Cosa significa “false flag”
Il termine false flag (in italiano: “falsa bandiera”) indica un’operazione condotta da un gruppo o Stato che simula di essere un altro soggetto, con l’intento di ingannare l’opinione pubblica o giustificare azioni aggressive. Storicamente usato in ambito militare e spionistico, oggi il concetto è spesso associato alle teorie del complotto, dove eventi drammatici — come attentati o omicidi — vengono presentati come “fabbricati ad arte” per ottenere vantaggi politici, mediatici o strategici.
“Non c’è sangue, quindi è tutto falso”: il mito del realismo cinematografico
Uno degli argomenti più ricorrenti tra i complottisti è l’assenza apparente di sangue sulla scena del crimine. Secondo loro, un’esecuzione multipla con arma da fuoco dovrebbe generare una “marea di sangue”, come nei film d’azione. Ma la realtà è ben diversa: i proiettili non causano esplosioni di sangue come nei film hollywoodiani. Quando il cuore si ferma, la pressione sanguigna crolla e la fuoriuscita di sangue si riduce drasticamente. Inoltre, nel caso di Karlov, la vittima indossava più strati di abbigliamento (camicia, maglione, giacca), che hanno assorbito il sangue fuoriuscito da ferite relativamente piccole.
Questo tipo di disinformazione nasce da una percezione distorta della violenza reale, alimentata da anni di rappresentazioni cinematografiche irrealistiche.
“È caduto all’indietro, quindi è una messinscena”: un altro mito da sfatare
Un’altra teoria diffusa è che, essendo stato colpito alla schiena, Karlov avrebbe dovuto cadere in avanti. Ma anche qui, la realtà smentisce la finzione: i proiettili non spingono il corpo come nei videogiochi. L’energia cinetica di una pistola come la Glock 9mm non è sufficiente a proiettare un corpo in avanti. Nella maggior parte dei casi, chi viene colpito perde semplicemente le forze e si accascia. È plausibile che Karlov sia finito prima sulle ginocchia, per poi cadere supino.
Chi sostiene il contrario dimostra di non conoscere la balistica reale e si affida a una logica da film d’azione.
Perché le teorie del complotto proliferano?
Le teorie del complotto sugli attentati politici si diffondono facilmente in rete perché offrono una narrazione alternativa, spesso più affascinante della realtà. Ma in questo caso, l’idea che un’operazione così complessa sia stata orchestrata con errori “grossolani” visibili a chiunque, è poco credibile. Se davvero fosse stata una messinscena, è difficile immaginare che un’organizzazione con risorse illimitate e accesso a esperti di intelligence avrebbe lasciato dettagli così evidenti.
Conclusione: tra disinformazione e realtà verificabile
Il caso dell’ambasciatore russo assassinato in Turchia è stato ampiamente documentato da fonti ufficiali e media internazionali. Le teorie del complotto sulla false flag non trovano riscontro nei fatti e si basano su interpretazioni errate o superficiali. È importante distinguere tra legittimo scetticismo e disinformazione alimentata da bias cognitivi e ignoranza tecnica.
Fonti e approfondimenti:
BBC.com Il reportage originale della BBC con dettagli sull’attentato e il profilo dell’aggressore.
Ultimo aggiornamento: Giugno 2025