Sharia in Germania? Analisi di un caso controverso tra percezione e realtà

Negli ultimi anni, alcune dichiarazioni pubbliche hanno sollevato preoccupazioni circa l’introduzione della sharia in Germania, alimentando un dibattito acceso sull’integrazione, la sicurezza e la libertà religiosa. Tra le voci più provocatorie, quella del commentatore britannico Milo Yiannopoulos, noto per le sue posizioni radicali, ha affermato che in alcune aree della Germania sarebbe stata “installata la legge del Corano”.

Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni? E cosa è realmente accaduto?

Il caso delle “ronde islamiche” a Wuppertal

Nel 2014, nella città tedesca di Wuppertal, un gruppo di salafiti — appartenenti a una corrente ultraconservatrice dell’Islam — ha attirato l’attenzione pubblica indossando gilet arancioni con la scritta “Sharia Polizei”. Questi individui si aggiravano per le strade del quartiere a maggioranza musulmana, cercando di “consigliare” ai passanti comportamenti conformi alla legge islamica: evitare l’alcol, non frequentare locali notturni, indossare abiti modesti.

L’episodio ha suscitato scalpore mediatico e preoccupazione tra i cittadini, tanto da spingere le autorità tedesche a intervenire. Tuttavia, non si trattava di una vera polizia religiosa, né di un’applicazione ufficiale della sharia. Le autorità hanno chiarito che nessuna legge parallela è in vigore in Germania, e che l’ordinamento giuridico resta saldamente ancorato alla Costituzione federale.


Ronde islamiche a Ruppertal

L’intervento delle autorità tedesche

I membri del gruppo sono stati fermati e interrogati dalla polizia. Tuttavia, poiché non avevano commesso reati specifici — limitandosi a “consigliare” comportamenti religiosi — non è stato possibile procedere penalmente. L’unica violazione contestata è stata l’uso di uniformi non autorizzate, che in Germania è regolato da norme precise per evitare confusione con le forze dell’ordine.

Le autorità hanno comunque rafforzato la presenza della polizia nella zona e ribadito pubblicamente che non sarà tollerata alcuna forma di giustizia parallela. Il ministro dell’Interno dell’epoca ha definito l’episodio “inaccettabile” e ha promesso tolleranza zero verso ogni tentativo di intimidazione religiosa.

Libertà religiosa e limiti legali

In Germania, come in molti Paesi europei, la libertà religiosa è tutelata dalla legge, ma non può essere usata come scudo per imporre norme parallele o violare i diritti fondamentali. Finché le azioni restano nel campo della persuasione e non sfociano in minacce, violenza o coercizione, non costituiscono reato. Tuttavia, episodi come quello di Wuppertal sollevano interrogativi legittimi su come prevenire derive estremiste senza compromettere le libertà civili.

Tra allarmismo e vigilanza

Affermare che “in Germania vige la sharia” è una semplificazione fuorviante. L’episodio delle “ronde islamiche” è reale, ma è stato contenuto e condannato dalle istituzioni. Le autorità tedesche hanno agito per impedire che simili iniziative si trasformassero in minacce alla convivenza civile.

Tuttavia, la nascita di gruppi che si autoproclamano custodi della morale religiosa è un segnale da non sottovalutare. Serve vigilanza, prevenzione e un impegno costante per garantire che la legge dello Stato resti l’unico riferimento normativo, senza cedere spazio a pressioni ideologiche o religiose radicali.

🔍 Cosa è successo dopo Wuppertal

  • Condanne definitive nel 2020: Dopo un lungo iter giudiziario, nel 2020 la Corte Suprema tedesca (Bundesgerichtshof) ha confermato le condanne per i sette uomini coinvolti, dichiarando illegale l’uso delle pettorine con la scritta “Shariah Police”. La corte ha stabilito che si trattava di una violazione del divieto di indossare uniformi con valenza politica, in base al §3 e §28 della legge sulle assemblee pubbliche.

