Le Parlamentarie del Movimento 5 Stelle: Dall’Entusiasmo alle Proteste degli Esclusi
Le parlamentarie del Movimento 5 Stelle hanno rappresentato un esperimento di democrazia diretta, permettendo agli iscritti di candidarsi per un posto in Parlamento attraverso la piattaforma Rousseau. Tuttavia, il processo ha generato forti polemiche, con migliaia di candidati esclusi che hanno protestato per la mancanza di trasparenza nelle selezioni.
A distanza di anni, il Movimento ha modificato le sue regole interne, abbandonando alcune delle sue posizioni originarie e aprendo la porta a candidature più flessibili.
L’Afflusso Massiccio di Candidati e la ScrematuraNel 2018, il Movimento 5 Stelle ha visto un’affluenza record di 15.000 candidati alle parlamentarie. Questo numero impressionante ha reso impossibile gestire tutte le candidature, portando a una scrematura drastica.
Molti aspiranti parlamentari, privi di esperienza politica o competenze specifiche, sono stati esclusi senza una motivazione chiara. Questo ha generato forti proteste, con alcuni candidati che hanno accusato il Movimento di favorire nomi già noti e di non rispettare il principio di trasparenza..Le Proteste degli Esclusi
Dopo la selezione, numerosi candidati hanno espresso il loro dissenso sui social media, lamentando:
Mancanza di comunicazione sulle esclusioni.
Problemi tecnici sulla piattaforma Rousseau.
Favoritismi verso candidati già vicini ai vertici del Movimento.
Alcuni attivisti hanno persino ipotizzato che il Movimento avesse scartato intenzionalmente le candidature meno gradite, sollevando dubbi sulla reale democraticità del processo.
L’Evoluzione delle Regole nel Movimento 5 Stelle
Negli anni successivi, il Movimento ha rivisto le sue regole interne, abbandonando alcune delle sue posizioni originarie. Tra le modifiche più significative:
Eliminazione del limite del doppio mandato, permettendo ai parlamentari di ricandidarsi.
Maggiore controllo sulle candidature, con il presidente del Movimento che può selezionare direttamente alcuni nomi.
Possibilità di candidarsi in enti amministrativi diversi, azzerando il conteggio dei mandati.
Queste modifiche hanno segnato una svolta rispetto ai principi iniziali, suscitando reazioni contrastanti tra gli iscritti.
Conclusioni
Le parlamentarie del Movimento 5 Stelle hanno dimostrato le difficoltà della democrazia diretta, con un afflusso di candidati difficile da gestire e proteste per le esclusioni.
Negli anni, il Movimento ha modificato le sue regole, abbandonando alcune delle sue posizioni originarie e adottando un approccio più flessibile alle candidature. Questo ha sollevato interrogativi sulla coerenza politica e sulla reale apertura del Movimento ai suoi iscritti.