La perdita di peso è hate speech

I "politicamente corretti" liberals se la prendono nuovamente con la perdita di peso, definendo qualsiasi cosa a riguardo "hate speech", cioè paragonabile al razzismo in qualche modo.

Perdere peso è odio condensato

Parliamoci chiaro, il "fat acceptance movement" è una cretinata. Un movimento "filosofico" abusato da gente con disturbi alimentari che non vuole curare o affrontare in nessun caso, cercando di cancellare gli effetti negativi della loro pigrizia con un colpo di spugna. Secondo loro infatti si sentono in colpa e stanno male non perché grassi, ma perché la società odia i grassi. E come no! Le protesi all'anca sono risultato di tutti bias contro i grassi! I grassi stanno benissimo! Ginocchia, anche, ernie, diabete, cuore, arteriosclerosi stanno una meraviglia.



Insomma la premessa è abbastanza chiara no?
Veniamo al dunque quindi: le femministe stanno distruggendo bilance e cartelloni pubblicitari sulle diete addittandoli nientepopodimeno che "hate speech".

Ma ho un paio di domandine che mi frullano per la testa: ma che c'entrano le bilance?
Come è possibile prendersela tanto con un mero strumento di misurazione se si tratta di qualcosa di inanimato che non distorce nulla per ideologia o pregiudizio.
Perché scaricare su di lui tutta la responsabilità di quanto succede? Mica è colpa sua se chi ci sale sopra pesa 200 kg. Che senso ha?

Ma soprattutto, perché prendersela tanto se qualcuno propone metodi per dimagrire?
L'economia funziona in questo modo: c'è una domanda che crea l'offerta.
L'offerta sono i prodotti dimagranti, le diete, i centri dimagranti (e così via) ma è tutta creata dalla domanda sono quelli che vogliono dimagrire. Non ci fosse gente che vuole dimagrire nessuno offrirebbe quella roba: nessuno butterebbe il proprio tempo e denaro in qualcosa di invendibile, quindi di nessun valore.

Possiamo essere sinceri: nel 90% dei casi si tratta di fuffa, palliativi, aiutini piccoli piccoli tutto con il consiglio "da associare ad un regime alimentare bilanciato e attività fisica" ma come prima: se non li si cerca non vengono proposti.

Ma analizziamo il così detto "la dieta è hate speech":
Appurato che il bisogno di dimagrire lo sentono in primis i clienti, che ci sarebbe di discriminante?
Questa gente vorrebbe che il resto del mondo li vedesse come se fossero bellissimi, a prescindere da tutto. Accusano quindi "i canoni di bellezza" ma qua non si parla di quello che mostrano i media (aggiornamento fatto diversi anni dopo: adesso mostrano le panzone nelle pubblicità e continuo a non trovarle attraenti, strano eh) si parla di istinto.
Per questo motivo una persona estremamente obesa non verrà mai vista come bella praticamente da nessuno: avrà vita breve, a momenti non è autosufficiente, è malata e in molti casi non può nemmeno procreare. La ricerca di un partner è anche inconsciamente legata alla procreazione: essere attraenti è legato al 100% all'essere dei buoni procreatori. Uomini forti e donne fertili.

Quindi oltre che di bellezza in sé stiamo parlando di salute.
Perché parlare di "discriminazione" quando si parla di salute? Sono dati di fatto, scienza, certezze, verità. Scartare qualsiasi discorso con l'accusa che siano discriminazioni o "hate speech" non solo è ridicolo, ma anche infantile.

Non vogliono fare nulla per cambiare le abitudini alimentari (leggasi scofanarsi tonnellate di cibo spazzatura) quindi che non si lamentino delle conseguenze delle loro azioni, come risultare di aspetto non gradevole e rifiutati dalla quasi totalità dei potenziali partner.

Pretendere di avere lo stesso che hanno quelli che fanno palestra e mangiano sano stando seduti a mangiare patatine e pizzette è veramente troppo. Non lo definisco nemmeno infantile, visto che è fuori dal mondo.



E no, i problemi metabolici e di tiroide c'entrano sega. Conosco persone che li hanno e che si, fanno più fatica di tutti a tenersi in forma, ma ci riescono. Conosco anche una persona che qualche anno ci si è messa di impegno e ha perso 50 kg (complimenti ancora!), con problemi metabolici gravissimi.
Se ce la fanno loro che hanno reali problemi, devono farcela anche gli altri che non fanno altro che mangiare sdraiati sul divano.