Con l'Hijab inneggiando alla sharia - Femminismo e Contraddizioni: Quando l'Estremismo Tradisce l'Emancipazione
Introduzione
Il femminismo ha rappresentato una delle più importanti rivoluzioni sociali del XX secolo. Ha contribuito a conquistare diritti fondamentali per le donne: dal suffragio universale all'accesso all'istruzione, fino all'abolizione di norme discriminatorie come il matrimonio riparatore. Tuttavia, negli ultimi anni, alcune frange estremiste sembrano aver deviato dalla missione originaria, abbracciando posizioni che appaiono in netto contrasto con i principi di libertà e autodeterminazione.
Il Femminismo Storico: Una Lotta per la Libertà
Le prime ondate del femminismo hanno avuto obiettivi chiari: parità di diritti, accesso al lavoro, riconoscimento della dignità femminile. Figure come Simone de Beauvoir, Virginia Woolf e le suffragette hanno gettato le basi per un cambiamento epocale. Il femminismo nasce come risposta a una società patriarcale che relegava le donne a ruoli subordinati, e ha avuto un impatto profondo sulla cultura, la politica e l'economia.
L'Estremismo Contemporaneo: Un Tradimento dei Valori?
Negli ultimi anni, alcune attiviste hanno sostenuto simboli e pratiche che, in molti contesti, rappresentano strumenti di oppressione. Durante le marce contro Donald Trump, ad esempio, si sono viste manifestanti inneggiare alla sharia indossando il velo islamico come simbolo di liberazione. Questo ha sollevato interrogativi legittimi: è coerente difendere pratiche religiose che, in molti paesi, limitano drasticamente i diritti delle donne?
Il Caso Linda Sarsour e la Women's March
Linda Sarsour, una delle organizzatrici della Women's March, ha espresso pubblicamente il suo sostegno alla sharia, suscitando polemiche e divisioni all'interno del movimento femminista. Le sue dichiarazioni hanno alimentato il dibattito su cosa significhi davvero essere femminista oggi e se sia possibile conciliare l'emancipazione femminile con l'adesione a sistemi giuridici che prevedono, ad esempio, la sottomissione della donna all'uomo e l'incarcerazione (nel migliore dei casi) delle vittime di violenza carnale.
Il Burqa: Scelta o Imposizione?
Alcune voci occidentali hanno descritto l'esperienza di indossare il burqa come liberatoria, togliendo "l'obbligo" di pettinarsi o vestirsi in coordinato con la borsa liberandola dalla "oppressione". Tale visione appare non solo imprevidente, ma anche di una estremizzazione assoluta: nessuno obbliga le donne a vestirsi in coordinato o ad andare dal parrucchiere, definire "oppressione" delle semplici scelte personali è errato qualsiasi contesto si analizzi. Inoltre, in molti paesi islamici, il burqa è imposto per legge e la sua violazione può comportare gravi conseguenze. La differenza tra scelta e imposizione è fondamentale: ciò che può sembrare una libera espressione in un contesto occidentale, può rappresentare una costrizione in altri contesti culturali.
Islamofobia o Critica Legittima?
Chiunque abbia criticato queste contraddizioni è stato velocemente tacciato di "islamofobia". Ma criticare pratiche che ledono la libertà individuale non equivale a discriminare una religione. Molti musulmani e musulmane si oppongono all'uso politico della religione per giustificare la repressione. È importante distinguere tra islamofobia e critica costruttiva. Etichettare ogni dissenso come "odio" soffoca il dibattito e impedisce un confronto onesto e necessario.
Il Femminismo Intersezionale: Inclusione o Contraddizione?
Il femminismo intersezionale ha cercato di includere le voci di donne appartenenti a minoranze etniche, religiose e sessuali. Tuttavia, questa inclusività ha talvolta portato a tollerare pratiche che contraddicono i principi fondamentali del femminismo. È possibile difendere l'autodeterminazione femminile e, allo stesso tempo, giustificare norme che impongono la subordinazione della donna?
Conclusione: Riscoprire il Cuore del Femminismo
Il femminismo dovrebbe essere una forza unificante, capace di difendere la libertà, la dignità e l'autonomia di tutte le donne, ovunque si trovino. Difendere pratiche oppressive in nome del relativismo culturale rischia di tradire questa missione. È tempo di riscoprire il cuore del femminismo: lottare per una società in cui ogni individuo, indipendentemente dal genere, possa vivere libero da imposizioni, violenze e discriminazioni.
Fonti e approfondimenti:
FQ Magazine: critica all'articolo di una italiana che elogiava il burqa perché non doveva pettinarsi