Uno dei più tirati in ballo è Leonardo da Vinci, probabilmente perché si tratta di un genio indiscusso sia nell'arta che nelle invenzioni: Benché vissuto oltre cinquecento anni fa è stato l'inventore della bombarda, del carro armato, dell'elicottero, del paracadute, del deltaplano, viti e perfino la calcolatrice.
Ma se continuano a sostenere in lungo e in largo che “Leonardo da Vinci era vegano!”, più che ispirare, suona come un paradosso: se davvero il veganismo è così antico, perché dopo tutto questo tempo è ancora una minoranza?
Questa retorica, che cerca legittimazione nel passato, finisce per indebolire il messaggio. Perché se dopo millenni di storia, di etica, di filosofia e di attivismo il mondo non si è “veganizzato”, forse il problema non è solo culturale, ma anche comunicativo. E no, non è sufficiente dire che “stiamo diventando tantissimi” se i numeri continuano a essere marginali rispetto alla popolazione globale.
🖼️ Leonardo da Vinci era davvero vegano?
La verità è più complessa di quanto sostengono i vegani: Leonardo mostrava sensibilità verso gli animali, scriveva contro la macellazione e pare comprasse uccelli al mercato solo per liberarli. Tuttavia, non esiste alcuna prova certa che seguisse una dieta completamente priva di prodotti animali.
Alcuni suoi scritti mostrano annotazioni legate al consumo di carne, formaggi e vino, e i materiali usati nei suoi studi — come pennelli in setola o pigmenti animali — lo avvicinano più a un uomo del suo tempo che a un precursore del veganismo. Attribuirgli l’etichetta di “vegano” è una forzatura narrativa che trasforma una scelta personale e filosofica in un manifesto ideologico. E anche in questo, la storia ci invita a evitare semplificazioni.
Ma oltre questa forzatura ideologica, i "vegani" come inteso modernamente esistono dal 1944, ci sono altri fattori per cui il mondo non si è veganizzato.
🧠 Transizione vegana e realtà metabolica: tra idealismo e fatica
La transizione alla dieta vegana viene spesso descritta come semplice, naturale, quasi istintiva. Ma la realtà è ben diversa. Seguire una dieta vegana bilanciata è un vero lavoro: richiede studio, pianificazione, supplementazione e consapevolezza. E non tutti sono disposti — o in grado — di affrontare questo percorso nel lungo termine.
Lo studio citato da Psychology Today mostra che l’84% dei vegani e vegetariani torna a mangiare carne, spesso dopo pochi mesi. Non per mancanza di volontà, ma perché la pressione sociale, la complessità nutrizionale e la fatica quotidiana diventano insostenibili. Eppure, chi abbandona il veganismo viene spesso attaccato pubblicamente, con episodi documentati di offese e insulti e vero e proprio stalking: telefonate ai familiari e ai datori di lavoro. Un comportamento che non solo è discutibile, ma che danneggia l’immagine dell’intero movimento.
🔥 Comportamenti estremi e identità vegana online
Il problema non è il veganismo in sé, ma l’estremizzazione dell’identità vegana in certi ambienti online. Alcuni attivisti trasformano la scelta alimentare in una crociata morale, dove chi non è vegano — o smette di esserlo — diventa automaticamente un nemico. Questo approccio genera pressione sociale vegana, polarizzazione e rifiuto.
Ecco perché è importante distinguere tra chi vive il veganismo come scelta personale e chi lo usa come strumento di superiorità morale. I primi meritano rispetto, i secondi sono fastidiosi e pericolosi e rischiano di sabotare la causa. La loro stessa causa.
📌 Conclusione: sostenibilità ≠ etichetta
Essere vegani non garantisce automaticamente una dieta sostenibile. Serve consapevolezza, varietà, stagionalità, attenzione alla filiera e alla qualità nutrizionale. Una dieta onnivora ben bilanciata e locale può essere più sostenibile di una vegana basata su prodotti importati e ultra-processati.
Detto questo, l'unico motivo di diventare vegani non criticabile è l'etica. Ma deve essere un'etica personale, una scelta, non una imposizione che se non accolta viene accompagnata da insulti e minacce. Dove è l'etica in tutto questo?
La sostenibilità è una pratica, non una bandiera. L’etica, una scelta, non un’arma. E il rispetto, una condizione necessaria per qualsiasi idea che voglia davvero cambiare il mondo.
Approfondimenti:
Psychology Today: 84% of vegetarians and vegans return to meat, why?