Animalisti e ricercatori hanno idee diametralmente opposte?

A sentire le proteste degli animalisti, spesso fatte a vanvera contro qualcosa che non esiste (ad esempio la sperimentazione a fini cosmetici, ormai non più praticata da anni), il loro punto di vista sarebbe diametralmente opposto a quello dei ricercatori in campo medico. Ma è realmente così?

Come vengono dipinti i ricercatori

Nonostante le storie(lle) assurde di cavie lanciate contro i muri per studiare le fratture, di ricercatori sadici che si divertono ad infliggere sofferenza gratuita agli animali manco fossero dei Jack the Ripper in camice e altre storie tanto fantasiose quanto inesistenti degli animalisti, la verità è che i ricercatori stessi hanno a cuore il benessere degli animali con cui lavorano tutti i giorni.

Diciamoci la verità: i ricercatori sono esseri umani esattamente come noi, e molto spesso si affezionano agli animali da laboratorio. Dipingerli come "il nemico" è solo una delle mosse della propaganda "animalista", l'altra mira a screditare il metodo scientifico in sé.

La regola delle tre R

A riprova di quanto dico, oltre che il buonsenso, c'è il fatto che sono stati i ricercatori stessi ad aver studiato e messo in pratica la regola delle tre R.

Che consiste in Replacement (sostituire), Reduction (ridurre) e Refinement (migliorare).
Queste regole puntano a diminuire il numero degli animali usati, sostituendoli quando possibile con metodi di ricerca complementari, oltre che migliorare i test in modo che siano più efficaci e meno invasivi possibile.

Italia paese virtuoso per le adozioni

Nel resto dell'Europa gli animali da laboratorio vengono soppressi automaticamente al compimento dei test. L'Italia invece, prima nel 2014 con il Decreto Legislativo 26/2014 ha introdotto la possibilità di riabilitazione e affidamento in adozione per gli animali da laboratorio alla fine dei test.

La legge è stata affinata con il Decreto del Ministero della Salute del 21 dicembre 2021, entrato in vigore nel 2022, ha finalmente chiarito i requisiti strutturali e gestionali per queste adozioni, rendendole ancora più agevoli.

Benché paesi come la Germania, Francia e Spagna abbiano piccoli programmi locali di adozione, sono ben lontani dalla situazione italiana.

Il punto di vista reale dei ricercatori

Finora abbiamo appurato come loro per primi farebbero a meno della sperimentazione animale, se fosse possibile, e già qui incontrano l'opinione degli animalisti. Come mostra questo grafico:
Opinione dei ricercatori paragonata all'opinione degli animalisti

Nel grafico vediamo come l'opinione degli animalisti sia estrema, del resto spesso e volentieri vogliono "troppo", nel senso che tendono a "umanizzare" gli animali non rendendosi conto che la loro etologia è diversa. E spesso sono intransigenti mentre i ricercatori sanno bene che certi test è necessario portarli avanti.

A parte questo le loro posizioni sono vicinissime fra di loro, e si incrociano perfino.

Perché l'odio nei loro confronti?

Perché l'ostruzionismo? Perché la propaganda? Perché tanto odio?
Ecco, qua entrano in gioco gli animalisti estremisti, gli inutili e dannosi fanatici capaci solo di creare problemi e sviare l'attenzione dell'opinione pubblica.

Quelli che protestavano contro il Mario Negri di Milano perché "si devono usare metodi alternativi" chiedendo di farlo chiudere. Avessero messo un po' dell'impegno e fervore della loro protesta a studiare avrebbero scoperto in due secondi che l'istituto Mario Negri è un faro in Europa, rinomato e all'avanguardia per l'uso ed il miglioramento dei metodi di ricerca che fanno a meno di animali.

Un po' come andare dal contadino a dirgli di andare in pensione perché c'è necessità di coltivare più verdura e ortaggi.

E quello è nulla... la lista di errori madornali che hanno fatto è lunghissima.
E non trovi mica chi li mette in riga, chi gli fa notare che stanno facendo inutili danni da qualsiasi punto di vista. No, li lasciano fare, perché sono comunque "voti" che fanno sempre comodo a qualcuno, specialmente a livello politico (ogni riferimento a Brambilla è puramente voluto).

Difendiamo la ricerca medica: aiuta anche gli animali

Inutile girarci attorno: gli animali domestici che questi animalisti esaltati portano dal veterinario non vengono curati con metodi sciamanici o preghiere. Vengono curati con medicinali e procedure che sono state studiate sugli animali.
Esattamente come i medicinali che assumiamo per curarci in prima persona.

Questo oscurantismo, questa propaganda che ha portato all'assalto di diversi dipartimenti di ricerca (il più famoso l'attacco allo stabulario di Milano in cui si erano persi oltre dieci anni di ricerca sulle malattie neurodegenerative) danneggia anche gli animali. Ma questo non lo capiscono.

Come dico spesso: dar retta a dei fanatici non può che portare alla distruzione.
Gli animalisti estremisti dovrebbero zittirsi se gli rimane un briciolo di coscienza, ma soprattutto gli animalisti decenti dovrebbero finalmente capire che quello non è il modo giusto di porsi e di agire.

Intanto certe associazioni animaliste fanno più danni

Alcune fra le più grandi associazioni "animaliste" sono spesso solamente opportuniste: PETA, che ammazza l' 80% degli animali su cui mette le mani e continua a fare ridicole campagne di disinformazione e lo scandalo "animalopoli" scatenato da ENPA che usava i soldi per "curare" animali per comprare ville e pagare vacanze di lusso a certi personaggi. E le campagne di raccolte fondi erano spesso fatte su animali fantasma o comunque non sotto le loro cure.

E il risultato di queste grosse realtà che disinformano per interesse personale è che il mondo animalista è pieno di persone convinta di fatti non reali e che protestano contro il vuoto più totale, peggio del combattere i mulini a vento: non ci sono nemmeno quelli!
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Fabrizio Leone
Blogger da oltre 15 anni, faccio del mio meglio per diffondere fatti e non fallacie logiche o punti di vista polarizzati e distorti. In Sociologia i media sono definiti "il quarto potere" e a ben donde: le notizie plasmano l'opinione pubblica e molti abusano di questa dinamica.