Dall’euroscetticismo alla svolta europeista (mancata)
Il Movimento 5 Stelle, noto per le sue posizioni storicamente critiche verso l’Unione Europea, ha vissuto nel 2017 uno degli episodi più controversi della sua storia politica: il tentativo — fallito — di entrare nel gruppo parlamentare europeo ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa), uno dei più convintamente europeisti dell’Europarlamento.
Dopo anni di retorica anti-Bruxelles, referendum sull’euro e alleanze con figure come Nigel Farage, il partito guidato da Beppe Grillo ha tentato una virata improvvisa, cercando di abbandonare il gruppo euroscettico EFDD per approdare tra le fila dei liberali europei.
Il voto online e la reazione della base
La decisione è stata sottoposta a una consultazione online sul blog di Grillo, dove circa 40.000 iscritti (su oltre 130.000 certificati) hanno votato a favore dell’ingresso nell’ALDE. Il risultato ha però spaccato la base, soprattutto tra gli elettori più legati alla linea originaria del movimento, che vedevano nell’euroscetticismo uno dei pilastri identitari.
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Il colpo di scena: l’ALDE rifiuta l’ingresso del M5S
Nonostante l’accordo preliminare tra i vertici del M5S e Guy Verhofstadt, capogruppo dell’ALDE, il gruppo liberale ha respinto ufficialmente la richiesta di adesione. Il motivo? “Troppe divergenze su temi europei essenziali” e “assenza di garanzie per un’agenda comune”.
Il rifiuto è arrivato poche ore dopo la votazione online, lasciando il Movimento senza gruppo parlamentare e con una figuraccia politica di proporzioni continentali.
Grillo accusa i poteri forti: retorica o realtà?
La reazione di Grillo non si è fatta attendere: sul blog ha denunciato un presunto boicottaggio da parte dei “poteri forti”, accusando l’establishment europeo di aver ostacolato l’ingresso del M5S per timore del suo impatto. Una narrazione che ha suscitato più ironia che solidarietà, considerando che il gruppo ALDE rappresenta proprio quelle istituzioni — UE, banche, federalismo europeo — che il Movimento aveva sempre contestato.
Conclusione: trasformismo politico e perdita di credibilità
Il caso ALDE ha segnato un punto di svolta nella percezione pubblica del Movimento 5 Stelle. Da forza antisistema a partito in cerca di legittimazione europea, il passaggio (mancato) ha evidenziato una contraddizione interna e una gestione comunicativa poco trasparente. Per molti osservatori, è stato il momento in cui il “non partito” ha mostrato di essere simile a qualsiasi altro partito italiano: pronto a cambiare rotta per convenienza, anche a costo di perdere la propria identità.
Fonti e approfondimenti: