settori strategici, segnando una vera frattura digitale globale.
Sicurezza o protezionismo?
Alla luce degli scandali sullo spionaggio USA (post-Snowden), la questione rimane controversa. È difficile distinguere tra vere esigenze di sicurezza e strategie di predominio commerciale.
La posta in gioco non è solo il mercato smartphone: è il controllo dei dati, delle reti, dell’intelligenza artificiale e della supply chain tecnologica del futuro.
Conclusione (2025)
La disputa tra Stati Uniti e Cina non è più solo una lotta tra brand di smartphone: è una battaglia per la leadership tecnologica globale. E anche se l’utente medio europeo o italiano può ancora scegliere tra tanti dispositivi, la geopolitica digitale incide sempre di più su ciò che possiamo acquistare, su quali app funzionano e su quanto siamo (consapevolmente o meno) connessi a un sistema di controllo più ampio.
Per l’utente medio in Italia, i rischi concreti legati all’utilizzo di smartphone Huawei o ZTE rimangono estremamente bassi, soprattutto in ambito personale. Tuttavia, il contesto geopolitico e le limitazioni sui servizi occidentali possono comunque influire sull’esperienza d’uso e sulla longevità del dispositivo.
Fonti e approfondimenti aggiornate 2025:
Tutto android: L’ente statunitense ha avviato un’indagine approfondita per verificare se le aziende cinesi stiano aggirando i divieti imposti dal governo USA.
HD Blog: Il presidente dell’FCC, Brendan Carr, ha dichiarato che alcune aziende della “Covered List” potrebbero operare negli USA tramite canali non regolamentati.
Tutto Android: Huawei ha presentato la nuova versione del suo sistema operativo, completamente indipendente da Android e con un focus sull’intelligenza artificiale.
Forbes: Un’analisi approfondita sul ruolo strategico del 5G e dei semiconduttori nella competizione tra le due superpotenze.
Ultimo aggiornamento: Giugno 2025