🐾 Heineken e la foto virale dei combattimenti tra cani: il caso Mongolia
Nel 2012, una fotografia ha scatenato un’ondata di indignazione online: mostrava un combattimento tra cani in un locale notturno di Ulaanbaatar, Mongolia, con bandiere Heineken ben visibili svettanti ai lati dell'arena. In molti hanno accusato l’azienda di sponsorizzare eventi illegali e crudeli, dando vita a petizioni, boicottaggi e insulti sui social.
Ma la realtà era ben diversa.
🧠 La smentita ufficiale di Heineken: chiarezza, azione e condanna
Appena la foto ha iniziato a circolare online, Heineken ha reagito con prontezza, pubblicando un comunicato ufficiale in cui ha rigettato ogni coinvolgimento nei combattimenti tra cani immortalati nell’immagine. L’azienda ha espresso shock e indignazione, dichiarando che tali pratiche sono incompatibili con i propri valori aziendali, e ha avviato un’indagine interna per chiarire l’accaduto.
Dalle verifiche è emerso che:
Il locale in questione era una discoteca di Ulaanbaatar, in Mongolia, dove il giorno prima si era tenuto un evento promozionale Heineken.
Le bandiere e gli striscioni visibili nella foto erano materiale decorativo rimasto appeso per negligenza del gestore, che ha ammesso la dimenticanza.
Heineken non era a conoscenza del combattimento clandestino né lo ha mai autorizzato o sponsorizzato.
A seguito dell’indagine, l’azienda ha adottato misure concrete:
Ha ritirato immediatamente tutti i prodotti e materiali promozionali dal locale.
Ha interrotto ogni rapporto commerciale con il gestore.
Ha sensibilizzato i propri distributori affinché verifichino che i locali affiliati non ospitino attività illegali o contrarie alle policy aziendali.
Ha invitato i consumatori a segnalare episodi simili, sottolineando l’importanza della vigilanza collettiva.
Come ha dichiarato Alfredo Pratolongo di Heineken Italia:
“Quella foto è lontanissima dalle nostre politiche aziendali. Non sponsorizziamo nemmeno la boxe. Il problema è controllare che i distributori rispettino le nostre regole”.
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📸 La foto e il potere della disinformazione
La foto, brutale e fuori contesto, ha continuato a riemergere negli anni, spesso accompagnata da commenti indignati e accuse infondate. È diventata un esempio perfetto di disinformazione virale, dove un’immagine suggestiva può travolgere la verità e danneggiare un brand.
Come ha sottolineato , si tratta di una “bufala herpes”: una notizia falsa che riemerge ciclicamente, alimentata da utenti che non verificano le fonti.
🧪 Lezione da ricordare
Heineken non ha sponsorizzato alcun combattimento tra cani. Il caso dimostra quanto sia importante:
Verificare le fonti prima di condividere contenuti indignati.
Distinguere tra coincidenza e responsabilità.
Proteggere la reputazione online con comunicazioni chiare e tempestive.