ENEM 2015, il tema sulla violenza e i saggi "in stile web" bocciati

Premessa: L’ENEM è l'esame statale brasiliano di ammissione all'università dopo il diploma. Non abbiamo qualcosa di simile in Italia in quanto non tutte le università ha un esame di ammissione e chi lo ha ha il proprio esame interno.
In Brasile le università sono pubbliche e gratuite, e anche rinomate, così sono letteralmente milioni i ragazzi che partecipano all'esame, e vista l'alta concorrenza bisogna ottenere voti piuttosto alti per passarlo. Il test consiste in due parti, una con 180 domande a risposta multipla e l'altra con un saggio scritto. Ed è proprio con il saggio che ci divertiamo di più!

🎯 Il tema che accese il web

Il Ministero dell’Istruzione brasiliano propose come traccia per il saggio scritto:

“La persistenza della violenza contro le donne nella società brasiliana”

Un tema forte, sociale, urgente. La reazione online fu immediata: attivisti, studenti e utenti politicamente impegnati (leggasi guerrieri da tastiera) accolsero la traccia con entusiasmo e festeggiarono nei loro profili social. In particolare, molte giovani femministe celebrarono la scelta come una vittoria simbolica contro il patriarcato.

💬 Alcuni commenti raccolti sui social:

  • “Le università saranno migliori con meno bigotti dentro. Adoro”

  • “Femministe, vi ho menzionate nel mio saggio”

  • “Adoro sentire i bigotti che piangono. Le mie possibilità di entrare nell’università adesso sono del 100%”

  • “Miglior tema per il saggio che abbia mai visto”

  • “SUCATE BIGOTTI! LE FEMMINISTE DOMINERANNO I SAGGI!”


📉 Il contraccolpo: quando arrivarono i voti

L’euforia durò poco. Quando furono pubblicati i risultati, molti candidati che avevano affrontato il tema con slancio ideologico si ritrovarono con punteggi insolitamente bassi per la media (con poco stupore di chi osserva). Alcuni commenti post-esame, sono le stesse persone che hanno lasciato i commenti precedenti, nello stesso ordine. Così si assapora meglio il prima e dopo:

  • “C'è qualcosa che non va nel mio voto. Questo era uno dei migliori saggi che abbia mai scritto”

  • “Qualche bigotto ha corretto il mio saggio, impossibile avere solo 750”

  • “Mi vergogno così tanto del mio voto all’ENEM”

  • “Puoi davvero valutare una persona con un unico test?”

La delusione si trasformò in polemica: accuse di censura, sospetti di correzioni ideologiche, e inevitabili teorie del complotto. Peccato che gli sfuggisse un piccolo dettaglio:

🗂️ La voce di un esaminatore: forma prima di tutto

In risposta alle critiche, un esaminatore dell’ENEM intervenne online per chiarire alcuni punti:

“Quasi nessuno ha seguito le regole ABNT (Brazilian National Standards Organization). C’erano slang da internet, hashtag (in un saggio!), titoli come ‘BIGOTS SHALL NOT PASS’. Il tema era provocatorio, ma il saggio richiedeva coerenza, struttura e linguaggio formale. È una competizione, e chi non segue le regole viene squalificato. Un peccato, c’erano buone idee, ma mal presentate.”

Alla faccia del complotto, dell'intervento delle forze del male patriarcali e le "armate bigotte" denunciate online. Tutto questo è comicissimo: vorrei vedere in faccia chi ha usato hashtag da Twitter e meme in un saggio formale per l'ingresso nell'università.

🔎 Morale: il contenuto non basta

Il Ministero non ha “trollato” nessuno, come ha ipotizzato qualcuno. Ha proposto un tema serio ben sapendo che alcuni "guerrieri da tastiera" si sarebbero scatenati, ma ha mantenuto intatti i criteri accademici di sempre.

Scrivere un saggio in stile “Facebook rant” può essere liberatorio per loro — e comico per noi  — ma non porta punti. L’ENEM valuta la capacità di argomentare, rispettare la struttura, proporre soluzioni e mantenere un registro formale.

👉 In pratica: se vuoi che il sistema ti ascolti, devi parlare la sua lingua. Hashtag e slogan non bastano quando ci sono griglie di valutazione e correttori umani con penne rosse. 

Come conclusione finale aggiungo la mia personale opinione: ho sempre avuto l'impressione, avendo a che fare con i "guerrieri da tastiera", che non fossero persone con l'encefalo propriamente sviluppato.
Questo test ha confermato tutto.

📚 Fonti e approfondimenti


FAQ:

Cosa successe all’ENEM 2015 con il saggio sulla violenza contro le donne?

Il tema del saggio fu “La persistenza della violenza contro le donne nella società brasiliana”. L’entusiasmo online fu enorme, ma molti candidati vennero penalizzati per aver trascurato le regole formali richieste per la redazione.

È vero che qualcuno usò hashtag o meme nel saggio?

Sì. Secondo un esaminatore, numerosi saggi includevano linguaggio da social, hashtag e titoli fuori contesto come “BIGOTS SHALL NOT PASS”. Una scelta che ha compromesso la valutazione formale.

L’uso di linguaggio “da web” può compromettere un esame?

Assolutamente sì. Il saggio dell’ENEM segue le regole ABNT: linguaggio accademico, struttura coerente e proposta di soluzione. Slang e riferimenti online non sono ammessi e portano alla squalifica o al voto basso.

Il Ministero dell’Istruzione ha “trollato” i candidati?

No. Non ci sono prove che il Ministero volesse “trollare” nessuno. Il tema fu scelto per la sua rilevanza sociale, ma la forma del saggio doveva rispettare le regole di sempre.

Qual è la vera lezione da questo episodio?

La passione non basta: in un contesto istituzionale serve metodo. Scrivere bene significa saper argomentare nel registro giusto. E l’ENEM non premia l’attivismo, premia la competenza.

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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.