Le pubblicità progresso sono sessiste

Campagne di sensibilizzazione e polemiche: le pubblicità progresso sono sessiste?

Negli ultimi anni, le pubblicità progresso volte a combattere il pregiudizio verso le donne hanno sollevato critiche inaspettate. Secondo la YouTuber femminista Irene Facheris, creatrice di Bossy, alcune di queste campagne sarebbero sessiste, perché trasmettono un messaggio distorto sulla percezione della donna nella società.

L'idea alla base di queste pubblicità è sensibilizzare il pubblico sulla violenza di genere, utilizzando strategie comunicative che mirano a colpire l'emotività delle persone. Tuttavia, secondo Facheris, il modo in cui questi messaggi vengono costruiti e diffusi contribuirebbe involontariamente a rafforzare alcuni stereotipi, generando un paradosso comunicativo difficile da ignorare.

Mansplaining e numero verde: un problema reale o forzato?

Uno dei temi affrontati da Facheris, che mi ha fatto cambiare idea sul suo operato, è il mansplaining, termine che descrive la tendenza di alcuni uomini a spiegare le cose alle donne in modo condiscendente, spesso ignorando le loro competenze o conoscenze sull’argomento. Il fenomeno, secondo alcuni, rientra nelle dinamiche di sottovalutazione del sapere femminile, rendendo le donne interlocutori percepiti come meno autorevoli.

Secondo la YouTuber, il problema sarebbe così grave da giustificare la creazione di un numero verde per segnalare il fenomeno, un’iniziativa che avrebbe lo scopo di identificare situazioni in cui il mansplaining diventa una vera e propria forma di svalutazione sociale. Tuttavia, molti ritengono che misure di questo tipo siano eccessive e rappresentino più una battaglia ideologica che una reale emergenza sociale.

La critica principale mossa contro il concetto di mansplaining è che non tutti gli episodi di spiegazione da parte di un uomo a una donna sono necessariamente mossi da un intento discriminatorio. Anzi, in molte situazioni, possono essere semplicemente legati a conoscenze specifiche o a dinamiche di comunicazione interpersonale. Questo aspetto ha reso la discussione sul mansplaining un tema divisivo, con posizioni contrastanti tra chi lo ritiene una forma di microaggressione e chi lo vede come una distorsione del dibattito sull’uguaglianza. Senza dimenticare che a volte anche gli uomini subiscono tali comportamenti.

Le pubblicità progresso sotto accusa

Un altro tema che solleva riguarda le campagne contro la violenza sulle donne, in particolare quelle che utilizzano frasi come:

  • "E se fosse tua sorella?"

  • "E se fosse tua madre?"

  • "E se fosse tua nonna?"

Secondo Facheris, questo tipo di messaggio suggerisce che la donna abbia valore solo in relazione a un uomo, invece di essere rispettata semplicemente in quanto persona. Secondo la sua interpretazione, questa narrazione rischia di consolidare una visione della donna basata sulla sua relazione familiare, e non sul riconoscimento della sua individualità.

Tuttavia, ritengo che il vero obiettivo di queste frasi sia far leva sull’empatia. Un individuo che tende a minimizzare il problema della violenza potrebbe essere più incline a riflettere se il messaggio lo coinvolge emotivamente, spingendolo a immedesimarsi nel contesto. L’approccio è simile a molte campagne di comunicazione, che utilizzano esempi personali per rendere il problema più tangibile.



Il dibattito sulla percezione della violenza

Mentre alcuni vedono nelle pubblicità progresso un modo efficace per risvegliare le coscienze, altri sostengono che l’approccio vada rivisto per evitare di rinforzare stereotipi. La questione centrale riguarda il metodo di sensibilizzazione: è più efficace un messaggio diretto, che sottolinea l’importanza del rispetto verso la donna indipendentemente dai legami affettivi, oppure un approccio più emotivo, basato sul coinvolgimento personale?

Questa polemica si inserisce in un contesto più ampio di discussioni sul politicamente corretto, il linguaggio inclusivo e le strategie comunicative utilizzate per affrontare problemi sociali. In un’epoca in cui la comunicazione è sempre più polarizzata, è fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità di sensibilizzare il pubblico e il rischio di creare interpretazioni fuorvianti.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.