I vegani si sono accorti di essere limoni da spremere

E' dal lontano 2011 che mi "scontro" con il mondo vegano. Oggi molti si sono calmati, ma in passato il movimento era turbolento e violento, molto "produttivo" nell'inondare tutti di disinformazione. Fra una sbufalata e l'altra ho notato che erano proprio dei bei limoni da spremere perché i prodotti che compravano costavano l'ira di Dio. I miei articoli ne sono la prova, chi mi conosce lo sa.
Così come sa che nel lontano 2016 qualcuno fra i più facinorosi iniziava a realizzare quello che gli abbiamo detto da anni.

Nel 2025 il settore vegano è ancora una nicchia, ma rimane una nicchia estremamente redditizia. I prodotti plant-based continuano a essere venduti a prezzi elevati, nonostante i costi di produzione spesso inferiori rispetto alle controparti animali. E mentre alcuni consumatori vegani si sono resi conto di chi c’è dietro le etichette, altri continuano a finanziare — inconsapevolmente — le stesse aziende che producono carne, latticini e derivati.

💸 Costi bassi, prezzi alti: il paradosso del vegano da scaffale

Secondo Torrinomedica, i costi di produzione dei prodotti vegani variano, ma in molti casi sono inferiori rispetto a quelli tradizionali:

  • Le materie prime come legumi, cereali e soia sono economiche e stabili (sulla soia ho un articolo dedicato)

  • I processi industriali come l’estrusione e la fermentazione sono ottimizzati e scalabili

  • Le certificazioni vegan costano, ma sono ammortizzate facilmente

  • Il packaging sostenibile è più caro, ma fa da leva di marketing

Eppure, i prezzi finali restano esageratamente alti. Nel volantino Lidl di gennaio 2025, una pizza margherita vegana costa 1,99 € per 380g, mentre sticks e tortine vegane superano i 2,49 €. Prodotti simili, ma non vegani, costano spesso meno della metà.



🧠 Il vegano è una nicchia, ma è la più redditizia

Il mercato italiano vale 641 milioni di euro, con una crescita annua del 31%. I consumatori vegani sono solo il 2,4% della popolazione, ma:

  • Spendono di più per prodotti “etici”

  • Sono fidelizzati e disposti a pagare sovrapprezzi

  • Comprano anche cosmetici, moda e detergenti certificati

In pratica, sono la fetta di mercato più facile da spremere. Lo sappiamo noi (Materassi vegani al doppio del prezzoscarpe a 300 euro e bacche di goji a 33 euro al kg) e lo sanno le aziende.


Sbarella l'attivista vegana realizza che i prodotti che consumava glieli vendeva assocarni

🧨 Il grande inganno: prodotti vegani venduti da aziende onnivore

Come già denunciato nel mio libro L’Inganno Animalista, molte aziende che vendono prodotti vegani sono le stesse che producono carne e derivati:

  • Kioene è associata ad Assocarni

  • Il latte di soia è quasi sempre contaminato da proteine del latte

  • Le linee “vegan” sono solo segmenti di marketing all’interno di multinazionali onnivore

Il consumatore vegano crede di “lottare contro il sistema” comprando burger vegetali nello stesso supermercato che vende affettati e cuoio. Ma in realtà finanzia il sistema esattamente come tutti gli altri. Anzi visti i margini, li sta foraggiando ben più di chiunque altro.


🧠 Il vegano etico vs il vegano da marketing

L’unico vegano coerente è quello che non consuma prodotti di origine animale per scelta personale. Tutto il resto è marketing travestito da etica. E quando il marketing prende il sopravvento, succede questo. Poi cascano dal pero.

Ricordo ancora la frase famosa di Trabalza che tronfio mi domandò:
"Ma se noi vegani siamo veramente dei boccaloni che si possono spremere come limoni perché gli onnivori non se ne approfittano?"
Totalmente ignaro, o meglio ha voluto ignorare, che la sua provocazione era in realtà la sua triste condizione reale.

📌 Conclusione personale

Il vegano è diventato un brand, non una scelta. E mentre i consumatori si illudono di cambiare il mondo con la “crudella” e il tofu al tartufo, le aziende contano i profitti. Il mondo non si sta veganizzando — si sta veganizzando il marketing.

Forse è anche per questo motivo che il veganismo è passato dall'essere reazionario, violento e rampante a quello di oggi, silenzioso e meno aggressivo.
E se tra dieci anni il vegano sarà un ricordo, il marketing lo avrà già fagocitato e reinventato — magari in salsa “climatariana”.

Fonti e approfondimenti

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.