Il caso Hugh Mungus: quando un gioco di parole scatena accuse infondate

Chi è l’uomo che ha detto di chiamarsi Hugh Mungus ed è stato immediatamente accusato di molestia da una donna che lo stava riprendendo? E chi era lei? Perché lo stava interrogando? Ecco la storia — e gli sviluppi successivi — del cosiddetto caso Hugh Mungus.

Chi è davvero Hugh Mungus?

Il suo vero nome è Rudolph McCoy-Pantoja Jr., un cittadino di Seattle che nel 2016 si trovava in un edificio pubblico per chiedere aiuto per la riabilitazione della figlia, affetta da dipendenza da oppiacei. Durante un’intervista con alcuni giornalisti, è stato avvicinato da un’attivista che ha iniziato a filmarlo e a contestare la sua presenza.

La donna, con tono accusatorio, ha esclamato: “Intervistano questa persona ma non intervistano tutte le persone che sono state brutalizzate dalla polizia!”

Un commento che non aveva alcuna attinenza con la situazione, ma che ha dato il via a un confronto surreale.

Hugh Mungus

Il dialogo virale

Quando la giornalista ha terminato l’intervista, la donna si è avvicinata a Rudolph puntandogli il cellulare in faccia. Lui, notando la ripresa, ha chiesto:

“Mi hai fatto una foto?”

“Sì”

“Vuoi sapere il mio nome?”

“Sì”

“È Hugh Mungus”

Un gioco di parole innocente, che richiama la pronuncia di humongous (“enorme”), tipico dei cosiddetti dad jokes. Ma la donna ha reagito con crescente ostilità:

“Hugh Mungus cosa?”

“Hugh Mungus!”

“È una molestia sessuale?”

“È il mio nome”

Nonostante il tono chiaramente scherzoso, la donna ha continuato ad accusarlo di molestie, urlando e inseguendolo mentre lui cercava di allontanarsi. Quando lui ha detto “Sono enorme!” indicando la pancia — il classico dad bod — lei ha urlato: “STA INDICANDO IL SUO CORPO!! STA INDICANDO UNA CERTA PARTE DEL SUO CORPO!!”

La gogna pubblica e la viralità del video

Il video è stato pubblicato online dalla stessa attivista, Zarna Joshi, che si definisce impegnata per la giustizia sociale. Tuttavia, il suo comportamento è stato ampiamente criticato per l’eccessiva aggressività e per aver travisato un’interazione innocua. Il video è diventato virale, generando un’ondata di solidarietà nei confronti di Rudolph e una discussione globale su attivismo e accuse infondate.



Chi è Zarna Joshi?

Zarna Joshi è nota per le sue posizioni radicali e per aver partecipato ad altri episodi controversi. In rete è spesso associata a contenuti complottisti e dichiarazioni infondate. Il suo approccio ha sollevato dubbi anche tra chi condivide le sue battaglie, ma non ne approva i metodi.




Le conseguenze per Rudolph

Nonostante l’ondata iniziale di accuse, la reputazione di Rudolph non è stata compromessa. Anzi, è stato sostenuto da una campagna di crowdfunding lanciata da Ethan Klein (H3H3 Productions), che ha raccolto oltre $150.000 per aiutarlo ad affrontare problemi di salute e difficoltà economiche.

Negli anni successivi, Rudolph ha affrontato problemi di salute importanti, tra cui un sospetto tumore e un intervento all’anca. Nonostante tutto, ha continuato a lavorare come paesaggista e a partecipare ad attività civiche nella sua comunità.

Che fine ha fatto Zarna Joshi?

Dopo il caso virale del 2016, Zarna Joshi ha mantenuto una presenza attiva nel mondo dell’attivismo, ma la sua visibilità pubblica si è notevolmente ridotta. L’episodio con Rudolph McCoy-Pantoja Jr. — alias “Hugh Mungus” — appena preso in esame, ha avuto un impatto duraturo sulla sua reputazione online, generando critiche trasversali anche da parte di persone vicine alle sue stesse battaglie.

Oggi, Joshi continua a promuovere contenuti su giustizia ambientale, decolonizzazione e spiritualità attivista attraverso il suo sito personale e piattaforme come YouTube e BuyMeACoffee. Offre anche consulenze e workshop su temi come “Decolonizzare le strutture non profit” e “Comprendere la violenza di genere”.

Tuttavia, il suo pubblico è ormai limitato a una nicchia ideologicamente allineata, e i suoi contenuti non raggiungono più la viralità di un tempo. L’incidente “Hugh Mungus” è spesso citato come esempio di attivismo percepito come eccessivo o controproducente, e ha probabilmente contribuito a ridimensionare la sua portata mediatica e la credibilità presso il pubblico generalista.

Riflessioni finali

Il caso Hugh Mungus è diventato un simbolo di come un video virale possa distorcere la realtà e mettere a rischio la reputazione di una persona comune. È anche un esempio di come l’attivismo, se esercitato senza equilibrio, possa trasformarsi in persecuzione.

In un’epoca in cui ogni parola può essere estrapolata e amplificata, è fondamentale promuovere un confronto civile e basato sui fatti. E ricordare che, a volte, una battuta innocente è solo questo: una battuta.

Fonti e approfondimenti:

Raccolta fondi a favore di Hugh Mungus (Rudolph)

Everybody Wiki: informazioni approfondite su Rudolph (Rudy) Panyoja

Sito web di Zarna Joshi

Ultimo aggiornamento: Giugno 2025