Tra libertà, imprudenza e pregiudizi sociali
Ogni volta che accade qualcosa di tragico, il dibattito pubblico si trasforma in un campo minato di opinioni estreme, giudizi affrettati e slogan ideologici. Il caso di Ashley Olsen, uccisa a Firenze nel gennaio 2016, ne è un esempio lampante.
📅 I fatti: incontro, lite, omicidio
Ashley Olsen, 35 anni, americana residente a Firenze, aveva deciso di uscire da sola la sera e andare per locali, il ragazzo forse lavorava o studiava quindi non era con lei. Durante la serata incontra Cheik Diaw (nella foto), 27enne senegalese irregolare in territorio italiano che qualche volta faceva volantinaggio per dei locali notturni, in un locale notturno. I due trascorrono la serata insieme, assumono alcol e cocaina, e si recano nell’appartamento di lei nel quartiere Santo Spirito per fare l'amore.
Dopo il rapporto esplose una lite: secondo quanto dichiarato dalla difesa, Diaw avrebbe urlato ‘non puoi buttarmi fuori come un cane’. Apparentemente, Ashley voleva allontanarlo prima che il fidanzato scoprisse il tradimento, ma Diaw — sentendosi trattato come un ‘cane’ o addirittura come un ‘prostituto’ — reagì con violenza. La spintonò, facendola cadere e battere la testa, poi la strangolò e scappò.
Il corpo fu ritrovato il giorno seguente dal fidanzato, Federico Fiorentini.
⚖️ Processo e condanna definitiva
Diaw fu arrestato pochi giorni dopo, grazie alle prove biologiche (DNA su sigarette e preservativo) e telecamere di sorveglianza
Nel 2016 fu condannato a 30 anni di reclusione per omicidio volontario
La Corte d’Appello confermò la condanna nel 2018
Nel febbraio 2019, la Cassazione ha respinto il ricorso, rendendo la condanna definitiva
📌 L’aggravante della crudeltà, richiesta inizialmente, non è stata riconosciuta, ma i giudici hanno parlato di un “quadro probatorio univoco” e di un “momento di smarrimento totale” da parte dell’imputato.
🧠 Le reazioni pubbliche: tra insulti e slogan
Il dibattito si è immediatamente polarizzato. Visto il vociferare della presunta malavitosità del ragazzo e il fatto che lei se lo sia portato in casa in tempo record, nonostante fosse fidanzata, ha scatenato l'indignazione generale a suo danno:
"Un uomo che va con tutte è playboy mentre una donna è poco di buono, questo è maschilismo"
🧩 Libertà e responsabilità: una riflessione
"lei è liberissima di andare con chi vuole senza subire il vostro giudizio"
Ashley (nella foto) era libera di vivere come voleva, anche se tradire rimane moralmente sbagliato. Ma la libertà non esclude però la responsabilità personale. Incontrare un perfetto sconosciuto che fa pesante uso di sostanze stupefacenti e alcol allo stesso tempo, in un contesto intimo e isolato, è oggettivamente rischioso — e sottolinearlo non significa colpevolizzare, ma educare alla prudenza.
Se un bambino gioca sul bordo di una piscina, lo si allontana per proteggerlo e se è abbastanza grande lo si rimprovera per il pericolo corso. Perché non possiamo fare lo stesso con gli adulti quando si espongono a pericoli evidenti?
📉 Il rischio della retorica cieca
Difendere ogni comportamento in nome della libertà, senza considerare i contesti e i pericoli, non è emancipazione — è negazione della realtà. E quando la critica viene etichettata come “maschilismo”, si crea un clima dove non si può più parlare di prevenzione, solo di ideologia.
🎨 La voce silenziosa: Federico Fiorentini, il compagno dimenticato
C'è un’altra vittima in questa storia: Federico Fiorentini, il fidanzato di Ashley. È stato lui a trovarla priva di vita nella casa di Firenze. Dopo l’omicidio, Federico si è ritirato in silenzio, chiudendo lo studio e disattivando il telefono, travolto da un dolore che non ha mai voluto spettacolarizzare. In una lettera aperta, scrisse di aver assistito a “una mostruosità irreparabile” e ringraziò amici e investigatori per il sostegno ricevuto.
Negli anni successivi, ha scelto l’arte come rifugio e voce, trasferendosi a Carrara, dove lavora con pittura e scultura. Le sue opere — intime, umane, misteriose — parlano per lui, senza parole. In una recente intervista ha detto: “La pittura mi ha salvato. Mi permette di parlare, senza spiegarmi.” Alcuni suoi lavori sono stati inseriti nella terza stagione di The Bear, serie americana nota per il suo stile visivo e intimista.
Federico non ha più commentato pubblicamente il caso. Ma il dolore che porta con sé continua a vivere nei gesti e nei colori che plasma ogni giorno. Un testimone silenzioso — discreto, colto, spezzato ma integro.
🧩 Considerazioni finali
📚 Fonti e approfondimenti
Fonti aggiornate al 2025, verificate e utilizzate per la ricostruzione dei fatti e delle dichiarazioni.
❓ Domande frequenti sul caso Ashley Olsen
Chi ha ucciso Ashley Olsen?
Cheik Diaw, cittadino senegalese irregolare, è stato condannato per omicidio volontario nel 2016. La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni nel 2019.
Cheik Diaw è ancora in prigione?
Sì. Dopo la conferma della pena in Cassazione, Cheik Diaw sta scontando i 30 anni di reclusione nel carcere di San Gimignano, in Toscana.
Qual è stata la dinamica dell’omicidio?
Dopo un rapporto consensuale, esplose una lite. Diaw si sentì offeso e, in preda alla rabbia, spinse Ashley che cadde e batté la testa. Poi la strangolò e fuggì dall’appartamento.
Che ruolo ha avuto Federico Fiorentini?
Federico Fiorentini era il fidanzato di Ashley. Fu lui a trovarla priva di vita. Ha vissuto il dolore in silenzio e oggi è pittore e scultore attivo a Carrara.
Quali polemiche ha suscitato il caso?
Il caso ha generato reazioni polarizzate: tra chi ha colpevolizzato la vittima per imprudenza e chi ha difeso ogni comportamento in nome della libertà. Il dibattito ha toccato temi di maschilismo, giudizio sociale e prevenzione.