Donne siriane stuprate in cambio degli aiuti umanitari

Ultimamente questa solfa sembra ripetersi spesso... dopo Haiti salta fuori che il personale incaricato da ONU e ONG in Siria abbiano messo su il solito porcaio di ricatti verso le donne siriane: o si prostituiscono o non vedono gli aiuti umanitari. Aiuti umanitari che dovevano portare lì come... AIUTI, appunto.
A denunciare la cosa un'articolo della BBC a firma di James Landale e Vinnie O'Dowd, partendo dalle denunce fatte ben tre anni fa e dal rapporto della UNFPA e dalle dichiarazioni di un lavoratore che ha affermato che le associazioni umanitarie (nome molto ironico in questo caso) stanno chiudendo un occhio sulla faccenda.

La cosa è talmente diffusa che le donne siriane non chiedono nemmeno più gli aiuti, perché vanno incontro lo stigma del resto della popolazione che pensano si siano vendute per essi, anche se magari non è stato così.
Infatti ad essere più soggette agli abusi e ricatti sono le donne sole: vedove, divorziate o ricollocate nel territorio. Le donne insomma che non hanno nessuna connessione e nessuna famiglia alle spalle, le più vulnerabili.

Questi ricatti, molestie e stupri vanno avanti da ben tre anni, quando una consigliere umanitaria della charity Care, Danielle Spencer, che ha parlato con diverse donne che le hanno testimoniato come alcuni funzionari domandassero sesso in cambio degli aiuti, trasformati in merce di scambio e ricatto. Secondo uno studio il 40% degli stupri nell'area si consumavano proprio durante l'accesso agli aiuti umanitari...


I rapporti sono stati presentati a una riunione delle agenzie delle Nazioni Unite e alcune di esse hanno stretto i controlli interni al loro personale, dicevano. Altri hanno messo su un sistema finanziato dal governo che dovrebbe protegge le donne da questi abusi, dicevano anche loro.
Parole cianciate a vanvera: ancora oggi questi fatti continuano.

E continuano, pare, per un motivo: le organizzazioni chiudono un occhio perché altrimenti non potrebbero collaborare con associazioni locali e raggiungere meno persone.
In pratica hanno deciso che gli abusi sono un male necessario a portare gli aiuti ad un più vasto numero di persone, anche se ufficialmente negano gli abusi riferendosi alla presunta "tolleranza zero" di cui avevano cianciato in precedenza.
Questo perché in Siria gli operatori stranieri non hanno accesso alle zone più pericolose, e per forza ci si deve affidare agli operatori locali, su cui hanno meno controllo, per distribuire gli aiuti umanitari a più persone.

Che se chiedete a me, che in materia sono molto ignorante quindi è una modestissima opinione, si poteva fare di meglio. Molto meglio. Anche se in tempi di guerra non sai mai cosa può succedere, questo va riconosciuto.

Insomma è una situazione ignobile e la mia fiducia in queste agenzie cala sempre di più, scandalo dopo scandalo. Anche se, bisogna ammetterlo, qui la responsabilità è anche dei locali.

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