I falchi di fuoco

No, non è una stramba serie televisiva degli anni '60-'70, è il nome che gli aborigeni hanno dato a tre specie di "falchi" dell'Australia, per un preciso motivo:

I falchi di fuoco australiani

L'Australia è una terra enorme e famosa per le sue temperature, i koala, i canguri, i boomerang e gli incendi. E sono proprio gli incendi la cosa interessante di cui voglio parlare.
Non tutti gli incendi infatti si scatenano naturalmente, alcuni sono dolosi. Molti più di quanto si creda.

Ora a sentire "incendio doloso" il primo responsabile che ci viene in mente è un piromane maledetto che va a devastare centinaia di ettari di foreste e montagne invece di ficcarsi un grosso peperoncino dove non batte il sole.

E invece non è così scontato si tratti di persone!
Ci sono alcune specie di volatili chiamate "falchi di fuoco", firehawks, dagli aborigeni.
Questi falchi infatti sfruttano gli incendi per cacciare facilmente insetti e piccoli animali che stanno scappando dalle fiamme.
Spesso raccolgono qualche ramoscello infuocato e lo portano da un'altra parte, nel becco o nelle zampe, per buttarlo nelle sterpaglie innescando un altro incendio.


Il fatto è che noi non lo sapevamo, mentre gli aborigeni lo hanno sempre saputo, forse da decine di migliaia di anni. La notizia non è solo curiosa in sé ma apre diversi scenari di studio.
Uno è che le dinamiche di propagazione degli incendi in Australia del nord possono essere influenzate da questo gruppo di tre distinti volatili: uno un falco vero e proprio e due razze di nibbi (Milvus migrans, Haliastur sphenurus e Falco berigora).

L'altro è che non si sa quando questi rapaci abbiano scoperto il fuoco, potrebbero conoscerlo da tantissimo tempo, alcuni azzardano perfino prima dell'umanità stessa.

Il signor Phillip Roberts scrisse nella sua autobiografia nel 1964:
“I have seen a hawk pick up a smouldering stick in its claws and drop it in a fresh patch of dry grass half a mile away, then wait with its mates for the mad exodus of scorched and frightened rodents and reptiles,”

"Ho visto un falco prendere un bastone fumante nei suoi artigli e farlo cadere in una pezza di erba secca (fresh probabilmente è riferito al fatto che non ci fossero ancora stati incendi, NDS) a mezzo miglio di distanza, poi aspettare con i suoi compagni per il folle esodo di lucertole e piccoli roditori bruciati e terrorizzati."

I rapaci durante gli incendi vengono presi da una vera e propria frenesia, come quella delle volpi nel pollaio che uccidono tutti gli animali presenti anche se poi riescono a portarne via uno solo.
Infatti poi aggiunse:
“When that area was burnt out, the process was repeated elsewhere.”
"Quando l'area fu completamente bruciata, il processo era ripetuto altrove."

Insomma sembra proprio che quei rapaci si procurino cibo in quella maniera, rendendola tutt'altro che un'occasione sporadica.
Infatti non incendiano zone a caso, ma incendiano pezze di erba secca vicine alle rive del fiume o vicine agli spartifiamme create dall'uomo, in modo da poter cacciare molto più facilmente le prede in fuga dalle fiamme. Campo libero, visibilità totale e nessun riparo per la preda, la situazione perfetta per i predatori piromani.

Diversi scienziati però rimangono scettici sulla volontarietà dell'azione di questi uccelli.
Insomma per loro è tutta da dimostrare l'intenzionalità di appiccare il fuoco per escludere la casualità.
Casualità dettata appunto dal loro cacciare vicino gli incendi: secondo gli scettici potrebbe trattarsi di tizzoni raccolti per caso insieme alle prede e poi lasciati andare diverse centinaia di metri dopo perché troppo caldi.

Non sono un esperto per dirlo, ma se così fosse forse lascerebbero i rami ardenti subito dopo averli raccolti?
Non lo sappiamo, del resto si tratta di un vero e proprio processo alle intenzioni di questi "falchi di fuoco". In ogni caso volontariamente o fortuitamente gli incendi li appiccano senza ombra di dubbio.