Ci sono strutture che non vietano esplicitamente l’ingresso ai non vedenti, ma lo fanno indirettamente impedendo loro di accedere con il cane guida. E questo equivale a escludere le persone cieche in modo silenzioso ma concreto.
Il cane guida non è un animale da compagnia, né un capriccio. È un supporto fondamentale per l'autonomia, la mobilità e la sicurezza del non vedente. Non abbaia, non crea disturbo — è addestrato in modo impeccabile e si comporta con più disciplina di molti cani da compagnia lasciati liberi e maleducati dai loro padroni.
🧾 Un caso emblematico: quando la legge viene ignorata
Nel 2016, un albergatore a Rimini ha impedito a un gruppo di non vedenti di soggiornare nella sua struttura, rifiutando l’ingresso ai loro cani guida. La motivazione? “C’è chi ne ha paura” e “qualcuno potrebbe essere allergico”. Ma la legge italiana non concede eccezioni: il cane guida ha diritto di accesso a qualsiasi luogo pubblico o aperto al pubblico.
Il momento più assurdo? Quando, di fronte a una protesta civile e pacata, l’albergatore ha chiamato i carabinieri. Trattando da “disturbatori” chi stava solo reclamando un diritto, ha mostrato una grave ignoranza non solo giuridica, ma anche umana.
📕 Le normative aggiornate al 2025
La storica Legge n. 37 del 1974 garantisce il libero accesso al cane guida in ogni luogo pubblico, senza oneri aggiuntivi. Dal 2025, nuove disposizioni hanno ampliato queste tutele:
Inclusione anche dei cani di assistenza per altre disabilità sensoriali o neurologiche
Sanzioni fino a 5.000 euro per chi nega l’accesso
Agevolazioni fiscali per chi possiede un cane guida
Obbligo di formazione inclusiva per gestori di strutture ricettive
Non si tratta di concessioni: è un diritto inviolabile che va rispettato senza condizioni.
📍 Casi recenti: quando la legge viene ignorata anche nel 2025
Nonostante le normative siano chiare, episodi di discriminazione verso i non vedenti accompagnati da cani guida continuano a verificarsi. A Milano, nel giugno 2025, un tassista ha rifiutato il servizio a due clienti ciechi chiedendo che il cane guida fosse trasportato nel bagagliaio — al loro rifiuto, li ha lasciati a terra. A Palermo, nell’aprile 2023, un B&B ha annullato una prenotazione dopo aver saputo della presenza di un cane guida, nonostante la struttura fosse aperta al pubblico. In entrambi i casi, le associazioni di tutela hanno denunciato la violazione, ricordando che negare l’accesso al cane guida equivale a impedire l’ingresso alla persona che ne dipende. Questi episodi dimostrano quanto sia ancora necessario sensibilizzare sulla legge e sulla sua applicazione concreta.
🙈 Il vero problema: la mentalità, non il cane
Il numero di ciechi è basso. Quello dei cani guida lo è ancora di più. Eppure, invece di concentrare l’attenzione sui veri problemi — come l’inciviltà dei proprietari irresponsabili — si ostacolano gli ausili che danno autonomia a chi ne ha davvero bisogno.
Non accogliere un cane guida significa impedire al suo compagno non vedente di essere autonomo. E questo non può essere giustificato da preferenze personali o regole interne che ignorano la legge.
📌 Conclusione: il cane guida è parte di chi lo accompagna
Non si può chiedere a una persona cieca di rinunciare al proprio cane guida per “non creare problemi”. Perché rinunciare al cane significa rinunciare alla propria libertà.
Nel 2025, l’inclusione passa dalla consapevolezza, e il rispetto non è un'opzione: è un dovere.
Fonti e approfondimenti:Lecco Today: articolo sulla garanzia di accesso universale dei cani guida