🤯 Unisex può essere sessista?
Ti starai chiedendo come diavolo fa una linea unisex a risultare sessista. La risposta è più contorta di quanto tu possa pensare, e ti lascia segnato come un reduce da trend ideologici.
Nel 2016 Zara lancia Ungendered, collezione di abiti larghi, basic, neutri. Un tentativo — almeno sulla carta — di rivolgersi a chi non si identifica nel binarismo di genere. Una strizzata d'occhio ai nuovi movimenti di fluidità di genere e tutto il resto.
Il risultato? Una polemica virale in cui il web si è infuriato con Zara… per non aver rappresentato sufficientemente le identità non binarie.
Boom.
😬 Il grande problema del non-problema
ClioMakeUp, mai banale, riporta la questione in un articolo che mi ha lasciato a bocca aperta — non per lo humour (assente), ma per il livello di assurdità di ciò che è stato detto.
La linea unisex viene accusata di essere troppo maschile, di ignorare le “tipicità” del corpo, di non mettere in risalto ad esempio le curve femminili, di omologare la personalità, e — udite udite — di non rappresentare nulla. Quindi: se non accentui la sessualità sei colpevole, come abbiamo appena visto. Se la accentui, sei colpevole perché sono anni che si lamentano della "sessualizzazione del corpo" specialmente quello femminile. Se metti il sacco di iuta per evitare ogni riferimento a genere, sei comunque sessista… perché il sacco lo indossavano i frati. E i frati sono uomini. Buona fortuna e buonanotte core!
🔄 Contraddizioni da manuale
Questa polemica ci regala alcuni dei capolavori logici più pregiati dell’era post-ideologica:
Anni a lamentarsi della sessualizzazione del corpo femminile → Zara produce abiti larghi e neutri → “Stanno mascolinizzando il corpo femminile!”
Anni a invocare moda genderless → Zara elimina curve, colori e simboli di genere → “Così negate ogni identità!”
Anni a dire che le emoji non devono rappresentare stereotipi → Quando compaiono emoji neutre, “non rappresentano le donne!”
Insomma, lo Yin e lo Yang dei rant sociali: tutto e il contrario di tutto. Del resto era prevedibile un risultato simile: quella gente vive per lamentarsi, per fare polemica. Sono addestrati in corsi di laurea appositi a trovare "problematiche" OVUNQUE, anche in quello che loro stessi hanno richiesto a gran voce per anni.
A questo punto, per accontentare tutti, Zara dovrebbe produrre vestiti invisibili composti da concetti fluidi e astratti.
Tipo: una felpa fatta di pensieri.
Ma credo che anche in questo caso i nostri "simpatici" amici troverebbero di che lamentarsi.
💬 Satira finale
La linea Ungendered è talmente neutra che fa passare voglia di avere un’identità. Ma è anche coerente: se togli il genere, togli tutto. Il fatto che la collezione non piaccia a chi chiede di non appartenere a nessun genere specifico… è il loop definitivo.
Zara ha cercato di inseguire il genderless, e ha beccato il disastrofull.
Perché i paletti ideologici non sono sartoriali: sono una trappola logica.
Puoi vestire chiunque — ma qualcuno troverà comunque una ragione per gridare alla misoginia.
La sua linea unisex del 2016 è diventata un esempio perfetto di come la moda genderless può finire nel tritacarne ideologico.
Fonte:
Blog ClioMakeUp: Tutti contro ZARA: la grande polemica sulla linea unisex accusata di sessismo!