  • Nessuna replica su larga scala: Nonostante le preoccupazioni iniziali, non si sono verificati casi analoghi in altre città tedesche con la stessa modalità (ronde organizzate con simboli religiosi o “uniformi”). Le autorità hanno rafforzato la sorveglianza e ribadito che nessuna forma di giustizia parallela sarà tollerata.

  • Contesto salafita sotto osservazione: Il movimento salafita in Germania resta monitorato dai servizi di sicurezza, soprattutto in Nordreno-Vestfalia, dove si stima la presenza di circa 1.800 aderenti, di cui il 10% considerati potenzialmente violenti.

📌 Considerazioni

Il caso di Wuppertal è rimasto un episodio isolato ma significativo. Le autorità tedesche hanno reagito con fermezza, sia sul piano giudiziario che su quello politico, per evitare che simili iniziative si ripetano. Ad oggi, non ci sono prove che la “Sharia Polizei” si sia diffusa in altre località tedesche o che abbia avuto un seguito strutturato.

Casi simili a quello della cosiddetta “Sharia Polizei” in altri paesi

Si sono verificati casi simili in altri Paesi, anche se con caratteristiche e contesti diversi. Ecco una panoramica dei principali esempi documentati:

🇸🇦 Arabia Saudita – La Muttawa

Il caso più noto è quello dell’Arabia Saudita, dove per decenni ha operato la Muttawa, ovvero la polizia religiosa ufficiale (Comitato per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio). Questa forza aveva poteri estesi: poteva arrestare persone per abbigliamento “improprio”, mescolanza tra uomini e donne non sposati, vendita di oggetti legati a festività occidentali (come San Valentino), e altro ancora. Dal 2016, però, le sue competenze sono state fortemente ridimensionate.

🇮🇷 Iran – Gasht-e Ershad

In Iran, la cosiddetta polizia della moralità (Gasht-e Ershad) è incaricata di far rispettare il codice di abbigliamento islamico, in particolare per le donne. È stata al centro di proteste internazionali dopo la morte di Mahsa Amini nel 2022, arrestata per non aver indossato correttamente il velo. Le autorità iraniane hanno annunciato riforme, ma la struttura resta attiva.

🇳🇬 Nigeria – Hisbah

In alcuni stati del nord della Nigeria, dove vige la sharia in parallelo al diritto civile, opera la Hisbah, una polizia religiosa finanziata dallo Stato. È attiva nel far rispettare norme islamiche su abbigliamento, consumo di alcol, e rapporti tra uomini e donne. La sua attività è spesso oggetto di controversie e tensioni con la polizia civile.

🇲🇾 Malesia – Polizia religiosa statale

In Malesia, ogni stato ha un proprio dipartimento per l’applicazione della sharia tra i cittadini musulmani. Le autorità religiose possono effettuare controlli su abbigliamento, consumo di alcol, e relazioni extraconiugali. Le pene possono includere multe, detenzione e in alcuni casi fustigazione.

🇮🇩 Indonesia – Aceh

La provincia indonesiana di Aceh, unica a poter applicare la sharia, ha una propria polizia islamica che controlla il rispetto del codice morale islamico. Le violazioni possono portare a pene corporali pubbliche, come la fustigazione. Anche qui, le autorità sono state criticate per violazioni dei diritti umani.

Conclusione

Sebbene in Europa il caso di Wuppertal sia rimasto isolato, in diversi Paesi a maggioranza musulmana esistono forze religiose ufficiali che operano con poteri più o meno estesi. In alcuni casi si tratta di strutture statali, in altri di iniziative locali o parallele. La questione resta delicata, poiché tocca il confine tra libertà religiosa, diritti civili e sicurezza pubblica.

Fonti e Approfondimenti:

LTO Online

Pew Research Center: Inchiesta sulla polizia religiosa nel mondo

Ultimo aggiornamento: Agosto 2025