Un Approfondimento sull'Alimentazione negli Allevamenti
Questo tema lo ho affrontato diverse volte, ma grazie alla segnalazione di Giulia Corsini sono emersi nuovi dati aggiornati relativi alla quantità di cibo edibile impiegata per produrre un chilo di carne. L’obiettivo è chiarire i malintesi sul consumo alimentare negli allevamenti e mettere in luce il reale rapporto tra risorse alimentari e produzione di carne bovina.
La Verità Dietro l’Alimentazione degli Animali da Allevamento
Contrariamente alla credenza diffusa, agli animali da allevamento non vengono somministrate enormi quantità di cereali e legumi per produrre pochi chili di carne. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato come la dieta dei bovini sia strutturata in modo da sfruttare le risorse locali:
Circa l’80% dei bovini si nutre per il 90% di erba medica, una fonte di foraggio che, sebbene non digeribile dall’uomo, rappresenta un alimento naturale per questi animali.
Solo il 10% della dieta dei bovini (o leggermente superiore nei casi specifici) è costituito da "cibo edibile" che potenzialmente potrebbe essere destinato al consumo umano.
Un rimanente 17% degli allevamenti, seppur in misura ridotta, utilizza una quota maggiore di alimento commestibile; tuttavia, questa pratica è l’eccezione e non la regola all’interno del settore.
Miti da Sfatare: I Falsi Allarmi sull’Uso di Cibo Edibile nella Produzione di Carne
Alcuni gruppi, spesso definiti “disfattisti”, sostengono che ci vorrebbero oltre 20 kg di cibo per produrre 1 kg di carne bovina, alimentando così la problematica della fame nel mondo. Tale affermazione, oltre a essere esagerata, ignora il reale bilancio della dieta degli animali:
I dati scientifici dimostrano che l’uso di cibo edibile è ben inferiore alle stime allarmistiche di sei o perfino venti chili per ogni chilo di carne prodotto.
Gli “ambientalisti” o i gruppi vegani, puntando il dito su una presunta catastrofe ambientale, trascurano il fatto storico che l’allevamento sia nato in un’epoca in cui ogni risorsa alimentare era preziosa e non poteva essere sprecata.
Allevamento, Sostenibilità e Impatti Futuri
Le conclusioni tratte da recenti ricerche, e riprese anche nel mio libro, evidenziano come l’allevamento – inteso nella sua forma tradizionale e storica – non comporti lo spreco massiccio di cibo. I modelli di consumo alimentare negli allevamenti sono evoluti, e il vero problema riguarda il 17% di quegli allevamenti che utilizzano una quota eccessiva di cibo commestibile.
Guardando al futuro:
La crescita demografica e l’aumento del reddito in alcuni paesi in via di sviluppo influenzeranno l’utilizzo dei terreni coltivabili e la sostenibilità complessiva del settore.
È fondamentale sensibilizzare e orientare anche quegli allevamenti "spreconi" verso pratiche più virtuose, garantendo un uso ottimale delle risorse e contribuendo a un allevamento sostenibile.
Una riflessione attenta su questi numeri permette di comprendere che non si tratta di un capriccio, ma di un sistema radicato in necessità storiche e che ora può evolvere ulteriormente con responsabilità.
Conclusioni e Approfondimenti
L’analisi dei dati attuali dimostra chiaramente quanto si discosti dalla narrazione sensazionalistica che si buttino via tonnellate di cibo nella produzione di carne. La storia e la realtà degli allevamenti ci insegnano che ogni risorsa alimentare viene utilizzata in proporzioni ben calibrate, con solo una parte limitata dedicata a cibo commestibile, mentre il resto si basa su foraggi non adatti al consumo umano.
Per approfondire ulteriormente il tema, ti invito a scoprire le conclusioni complete riportate nel mio libro (clicca qui) e a consultare il paper scientifico disponibile su Science direct