No More Black Targets: Arte, percezione e realtà
Il movimento No More Black Targets nasce con l'obiettivo di sensibilizzare sul pregiudizio inconscio e il suo possibile impatto sulla violenza armata. Secondo gli ideatori, l'uso di bersagli neri nei poligoni di tiro potrebbe condizionare la percezione dei tiratori, portandoli a sparare più frequentemente contro persone nere. Questa teoria si basa su studi che suggeriscono una maggiore rapidità nel premere il grilletto quando il bersaglio è scuro rispetto a uno chiaro.
Tuttavia, la correlazione tra l'uso dei bersagli e la violenza della polizia è oggetto di dibattito. I bersagli neri sono progettati per migliorare la visibilità dei colpi, non per creare associazioni razziali. Inoltre, il colore della pelle di una persona nera non è mai completamente nero come l'inchiostro, rendendo difficile sostenere che l'allenamento con sagome nere possa influenzare direttamente il comportamento degli agenti.
Il contesto della violenza armata negli Stati Uniti
Negli USA, le statistiche mostrano che le persone nere hanno una probabilità maggiore di essere vittime di sparatorie da parte della polizia rispetto ai bianchi. Questo fenomeno è attribuito a diversi fattori, tra cui il pregiudizio, il nervosismo degli agenti e la percezione del rischio. Sebbene sia vero che la popolazione carceraria afroamericana sia sproporzionatamente alta rispetto alla percentuale totale di neri negli Stati Uniti, attribuire questa tendenza esclusivamente al razzismo è una semplificazione.
La polizia americana è nota per avere il grilletto fin troppo facile, e molti episodi di violenza sono il risultato di incompetenza e tensione. Alcuni agenti, trovandosi in situazioni di pericolo, reagiscono impulsivamente senza valutare correttamente la minaccia. Questo porta a tragedie evitabili, indipendentemente dal colore della pelle del sospettato.
Il ruolo dell'abbigliamento nella percezione della minaccia
Un aspetto trascurato dai promotori dell'iniziativa è il ruolo dell'abbigliamento. Se una persona indossa maniche lunghe, pantaloni e un cappuccio, il colore della sua pelle diventa praticamente invisibile agli agenti. In una situazione di tensione, ciò che conta di più è il comportamento del sospettato e il contesto dell'intervento.
E' più probabile che lo studio che hanno citato si riferisse a bersagli al poligono di tiro: un bersaglio dall'alto contrasto è chiaramente notato e messo a fuoco più velocemente di uno con contrasto debole, questo perché semplicemente ci vuole più tempo a notarlo. Inoltre il vestiario oltre a nascondere, in diversi gradi, il colore della pelle di una persona può essere esso stesso chiaro o scuro.
Non esistono statistiche che dimostrino che chi veste di nero sia più soggetto a essere colpito dalla polizia. Se il colore dei bersagli influenzasse realmente la percezione degli agenti, allora chiunque indossasse abiti scuri dovrebbe essere più a rischio, ma questo non è supportato da dati concreti. La realtà è che la polizia reagisce a una combinazione di fattori, tra cui movimenti sospetti, atteggiamento e contesto dell'intervento.
Conclusioni: un cambiamento simbolico?
La modifica dei bersagli potrebbe avere un impatto minimo sulla realtà delle sparatorie, ma il movimento No More Black Targets mira a stimolare una riflessione più ampia sulla discriminazione e sulla violenza armata. Sebbene l'idea di cambiare il colore dei bersagli possa sembrare una soluzione semplice, il problema della brutalità della polizia è molto più complesso e radicato.
Si dovrebbe iniziare con l'eliminare l'incompetenza degli agenti, spostare gli agenti non idonei al servizio attivo a ruoli di ufficio con test attitudinali mirati e precisi e un addestramento più professionale.