😡 L’ultima crociata contro i reggiseni
Dopo aver visto il dilagare di questa follia negli States sono sconcertato di vederlo anche in Italia. Non siamo più solo spettatori della farsa, ora è d’importazione: oggi è nel mantovano che si grida all’“oppressione patriarcale” perché Intimissimi osa pubblicizzare reggiseni. Non una di meno, organizzazione seguita da migliaia, rivendica un’azione di “attivismo” contro i cartelloni pubblicitari. Slogan? “Intima? Sì, ma solo come voglio io.”. Traduzione: se un corpo femminile bello e attraente viene mostrato, è violenza simbolica.
🧠 Il modello "eteronormato" e la fobia dell’estetica
"I media ci propongono costantemente un modello di donna eteronormato che non è rappresentativo delle diversità di ognuna di noi: pelli lisce e depilate, corpi magri e tonici, ragazze giovani ed ammiccanti."
Cosa diavolo è "l'eteronormato" lo sanno solo loro, l'obbligo di essere "rappresentativi delle diversità" lo vedono lo vogliono imporre per sentirsi meglio con loro stesse, come se dieta sana ed esercizio fossero il nemico pubblico numero uno.
Ma fra l'altro chi l’ha detto che le pubblicità impongono standard fisici? Non rappresentano “ogni corpo” perché — udite udite — sono fatte per vendere, non per educare all’autostima. E il bello vende. Se il tuo disagio nasce dal confronto con un cartellone pubblicitario, forse il problema non è il cartellone.
“Vogliamo vedere modelli con pancia e cellulite!” Certo. Ma poi chi compra il reggiseno?
Posso dire con molta umiltà che qui sono stato profetico: Victoria's Secret ha infatti dato retta a questi deliri di pochi che vogliono imporre come vivere a tutti e ha iniziato campagne pubblicitarie con modelle obese con pancia e cellulite. Gli ha dato quello che volevano!
Peccato appunto che sono in pochi, anzi meno di quanto vogliono far credere: crollo di oltre l'80% in borsa. Un danno ormai irreparabile.
💪 Anche i modelli maschili sono perfetti!
Per caso i modelli maschili sono tutti bassi, grassi, pelosi come l'orso Yoghi e pure pelati?
No, sono praticamente tutti dei figaccioni alti un metro e novanta tutti muscoli.
Nessuno si scandalizza per l’uomo scolpito in Calvin Klein. Anzi, nessuno urla che “la bellezza maschile opprime gli uomini bassi e pelosi”. Lo si accetta come parte della comunicazione visiva. Non è discriminazione: è marketing. Doppi standard più grossi dei doppi menti.
📺 I media non deprimono. La realtà sì.
Le pubblicità non sono il demonio. Se una donna sviluppa disordini alimentari o dismorfismo, i media non sono la causa unica. I principali fattori? Genitori, partner, amici, ambienti tossici.
I media non ti dicono che sei brutta. Ti vendono un prodotto. Se quel prodotto ti fa star male, il problema è il modo in cui vivi quel confronto, non la modella in sé.
Fra l'altro usare belle ragazze nelle pubblicità destinate alle donne ha una doppia valenza: attira l'attenzione di tutti, ma soprattutto fa sì che le donne che comprano quel reggiseno si sentano più simili alla bellissima modella. Insomma le donne vogliono sentirsi bene con loro stesse quindi comprano gli indumenti che vedono addosso a donne bellissime.
Se vedono quel vestito addosso "all'abominevole uomo delle nevi" si accosteranno ad un orso gigantesco grasso e peloso quando lo indosseranno, e checché ne dicano quell'idea non piace a nessuno.
🎯 Il vero cortocircuito logico
Le attiviste vogliono pubblicità “inclusive” ma anche “perfette”, “rappresentative” ma “non idealizzanti”. È un gioco di parole che non regge:
Se il corpo mostrato è bello: “non è realistico”
Se il corpo mostrato è brutto: “non attira”
Se non lo mostri affatto: “invisibilizzi le donne”
Quindi cosa volete? Censura pubblicitaria? Estetica sotto controllo politico? Modelli selezionati per gradimento ideologico? Pubblicità con 374 modelle così da "rappresentare" ogni singola variazione possibile del corpo umano? E se poi sono 375 che succede?
La pubblicità non deve riflettere la triste realtà, la pubblicità ti spilla soldi perché vuoi evadere da questa valle di lacrime. Se rendi la pubblicità uguale alla valle di lacrime i soldi per cosa vengono spesi?
🧭 Conclusione: siamo animali visivi, non pupazzi da rieducare
La bellezza ha sempre avuto un ruolo nei segnali sociali e biologici. Ci attrae ciò che riteniamo bello. E la pubblicità segue questa legge darwiniana del consumo. Se ci metti modelli “sotto la media” per accontentare chi si sente escluso, non vendi più. E infatti, alcune campagne inclusive sono miseramente fallite.
La bellezza non opprime. L’insicurezza sì. E la propaganda ideologica travestita da attivismo non aiuta nessuno.