La controversia e le accuse di antisemitismo
Felix Kjellberg, noto come PewDiePie, è stato al centro di una polemica dopo un video in cui ha pagato due uomini indiani per mostrare una frase nazista su un cartello mentre ballavano. Questo episodio ha scatenato accuse di antisemitismo, amplificate da un articolo del Wall Street Journal, che ha raccolto diversi spezzoni dei suoi video per sostenere la tesi che PewDiePie stesse promuovendo il nazismo.
Il caso ha rapidamente guadagnato attenzione mediatica, con molte testate che hanno ripreso la notizia senza approfondire il contesto. Sebbene alcune battute possano essere considerate infelici, la questione principale riguarda il modo in cui i media hanno estrapolato frasi e immagini per costruire una narrativa scandalistica.
Il problema del cherry picking e la manipolazione dell'informazione
Il cherry picking, ovvero la selezione mirata di dati per sostenere una tesi, è una tecnica spesso utilizzata per alimentare polemiche e influenzare l'opinione pubblica. Nel caso di PewDiePie, il Wall Street Journal ha raccolto meno di una decina di episodi in cui avrebbe fatto battute sugli ebrei o avrebbe "incitato" al nazismo, ignorando il contesto in cui queste frasi sono state pronunciate.
Per esempio il famoso video degli indiani ha una storia che è stata completamente omessa dai media: Felix ha trovato il profilo Fiverr (piattaforma di offerta di lavori di vario tipo) di due ragazzi indiani chiamati "Funny Guys" che per 5 dollari avrebbero registrato un video in cui tenevano una tavola di legno mentre ballavano, il messaggio sulla tavola è deciso dal cliente. Felix ha comprato tale "servizio" indicando una frase effettivamente antisemita, convinto che i due ragazzi si sarebbero rifiutati. Con sua somma sorpresa i due ragazzi non si sono rifiutati, hanno girato il video e glielo hanno consegnato. A riprova del fatto che Felix non si aspettava un risultato simile appare genuinamente scioccato nel vedere il messaggio sulla tavola di legno.
Un altro degli esempi più discussi riguarda un video in cui PewDiePie indossava un cappello nazista mentre guardava un discorso di Hitler. Il gesto era una critica alla censura su YouTube posta in essere dal nuovo programma "heroes", ma è stato interpretato diversamente dai media una volta estrapolato dal contesto. Un altro spezzone citato nell’articolo mostrava PewDiePie con il braccio destro teso, ma nel video originale stava semplicemente indicando qualcosa.
La reazione di Disney e YouTube
A seguito delle accuse, Disney ha rescisso il contratto con PewDiePie e YouTube ha cancellato la seconda stagione della sua serie su YouTube Red. Questo ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione e sulla tendenza dei media a enfatizzare determinati aspetti per creare scandali.
La decisione di Disney è stata particolarmente ironica, considerando che il fondatore dell’azienda, Walt Disney, era noto per le sue posizioni antisemite. Sebbene la compagnia abbia cambiato mentalità nel corso degli anni, il fatto che abbia preso una posizione così drastica contro PewDiePie è ampiamente criticabile.
Il clima di polarizzazione e le echo chambers
Viviamo in un’epoca in cui il dibattito pubblico è spesso dominato da fazioni contrapposte e da un clima di tifo da stadio. Le echo chambers, ovvero ambienti in cui le persone ricevono solo informazioni che confermano le loro convinzioni, contribuiscono a rafforzare narrazioni distorte.
Il caso PewDiePie evidenzia i rischi della disinformazione e della manipolazione mediatica. Sebbene alcune battute possano essere discutibili, dipingere un'intera persona come antisemita basandosi su spezzoni decontestualizzati solleva dubbi sulla correttezza dell'informazione.
Fonti e approfondimenti
Dailydot Racconta con più precisione il caso degli indiani danzanti