Cinque menzogne femministe confutate da Christina Hoff Sommers - filosofa femminista

Il mio amico di penna Stefano mi ha parlato di Christina Hoff Sommers, una femminista americana che fa una cosa strana al giorno d’oggi: non urla, non insegue slogan, ma analizza i dati. Lo fa con competenza, metodo e anche un po’ d’ironia. Nei suoi video su YouTube, raccolti in una rubrica chiamata Factual Feminist, mette in fila le bufale più ripetute nel femminismo moderno — quelle che, nonostante le smentite, continuano a girare come verità assolute.

Visto che molti non seguono l’inglese parlato, ho pensato di raccontare per filo e per segno cosa dice nel video The Top Five Feminist Myths of All Time. Perché certe menzogne, quando sono ben confezionate, fanno più danni di mille silenzi.

🧠 Primo mito: il 99% delle proprietà è in mano agli uomini?

Questo mito sostiene che “le donne sono la metà della popolazione mondiale, ma lavorano due terzi delle ore globali, guadagnano solo il 10% del reddito e possiedono l’1% delle proprietà” — citata anche in documenti ONU. Sommers spiega che questa statistica non ha alcuna fonte verificabile, è una formula retorica nata negli anni ’80 e mai confermata. In realtà, in molti paesi africani, le donne possiedono quote di terra molto superiori: dall’11% in Senegal, fino al 54% in Burundi e Ruanda.
E stiamo parlando di Africa, non dei paesi più paritari d'Europa.

Fotografia della filosofa e autrice femminista Christina Hoff Sommers

👶 Secondo mito: 300.000 ragazze schiave sessuali ogni anno negli USA

Fa paura solo a leggerlo. Eppure, secondo Sommers, questo dato nasce da un fraintendimento: si trattava di bambini a rischio di sfruttamento, non venduti effettivamente come schiavi. Lo studio originario parlava di soggetti vulnerabili, non di vittime certe. I casi confermati sono nell’ordine delle centinaia — numeri drammatici, ma molto lontani da quelli diffusi dalle campagne più aggressive.

🏥 Terzo mito: il pronto soccorso pieno di donne vittime di abusi

Si legge spesso che il 22–35% delle donne che si rivolgono al pronto soccorso lo fanno a causa di violenza domestica. Ma lo studio da cui nasce questa stima parlava di numeri molto più bassi: meno della metà del 1%. Sommers denuncia l’errata interpretazione dei dati, spesso utilizzata in numerose pubblicazioni e conferenze per legittimare l’allarme generalizzato "maschile".

Attenzione: non si nega che la violenza esista — si ricorda solo che esagerare i numeri può compromettere la credibilità di chi combatte il problema sul serio.

🎓 Quarto mito: una studentessa su cinque è vittima di stupro

Questo è uno dei cavalli di battaglia più citati: il 20% delle ragazze nei college americani sarebbe vittima di stupro. Ma Sommers spiega che il metodo utilizzato in quel sondaggio era discutibile. Diversi criminologi hanno infatti notato delle immense irregolarità in questo "studio": prima di tutto il numero di persone intervistate era veramente esiguo e assolutamente lontano da essere anche solo lontanamente lo specchio della situazione, inoltre venivano contate come molestie gravi anche situazioni ambigue come avances da persone ubriache, malintesi in discoteca, perfino tentativi di bacio.

Gli studi più rigorosi parlano di una media reale di circa una ogni quaranta studentesse. Un dato comunque grave, ma che cambia completamente il tono del dibattito. La domanda sorge spontanea: perché hanno mentito se già una ragazza ogni quaranta subisce molestie gravi? Forse il 2,5% gli sembrava un dato non abbastanza grave da giustificare la guerra santa agli uomini, trasformando un tema serio in una pagliacciata?

💸 Quinto mito: il wage gap come dogma

Il famigerato wage gap — le donne guadagnerebbero solo 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. Sommers mostra che questa cifra non tiene conto di orari, ruoli, esperienze, disponibilità agli straordinari o preferenze lavorative. Quando si analizzano i contratti reali, la differenza si assottiglia fino quasi a scomparire.

E in alcuni settori, secondo certi studi, le donne guadagnano di più degli uomini. Ma questo dato non fa tendenza, quindi si ignora.

🔍 Meno retorica, più verità

Quello che Christina Hoff Sommers sostiene è semplice: il femminismo ha senso solo se è onesto. Se invece gonfia dati, esaspera percentuali e costruisce narrazioni per dividere — non per risolvere — allora danneggia anche le cause giuste.

Concordo a pieno con tutto. L'obiettivo degli estremisti è dividere, ottenere fondi pubblici e una sorta di "vendetta" per questioni che spesso esistono nel passato o direttamente nella loro testa piena di menzogne. Una narrazione che nega i problemi degli uomini (come abbiamo visto nel 2025 con il caso Valeria Valente e altri senatori del PD che ne difendono le scellerate parole) ingigantendo quelli delle donne per restituire un'immagine grottesca dell'uomo e giustificare il loro odio. Mi ricorda una certa propaganda tedesca del secolo scorso.

Sommers non nega i problemi: li scompone, li studia, li restituisce con rigore. E lo fa da femminista, senza bisogno di demonizzare nessuno. Non cerca un nemico, cerca una discussione seria.




❓ FAQ – Christina Hoff Sommers e le sue posizioni sul femminismo

  • 🧠 Chi è Christina Hoff Sommers?
    È una filosofa e autrice americana, nota per il suo approccio critico al femminismo contemporaneo. Si definisce “factual feminist” e promuove un femminismo basato su dati verificabili, equità e onestà intellettuale.
  • 📊 Christina Hoff Sommers nega il wage gap?
    Si, nella forma che circola più comunemente. Ma lo contestualizza. Spiega che le statistiche sul divario salariale ignorano fattori determinanti come orari, ruoli, esperienze e scelte personali. Il gap si riduce drasticamente quando si analizzano contratti e variabili professionali fino a quasi scomparire del tutto, e anche queste piccole differenze sono spiegabili con altre piccole variabili.
  • 🎓 È vero che una ragazza su cinque viene stuprata nei college USA?
    Secondo Sommers e diversi criminologi, no. Sostiene che gli studi alla base di questa affermazione sono metodologicamente deboli, con campioni ridotti e definizioni troppo ampie. Dati più accurati parlano di circa una su quaranta.
  • 🩺 Le donne vittime di violenza rappresentano il 22% degli accessi al pronto soccorso?
    Sommers indica che questo dato è il risultato di un’interpretazione errata. In realtà, gli studi parlano di meno dell’1% e il dato è spesso usato in modo sensazionalistico.
  • 🎥 Dove posso seguire Christina Hoff Sommers?
    È attiva su YouTube nel canale American Enterprise Institute con la rubrica Factual Feminist, dove pubblica video brevi ma dettagliati sui temi del femminismo, della cultura universitaria e della narrazione mediatica.

La mia foto
Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.