Il primario del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, Annunziata Di Palma, ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: ogni giorno, lui e il suo team si trovano ad affrontare gli effetti devastanti di diete vegane imposte ai bambini, spesso fin dalla nascita. I casi di rachitismo, sottopeso, deficit di vitamina B12 e ritardi nello sviluppo neurologico stanno tornando a manifestarsi con preoccupante frequenza.
Malattie che sembravano appartenere al passato, superate grazie al progresso e alla disponibilità di una dieta equilibrata, stanno riemergendo a causa di regimi alimentari estremi nell’infanzia. E non si tratta di casi isolati: la comunità medica segnala un trend in crescita, legato a scelte alimentari ideologiche che, se applicate senza criterio, possono compromettere seriamente la salute dei più piccoli.
L’importanza della carne nello sviluppo infantile
Non è piacevole dirlo, ma è necessario: i bambini, soprattutto nei primi anni di vita, hanno bisogno di proteine animali. La carne, in particolare, fornisce nutrienti essenziali come ferro eme, vitamina B12 e zinco, fondamentali per lo sviluppo del cervello e del sistema immunitario. Lo scrivo da anni, anche nel mio libro, spesso accusato di riportare “luoghi comuni”. Ma i dati clinici parlano chiaro.
Chi ha scelto di ignorare questi segnali ha spesso reagito con insulti e derisione, affidandosi a fonti discutibili e blog pseudoscientifici. Alcuni genitori, seguendo teorie prive di fondamento come quelle diffuse da “The China Study” o da influencer improvvisati, hanno compromesso la salute dei propri figli. Il risultato? Bambini denutriti, con carenze gravi e, in alcuni casi, danni irreversibili.
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Deficit di vitamina B12 nei bambini: confermato il rischio
Secondo una review sistemica pubblicata nel 2023 e ripresa da SICUPP, oltre 290 casi clinici di deficit di B12 nei bambini sono stati documentati tra il 1962 e il 2022, con un picco negli ultimi 12 anni.
Il 86% dei casi riguardava neonati allattati da madri vegane o vegetariane non supplementate.
I sintomi più frequenti: ritardo nello sviluppo neuromotorio, irritabilità, ipotonia, anemia, e in alcuni casi atrofia cerebrale parziale.
In Italia, oltre 100 casi all’anno vengono oggi rilevati tramite screening neonatale esteso.
Carenza di vitamina B12: rischio reale nei bambini vegani
Il Manuale MSD conferma che i bambini allattati da madri vegane non supplementate possono sviluppare carenze entro i primi 4–6 mesi di vita, con conseguenze neurologiche anche gravi.
La vitamina B12 è essenziale per la mielinizzazione cerebrale, e la sua carenza può causare danni irreversibili se non trattata tempestivamente.
Diete vegane nei bambini: raccomandazioni e rischi
Uno studio pubblicato nel 2025 su Anter Italia sottolinea che le diete vegane nei primi due anni di vita non sono raccomandate, se non sotto stretta supervisione medica e nutrizionale.
Le carenze più comuni includono: vitamina B12, ferro, zinco, calcio e omega-3.
Anche se alcuni studi riportano benefici in età adulta, non ci sono evidenze solide sui benefici nei bambini, mentre i rischi sono documentati.
La contraddizione degli attivisti vegani
È curioso notare come alcuni attivisti vegani, pur rappresentando una minoranza molto rumorosa, riescano a ottenere visibilità sproporzionata. Chiedono con insistenza mense vegane nelle scuole, salvo poi disertarle in massa: in molte realtà, i piatti vegani vengono scelti da pochissimi alunni. Eppure, la pressione mediatica continua.
Un caso emblematico è quello dell’evento benefico organizzato a Trento nel 2016 per raccogliere fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto di Amatrice. L’iniziativa prevedeva la distribuzione di pasta all’amatriciana, simbolo della solidarietà nazionale. Alcuni gruppi vegani si sono sentiti esclusi e, insieme alla LAV, hanno organizzato una “amatriciana vegana”, sostituendo il guanciale con tofu affumicato. Nulla di male, se non fosse che la partecipazione è stata minima, hanno piazzato un solo piatto, e l’attenzione mediatica spropositata rispetto all’impatto reale.
Libertà alimentare sì, ma non a scapito dei bambini
Ognuno è libero di scegliere la propria dieta. Ma imporre una dieta vegana a neonati e bambini in fase di crescita è un atto irresponsabile. Non si tratta di ideologia, ma di fisiologia: l’organismo in sviluppo ha esigenze specifiche che non possono essere ignorate. Le carenze nutrizionali nei bambini non sono un’opinione, ma un fatto clinico.
Chi difende queste scelte estreme spesso accusa chi le critica di essere “venduto alla lobby della carne” o di diffondere “luoghi comuni”. Ma la realtà è più forte della retorica: i dati medici, le diagnosi ospedaliere e le testimonianze dei pediatri parlano chiaro. E prima o poi, chi nega l’evidenza si scontra con le conseguenze.
Conclusione: la salute dei bambini non è negoziabile
Gli adulti possono scegliere liberamente cosa mangiare. Ma i bambini non devono pagare il prezzo di ideologie alimentari sbilanciate. La salute non è un’opinione, e la scienza non è un dogma: è un metodo per proteggere chi non può difendersi da solo. È ora di smettere di torturare i propri figli in nome di un’ideologia.
Secondo i dati clinici più recenti, oltre 100 neonati all’anno in Italia sviluppano carenze di vitamina B12 legate a diete materne non supplementate. Le conseguenze neurologiche possono essere gravi e irreversibili se non diagnosticate in tempo